Ddl in stand-by all’Ars. Schifani fa partire il valzer in 17 dipartimenti
PALERMO – La norma che avrebbe consentito una corsia preferenziale per la stabilizzazione dei ‘comandati’ presso l’assessorato alla Salute è stata soltanto la classica goccia ‘di troppo’, in un vaso decisamente barcollante come quello della riforma della dirigenza. Un ddl sul quale incombeva, e a dire il vero incombe ancora, il fantasma del voto segreto.
Una riforma e due visioni
Per giorni nella commissione presieduta dal Dc Ignazio Abbate si sono scontrate due visioni diverse dell’organizzazione burocratica regionale. Quella del presidente della Regione, Renato Schifani, deciso a varare la fascia unica della dirigenza, e quella di alcuni partiti, tra cui Fratelli d’Italia, che puntavano sulla doppia fascia.
I meloniani avevano anche presentato un emendamento in tandem con il Partito democratico. Una modifica rimasta in sospeso per giorni, fino alla presentazione di un nuovo emendamento di riscrittura da parte di Abbate che prevedeva un unico livello dirigenziale. In questa stretta porticina parlamentare è stato inserito anche il comma sul quale viaggiava la norma sui ‘comandati’, poi però saltata in una successiva riscrittura.
Il fantasma del voto segreto
Ciò che invece era rimasto in piedi era la fascia unica dei dirigenti. La novità sarebbe finita al centro di uno scontro interno alla maggioranza già in prima commissione. E se anche il governo fosse riuscito a ad ottenere i numeri in prima battuta, l’esame del ddl in aula si sarebbe trasformato in un campo minato. “La fascia unica sarebbe caduta al primo voto segreto”, fanno notare diversi deputati del centrodestra.
Troppo forte il legame tra i dirigenti della Regione e i partiti. Un remake di un film già visto con i direttori generali delle aziende sanitarie e ospedaliere. E troppo alto il rischio di una battuta d’arresto in Aula, visti anche i mal di pancia di diversi deputati di Forza Italia. Da qui la decisione di rallentare sulla riforma. Il testo, tuttavia, non è stato ritirato ma la sensazione è che si vada verso una lunga fase di riflessione.
Riforma dei dirigenti, tempi lunghi
È toccato all’assessore alla Funzione pubblica, Andrea Messina, chiedere alla commissione un rinvio della seduta fissata per martedì, quando si sarebbe dovuti passare alle votazioni. “Serve un approfondimento degli emendamenti”, ha scritto Messina proprio mentre la giunta regionale dava mandato agli uffici della Funzione pubblica di dare il via agli atti di interpello per ricoprire le posizioni di 17 capi dipartimento in scadenza a febbraio.
Parte il valzer dei dirigenti
L’avviso, a firma della dirigente del dipartimento Funzione pubblica e personale Carmen Madonia (lei stessa in scadenza), è stato pubblicato ieri, venerdì 24 gennaio. Chi, tra i 697 dirigenti della Regione, vorrà presentare la propria candidatura dovrà farlo entro il 3 febbraio. Alcuni dg, piazzati in snodi delicati dell’Amministrazione, per legge dovranno lasciare il posto ricoperto negli ultimi cinque anni ma potranno essere ripescati in altri dipartimenti.
Conferme e new entry
Gli unici ad essere certi al 100% della conferma sono Antonio Cono Catrini, che la Giunta ha già confermato per altri due anni all’Autorità di certificazione dei programmi cofinanziati dalla commissione europea, e Alberto Pulizzi, che al momento guida la Pesca. Sono gli unici due nomi presenti in seconda fascia, mentre gli altri arrivano da quell’anomalia tutta siciliana che è la terza fascia (nata nel 2010).
Tra le possibili conferme quelle di Salvo Cocina alla Protezione civile e Silvio Cuffaro alle Finanze, due figure sulle quali il governatore nutre massima fiducia. Potrebbe restare all’Agricoltura anche l’esperto Dario Cartabellotta. E intanto, il neonato dipartimento del Cerimoniale è stato affidato ufficialmente a Francesco Di Chiara.
Sindacati contrari alla fascia unica
Il valzer avviato dalla Giunta induce a pensare ad un lungo rinvio della riforma della dirigenza. Nel merito c’è poi la contrarietà dei sindacati alla fascia unica. Fronte compatto di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Cobas-Codir, Sadirs, Siad-Csa, Ugl e Dirsi: superamento della terza fascia e mantenimento di due sole categorie, con i burocrati che passerebbero tutti alla seconda ottenendo il diritto di ambire all’incarico di dirigente generale. La fascia unica, secondo i sindacati, comporterebbe anche un complicato percorso di rinegoziazione del contratto di lavoro appena firmato.
I dipartimenti in gioco
L’interpello pubblicato, intanto, apre i giochi in 17 dipartimenti (su un totale di 32 uffici di alta dirigenza). Queste le posizioni in gioco, con gli attuali capi: Protezione civile (Salvo Cocina); Programmazione (Vincenzo Falgares); Attività produttive (Carmelo Frittitta); Beni culturali (Mario La Rocca); Finanze (Silvio Cuffaro); Innovazione tecnologica (Vitalba Vaccaro); Famiglia (Maria Letizia Di Liberti); Funzione pubblica (Carmen Madonia); Autonomie locali (Salvatore Taormina); Formazione professionale (Maurizio Pirillo); Istruzione (Giovanna Segreto); Agricoltura (Dario Cartabellotta); Sviluppo rurale (Fulvio Bellomo); Pesca (Alberto Pulizzi); Ambiente (Patrizia Valenti); Urbanistica (Calogero Beringheli); Corpo forestale della Regione (Giuseppe Battaglia).
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