È caduto il Muro di Berlino, figuriamoci se in Germania non può cadere il BrandMauer, ovvero il muro ‘tagliafuoco’ protettivo contro un partito politico. Conosciuto anche come ‘cordone sanitario’, ovvero l’emarginazione e l’esclusione da ogni tipo di accordo con formazioni considerate anti-democratiche, è da tempo in funzione contro Alternative für Deutschland (Afd), la forza di estrema destra con venature neonaziste che nel Paese sta conoscendo una forte avanzata facendo presa su temi dell’immigrazione e dell’economia.
Attualmente il BrandMauer non sembra godere di grande solidità, anzi sembra che possa far passare più di una fiamma. La Germania è in campagna elettorale in vista delle elezioni anticipate del 23 febbraio, dopo la sfaldatura della coalizione semaforo a guida Olaf Scholz, socialdemocratico, lo scorso novembre. A caccia di voti, il candidato favorito alla cancelleria e leader dei cristiano-democratici (Cdu) Friedrich Merz, sta spostando un po’ a destra i conservatori, inasprendo le proprie promesse elettorali riguardo l’immigrazione e di fatto aprendo uno spiraglio a una possibile collaborazione con Afd per far passare in Parlamento le relative proposte, già prima del voto del mese prossimo.
Ecco perché nel fine settimana il candidato cancelliere dei Verdi Robert Habeck, attuale ministro dell’Economia e vicecancelliere, ha insistito su questo tema durante il Congresso del partito al ‘City Cube’ di Berlino, durante il quale si è deciso il programma elettorale.
“Prendo Merz in parola, questa parola non deve essere infranta”
“Prendo Friedrich Merz in parola, questa parola non deve essere infranta. Temo solo che Friedrich Merz sia sul punto di farlo”, ha detto Habeck riferendosi al fatto che Merz ha più volte affermato che non collaborerà con Afd né ora né dopo le elezioni, non da ultimo commentando al ‘Tagesthemen’ dell’ARD, uno dei principali notiziari televisivi quotidiani, la situazione in Austria, dove l’incarico di formare il nuovo governo è stato dato a Herbert Kickl, leader del partito estremista Fpö, che sta negoziando con i conservatori dell’Övp.
“Se può succedere in Austria, può succedere anche in Germania“, ha detto Habeck. “L’Austria ci è molto vicina nella cultura e nella tradizione politica”, ha proseguito sottolineando come “in Austria non sia stato possibile per una coalizione di socialdemocratici conservatori e un partito progressista e liberale formare un governo, anche se sapevano che un partito di estrema destra avrebbe potuto prendere il governo”.
A tal proposito Merz ha ribadito: “Sotto la mia guida non ci sarà alcuna collaborazione con la Cdu in Germania”. E questo perché “non lavoriamo con un partito xenofobo, antisemita, che ha nelle sue file radicali di destra, che tiene nelle sue file criminali, un partito che flirta con la Russia ed è fuori dalla NATO e vuole lasciare l’Unione Europea”. “Se lo facessimo – ha spiegato il leader politico – venderemmo l’anima della Cdu“. Una promessa che pensa di poter mantenere? “Sì, la manterrò. A questa risposta lego il mio destino come leader del partito della Cdu”, ha concluso.
Tra il dire e il fare c’è di mezzo il Merz
“Dopo la rottura del semaforo, lo stesso Friedrich Merz ha proposto al Bundestag di non collaborare con l’Afd nemmeno in questa fase di transizione“, ha detto Habeck venerdì allo Spiegel. Ma il gruppo parlamentare dell’Unione presenterà le sue richieste tramite mozioni al Bundestag questa settimana, a prescindere da chi le sosterrà. E potrebbe essere proprio Afd a farlo.
E a questo proposito il leader conservatore oggi ha ha chiarito che non rinuncerà alle proposte solo perché potrebbe dover fare affidamento su Afd per ottenerne l’approvazione alla Camera bassa del Parlamento tedesco: “Ciò che è giusto nella sostanza non diventa sbagliato solo perché raccoglie il consenso delle persone sbagliate”.
Ecco perché durante la Convention dei Verdi le posizioni sono rimaste abbastanza caute quanto alle critiche a Merz, e il motivo è semplice: il partito non vuole tagliarsi da solo la possibilità di entrare a far parte del prossimo governo federale, e questo significa anche non definire linee rosse che potrebbero impedire un eventuale accordo di coalizione con l’Unione. Una di queste è proprio il BrandMauer.
Grünen tra realisti e progressisti, in calo di consensi
Lo stesso Habeck, insieme alla ministra degli Esteri Annalena Baerbock, appartiene all’ala ‘realista’ del partito, che sostiene la necessità di essere pragmatici e dunque di ammorbidire alcune posizioni ritenute ideologiche che invece rimangono caposaldo per l’ala più radicale.
Un esempio di tale pragmatismo è la posizione di Habeck sull’immigrazione dopo i fattacci di Aschaffenburg: per il candidato cancelliere, i criminali gravi come l’autore dell’accoltellamento devono essere “deportati se necessario”, perché “non si può semplicemente metterli da parte”. Uno spostamento che in una certa misura apre a sua volta uno spiraglietto se non a Afd quantomeno a Merz.
Sul tema è intervenuto anche il leader dei Verdi Felix Banaszak, secondo cui Merz e l’Unione ora devono “mostrare inequivocabilmente da che parte stanno”.
Mentre Habeck e Banaszak (fautore dell’ala più intransigente dei Grünen) richiamano all’ordine Merz, va ricordato che il partito ha anche molti altri problemi: alle scorse elezioni locali di settembre nei Länder orientali hanno subito una vero crollo (3,8% in Turingia, 4,1% in Brandeburgo, dove non sono nemmeno entrati nei Parlamenti, e uno stiracchiato 5,3% in Sassonia), crollo anticipato dal pessimo risultato delle europee di giugno che li aveva visti passare dal 20,5% del 2019 a meno del 12%.
Ancora Musk a sostegno di Afd
Intanto, Afd procede spedita: nel fine settimana nella città orientale di Halle si è tenuto un raduno elettorale durante il quale si è collegato in video, su uno schermo gigante, Elon Musk che ha nuovamente espresso tutto il suo sostegno al partito. “Sono entusiasta di Afd”, ha detto, aggiungendo rivolto alla candidata alla candidata cancelliera Alice Weidel: “Penso che tu sia veramente la migliore speranza per la Germania, per combattere per un grande futuro per la Germania”.
“Le elezioni in Germania decideranno il futuro dell’Europa”, ha affermato di fronte ad oltre 4mila simpatizzanti aggiungendo: “Penso sia molto importante che le persone siano orgogliose di essere tedesche. Va bene essere orgogliosi di essere tedeschi. È bello essere orgogliosi della cultura tedesca e dei valori tedeschi e non perderli in una sorta di multiculturalismo che acceca tutto”.
Il magnate non si è fermato qui: alla vigilia della Giornata della Memoria ha detto che “i bambini non dovrebbero essere colpevoli dei peccati dei loro genitori, figuriamoci dei loro bisnonni“. Parole che hanno suscitato un dissenso generale, non ultimo del primo ministro polacco Donald Tusk: “Le parole che abbiamo sentito dai principali attori dell’Afd sulla ‘Grande Germania’ e sulla necessità di dimenticare la colpa per i crimini nazisti’ sono suonate troppo familiari e minacciose, specialmente solo poche ore prima dell’anniversario della liberazione di Auschwitz” – (il più noto campo di concentramento nazista, situato in Polonia).
Poco dopo Scholz ha commentato il post del premier polacco scrivendo, sempre sulla piattaforma di proprietà di Musk: “Non potrei essere più d’accordo con te, caro Donald”.
Decine di migliaia in piazza: “Resistenza”
Sempre nel fine settimana, decisamente intenso per la Germania, decine di migliaia di persone a Berlino – 100mila secondo gli organizzatori, 35mila per la questura – e 20mila a Colonia – secondo la polizia- sono scese in piazza contro Afd e contro quello che hanno definito uno “spostamento a destra” del Paese. Per la cronaca, anche i vertici dei Verdi hanno partecipato, ottenendo però accuse di scarsa empatia verso le vittime di Aschaffenburg.
I dimostranti hanno sollevato cartelli con scritto “Fuori i nazisti” e “Afd non è un’alternativa” e hanno utilizzato le luci dei telefoni cellulari per formare la parola ‘Resistenza’. Diverse organizzazioni hanno indetto manifestazioni in circa sessanta città, compresa Aschaffenburg.
Ma gli slogan erano rivolti anche a Merz, proprio per il timore che potesse essere tentato di rompere il BrandMauer. Christoph Bautz, fondatore del gruppo di pressione Campact e tra i promotori della manifestazione a Berlino, ha lanciato un appello ai partiti tradizionali a preservare il ‘cordone sanitario’.
I sondaggi però parlano chiaro: attualmente Afd è al secondo posto il 20% delle intenzioni di voto, dietro all’Unione Cdu/Csu con circa il 30%.
Duello televisivo a quattro
Intanto Merz vuole aggiungere Habeck e Weidel al duello televisivo già programmato per il 9 febbraio tra lui e Scholz con le emittenti ARD e ZDF. “È mia ferma intenzione incontrare Alice Weidel direttamente in televisione. Allora diventa chiaro ancora una volta che non c’è nulla in comune tra l’Afd e l’Unione“, ha detto Merz a WMH.
A tal proposito Weidel ha dichiarato a RTL/ntv, Stern e Junge Freiheit di essere a favore di uno scontro diretto con Merz: “Se volesse ‘far volare scintille’, come spiega, sarei felice di gareggiare contro di lui su una stazione con un ampio raggio d’azione”.
Favorevole anche il responsabile della campagna di Habeck, Andreas Audretsch, come ha fatto sapere all’agenzia di stampa Dpa: “È positivo che Friedrich Merz voglia affrontare un dibattito onesto. La questione ora è se anche Olaf Scholz è pronto per un dibattito aperto ed equo”.
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