Turismo di lusso, in Umbria margini di crescita. Nei 5 stelle forte crescita rispetto al 2019

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di Dan.Bo.

L’Umbria si colloca tra le regioni con un buon potenziale nel turismo di lusso, ma con margini di sviluppo significativi. Con un punteggio di 94,8 nell’Elite Index (Exclusive luxury & international tourism evaluation) elaborato da Demoskopika, la regione si posiziona poco sopra la soglia delle destinazioni con un settore luxury ancora in fase di crescita, necessitando di strategie mirate per rafforzarne la competitività.

Le regioni A dominare il mercato del turismo di lusso in Italia, secondo l’Elite Index, sono Lazio (109,1 punti), Campania (108,7 punti), Lombardia (105,7 punti), Sardegna (103,9 punti) e Veneto (102,9 punti). Ottime performance sono state registrate anche in Toscana (102,4 punti), Trentino-Alto Adige (102,1 punti), Puglia (100,4 punti), Sicilia (99,2 punti) e Liguria (98,7 punti). Oltre all’Umbria, altre cinque regioni presentano un buon potenziale di sviluppo nel segmento luxury: Friuli Venezia Giulia (98,6 punti), Piemonte (98,0 punti), Basilicata (95,9 punti). In coda alla classifica si trovano le destinazioni con un turismo di lusso in fase embrionale o che necessitano di interventi strategici per rafforzare la propria attrattività: Calabria (94,0 punti), Abruzzo (93,9 punti), Molise (93,5 punti), Emilia-Romagna (93,5 punti) e Marche (93,4 punti).

I numeri Secondo le statistiche della Regione, nel 2024 in Umbria erano 9 le strutture 5 stelle e 5 stelle lusso, per un totale di 668 posti letto, in lieve calo rispetto ai 678 del 2023. La permanenza media l’anno scorso è stata di 2,32 giorni, leggermente superiore alla media di tutte le strutture alberghiere (2,1); più alta (2,7) la permanenza media dei turisti stranieri mentre per quelli italiani si attesta poco sotto i due giorni (1,97). L’indice di utilizzo di queste strutture di lusso è invece decisamente più alto rispetto a tutte le altre: 49,4 per cento nel 2024 rispetto a una media del 40,2 per cento e con un incremento del 5,6 per cento rispetto all’anno prima. Complessivamente un anno fa gli arrivi sono stati quasi 46mila, con una leggera prevalenza di italiani (23.289) rispetto agli stranieri, che pesano però molto di più per quanto riguarda i pernottamenti: 61mila su un totale di 107mila. Rispetto al 2019 la crescita di arrivi e pernottamenti è stata notevole: +37 per cento per quanto riguarda i primi e +43 per cento per le presenze.

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L’indagine Tornando all’indagine di Demoskopika, a livello nazionale il turismo di lusso ha registrato una crescita sostenuta, con oltre 9 miliardi di euro di spesa diretta nel 2024 negli alberghi a cinque stelle e cinque stelle lusso. Questo segmento ha inciso per il 16,8 per cento sull’ammontare complessivo dell’offerta alberghiera in Italia, stimata in poco più di 54 miliardi di euro. L’analisi di Demoskopika, che ha escluso il biennio pandemico, evidenzia un tasso medio di crescita annua del 9,2 per cento per gli hotel di fascia alta tra il 2008 e il 2024, quasi il doppio rispetto alla media del settore alberghiero nel suo complesso (5,2 per cento). Le presenze in strutture di lusso hanno sfiorato i 12,8 milioni di pernottamenti, con oltre 4,5 milioni di arrivi, a conferma dell’attrattività crescente dell’Italia per una clientela alto-spendente. Per il 2025, le stime indicano un ulteriore incremento del segmento d’alta gamma, con 4,6 milioni di arrivi e poco più di 12,9 milioni di pernottamenti, pari a una crescita rispettivamente del 2 per cento e dell’1,4 per cento rispetto all’anno precedente.

Rio Il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio, ha sottolineato come il comparto del lusso in Italia sia caratterizzato da una solida offerta ricettiva e da una crescente capacità di intercettare segmenti di mercato con alta propensione alla spesa. Tra i fattori chiave della crescita, Rio evidenzia la qualità dei servizi, la valorizzazione delle destinazioni di pregio e la creazione di esperienze esclusive. Per consolidare ulteriormente questa tendenza, secondo il presidente di Demoskopika, sarà necessario investire in formazione specialistica, innovazione tecnologica e integrazione di filiera, coinvolgendo attori pubblici e privati in una strategia condivisa che rafforzi la competitività del Paese come destinazione di lusso.

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