Un’analisi sulle cause locali di estinzione e le prospettive per il futuro
Un declino globale, con forti ripercussioni locali
Nel corso della seconda metà del XX secolo, il ferro di cavallo minore (Rhinolophus hipposideros), un pipistrello un tempo diffuso in Europa, ha subito un drastico declino delle popolazioni, con estinzioni locali in diverse regioni.
In aree come la Baviera e il Tirolo, le popolazioni sono diminuite fino a raggiungere livelli critici, sollevando interrogativi sulle cause di questa riduzione e sulle strategie per favorire la loro conservazione.
I fattori analizzati nello studio
Un recente studio condotto da ricercatori austriaci e tedeschi ha messo a confronto le colonie estinte e quelle ancora esistenti nel territorio alpino bavarese-tirolese, considerando diversi parametri. Tra i principali elementi analizzati:
• Accessibilità dei rifugi: gran parte dei siti una volta utilizzati dai pipistrelli risultano oggi inaccessibili, principalmente a causa della chiusura degli ingressi.
• Presenza di inquinanti: nei rifugi esaminati sono state rilevate tracce di metalli pesanti, come piombo e cadmio, oltre a inquinanti organici persistenti (POP) come DDT e lindano.
• Caratteristiche ambientali: sono stati considerati elementi paesaggistici come la presenza di foreste decidue, terreni agricoli, aree urbanizzate e l’inquinamento luminoso.
Inquinanti e loro impatto sulle popolazioni
L’esposizione ai metalli pesanti e ai POP è emersa come una delle principali cause di estinzione locale.
Concentrazioni elevate di piombo e cadmio sono state riscontrate soprattutto nei rifugi delle colonie estinte.
Questi elementi, bioaccumulabili, hanno effetti dannosi sulla fisiologia dei pipistrelli, contribuendo a danni cellulari, stress ossidativo e aumento della mortalità.
Inoltre, la presenza di DDT e lindano, pesticidi largamente utilizzati nel secolo scorso, potrebbe aver influito negativamente sia sulla sopravvivenza dei pipistrelli che sulla disponibilità delle loro prede, come gli insetti.
Questi inquinanti, accumulandosi nei tessuti adiposi, possono compromettere i processi metabolici durante periodi critici come il letargo o la migrazione.
Accessibilità dei rifugi e impatto delle ristrutturazioni
Un altro aspetto cruciale è risultato essere la disponibilità e l’accessibilità dei rifugi.
Circa un terzo degli edifici precedentemente utilizzati come roost non è più accessibile, principalmente a causa della chiusura degli ingressi durante interventi di ristrutturazione.
Questo ha reso molti siti inadatti al ferro di cavallo minore, una specie che richiede spazi specifici e accessi ampi per entrare nei rifugi.
Per le colonie che continuano a sopravvivere, i rifugi accessibili si trovano spesso in edifici con caratteristiche microclimatiche favorevoli, come calore e assenza di correnti d’aria, fondamentali per il successo riproduttivo.
Impatto dei cambiamenti ambientali e paesaggistici
L’alterazione degli habitat circostanti è un altro fattore che ha contribuito al declino della specie. La riduzione delle foreste decidue, principali aree di caccia per il ferro di cavallo minore, e l’aumento delle aree urbanizzate o agricole hanno ridotto la disponibilità di prede e rifugi naturali.
Anche l’inquinamento luminoso, sempre più diffuso, rappresenta un ostacolo significativo per una specie altamente sensibile alla luce.
Prospettive per la conservazione
Lo studio sottolinea l’importanza di interventi mirati per preservare le popolazioni esistenti e, possibilmente, favorire la ricolonizzazione delle aree abbandonate. Tra le azioni raccomandate:
• Protezione e ripristino dei rifugi: garantire che gli ingressi ai rifugi siano mantenuti accessibili durante lavori di ristrutturazione.
• Riduzione degli inquinanti: promuovere politiche per limitare l’uso di pesticidi e ridurre la contaminazione da metalli pesanti.
• Tutela degli habitat naturali: incentivare la conservazione delle foreste decidue e ridurre l’impatto dell’urbanizzazione.
Inoltre, si sottolinea la necessità di monitorare costantemente le colonie esistenti e di approfondire la ricerca sugli habitat di transizione e di ibernazione, nonché sulla disponibilità di prede in un contesto di declino globale degli insetti.
Un futuro incerto, ma non senza speranza
Nonostante la situazione critica, lo studio evidenzia che in alcune aree delle Alpi Bavarese-Tirolesi sono state osservate tendenze positive, con l’individuazione di nuovi rifugi e un leggero aumento delle popolazioni. Questi dati, pur essendo limitati, rappresentano un segnale incoraggiante per gli sforzi di conservazione. La sfida rimane quella di tradurre queste conoscenze in interventi efficaci per garantire un futuro al ferro di cavallo minore.
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