Monte dei Paschi-Mediobanca, Salvini: ‘Orgoglioso, Pd aveva reso Mps moribonda’

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Parlando dell’offerta pubblica di scambio totalitaria, anche il ministro dell’Economia Giorgetti ha detto che l’esecutivo ha dato fiducia “in assoluta autonomia” al management del Monte dei Paschi di Siena che “ha realizzato risultati eccezionali, ha un disegno, ha fatto una proposta di mercato. Se il mercato risponderà saremo contenti, se il mercato non risponderà ne prenderemo atto. Credo che sia assolutamente lineare, totalmente trasparente”. M5S: “Governo furbetto del quartierino”

Continua la discussione politica sull’annuncio di un’offerta pubblica di scambio totalitaria su Mediobanca da parte del Monte dei Paschi di Siena. “Sono orgoglioso che la Lega abbia salvato la banca più antica del mondo, Monte dei Paschi di Siena, che la sinistra voleva spezzettare e regalare. Se adesso è addirittura nelle condizioni di poter crescere e dar vita al terzo polo bancario per l’economia italiana potrebbe essere una buona notizia”, ha detto il vicepremier Matteo Salvini a margine di un appuntamento a Roma. “Da una banca che il Pd aveva reso sostanzialmente moribonda a una banca che ora lancia le opa su altre banche… Sono orgoglioso di aver salvato Mps”. Il piano non è stato una sorpresa per il governo, era stato illustrato al ministero dell’Economia e delle Finanze ed è risultato “convincente”, con il ministro Giancarlo Giorgetti che ha affermato: l’esecutivo ha dato fiducia “in assoluta autonomia” al management di Mps che “ha realizzato risultati eccezionali, che ha un disegno, che ha fatto una proposta di mercato. Se il mercato risponderà saremo contenti, se il mercato non risponderà ne prenderemo atto. Credo che sia assolutamente lineare, totalmente trasparente e nell’interesse dell’economia italiana”. Dall’opposizione arrivano critiche dure dal M5S, che parla di un “governo allo sbando tra pistoleri della finanza”, e più smorzate dal Pd che chiede “massima trasparenza” augurandosi che non sia in atto “un risiko dettato da logiche opache di potere”.

La posizione della maggioranza

Nell’esecutivo il primo a esporsi è Antonio Tajani: “Tutte le iniziative di libero mercato sono benvenute. Siamo sempre stati per il libero mercato se serve a rafforzare il sistema bancario, che in Italia è già sano, più di altri”. Il suo partito, Forza Italia, chiede “che lo Stato esca il prima possibile dal capitale di Mps”. “Lavoriamo per un’uscita ordinata dello Stato”, disse due anni fa Giorgia Meloni. E quella resta la direzione del governo, dove adesso si rivendica di aver risanato una banca fallita dopo complesse vicissitudini, e ora in grado di puntare al salotto buono della finanza italiana: dalle dichiarazioni in chiaro e dalle analisi riservate, si evince che questa operazione viene considerata in grado di creare valore non solo per chi ha lanciato l’Ops, perché non prospetta riduzione di personale o sportelli né sacrificio di asset, e si guarda al nuovo gruppo nascente come una garanzia a tutela della ricchezza e del risparmio degli italiani. “Dimostra come il sistema bancario abbia superato gli anni difficili in cui doveva essere salvato con i soldi degli italiani e oggi possa offrire opportunità agli italiani stessi”, afferma il responsabile Economia di FdI, Marco Osnato. Tra gli osservatori politici e finanziari circola anche la lettura di una mossa funzionale ai piani di FdI e meno a quelli della Lega, che perorava la causa di un terzo polo bancario a trazione Mps-Bpm. Dal partito di Matteo Salvini arrivano pochi commenti, ma non negativi. “Direi che la cosa va seguita con interesse e non solo per Siena, ma per tutta l’Italia…”, twitta Claudio Borghi. “Mi sembra – nota il sottosegretario al Mef e vicesegretario leghista Claudio Durigon – una grande operazione perché dà ancora più forza a un istituto di credito italiano. È presto per capire come andrà a finire e vedremo i dettagli, ma diciamo che non sono dispiaciuto”.

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Gli attacchi delle opposizioni

Giancarlo Giorgetti è chiamato in causa da Benedetto Della Vedova (+Europa): “L’ad di Mps ha detto di avergliene parlato oltre due anni fa, spieghi se ha deciso lui, come socio principale o se ha avallato questa operazione. Non vorrei che sia andato contro UniCredit (nell’Ops preannunciata su Bpm) già avendo in mente di favorire la scalata di Mps a Mediobanca. Il Tesoro non può fare il controllore e il protagonista”. Tra le opposizioni, il commento del Pd sull’iniziativa di Mps, istituto storicamente legato alla sinistra, appare ponderato. Antonio Misiani da un lato sottolinea l'”esperienza particolarmente virtuosa” di Siena, dall’altro avverte: “Le operazioni di aggregazione vanno valutate positivamente se producono effetti positivi sotto il profilo industriale, occupazionale e finanziario. Non se diventano parte di un risiko dettato da logiche opache di potere e con un ruolo sempre più invasivo della politica”. Il Pd “vigilerà” e intanto chiama in Parlamento Giorgetti: “Gli chiederemo conto di tutto questo, a partire dagli obiettivi e dai criteri con cui l’esecutivo si vuole rapportare nei confronti di questa e di altre operazioni – come Unicredit-Bpm e Generali-Natixis”. Più duro il M5S, con l’europarlamentare Gaetano Pedullà che accusa il governo Meloni di essere “ufficialmente il nuovo furbetto del quartierino” e il vice del Movimento, Mario Turco, che punta il dito contro “il far west della finanza”. “Mps prova ad appoggiarsi ai soci forti Caltagirone e Del Vecchio per lanciare un’offerta su Mediobanca – spiega Turco – Impossibile non vedere il riflesso di questo tentativo sulla partita Generali, di cui Mediobanca è il primo socio”, “sull’operazione Generali-Natixis e sul tentativo di scalata di UniCredit a Banco Bpm”. La ricetta del Movimento per Monte dei Paschi è esattamente opposta di quella degli azzurri: “Se veramente l’esecutivo vuole usare Mps in operazioni finanziarie, lo faccia salvaguardando e rafforzando la presenza pubblica”.

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L’offerta pubblica

Venerdì Mps ha annunciato il lancio di un’offerta pubblica di scambio (Ops) su Piazzetta Cuccia, ai cui azionisti offre 2,3 azioni in cambio di un’azione della banca guidata da Alberto Nagel, valorizzate 15,992 euro l’una, con un premio del 5% sulla chiusura di mercoledì, per una valutazione del capitale di Mediobanca di 13,3 miliardi. L’operazione è stata presentata dall’ad di Mps, Luigi Lovaglio che l’aveva proposta al Mef già nel 2022. “Creiamo un nuovo campione nazionale, con due brand di eccellenza, che vogliamo proteggere e valorizzare ancora di più”, afferma, illustrando i numeri dell’operazione: 700 milioni di sinergie, 600 di costi di integrazione, un indice patrimoniale pro-forma del 16%, un ritorno sul capitale del 14% e un utilizzo accelerato del ‘tesoretto’ fiscale rappresentato dalle Dta, che genereranno 500 milioni di capitale all’anno per sei anni, con un valore netto per gli azionisti di Mediobanca di 1,2 miliardi. L’offerta, che Lovaglio definisce “amichevole”, è letta invece come “ostile” da Piazzetta Cuccia, che riunirà il cda la prossima settimana per bocciarla e studiare le difese: eventuali operazioni straordinarie dovranno passare in assemblea, dove Caltagirone e Delfin hanno il 25%.

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