Torna Cofani aperti: «Dinamo, apparecchia una vittoria»

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Sassari Domenica ritorna la Dinamo, che non gioca in casa da un mese, ritorna il lunch match (ore 12) e quindi ritorna “Cofani aperti” in occasione della sfida con Venezia: per chi non lo sapesse, si tratta del “terzo tempo” organizzato dai tifosi di Orgoglio Biancoblù che mettono a disposizione nel parcheggio di Piazzale Segni ogni bendiddio. Un’iniziativa ormai famosa in tutta Italia e che non vanta tentativi di imitazione: impresa troppo ardua.

«Rieccoci dopo un po’ di mesi – spiega uno dei leader, Marco Fancellu – l’assenza è colpa del meteo o delle concomitanze con le gare della Torres, per motivi di sicurezza visto l’afflusso di auto per il doppio evento. Speriamo che sia una bella edizione, con ottima partecipazione, magari anche dei tifosi di Venezia, se gli farà piacere». Solitamente i supporter avversari non si fanno pregare: «Cofani è aperto a tutti – dice Fancellu – le tifoserie ospiti spesso vengono invitate il giorno stesso e o accettano. E anche qualche giocatore delle squadre avversarie».

Un brand sassarese. Cofani fa anche miracoli. Lo scorso anno ha fatto diventare “quasi” simpatico alla tifoseria persino Andrea Cinciarini, intrattenutosi a mangiare tra le auto dopo 40’ di fischi contro di lui (vecchie ruggini risalenti all’anno dello scudetto). E il suo coach di allora, Meo Sacchetti pur di esserci ha accorciato la conferenza stampa: “Scusate, ora devo andare perché i tifosi mi aspettano”. «Cofani è così, ormai è un brand – dice Marco – un momento di condivisione dell’amore per il basket che va oltre la gara. L’abbiamo anche esportato in alcune trasferte e i tifosi di casa, che lo conoscevano, hanno contribuito a loro volta. È un patrimonio della tifoseria di Sassari che ci inorgoglisce tanto, speriamo resti così com’è, puro e sano».

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Cofani di delusioni. Certo salsiccia, carne arrosto e formaggi che sono alla base dell’appuntamento, ma si digeriscono meglio se la squadra del cuore vince. E la Dinamo di quest’anno non sempre si ricorda di farlo. «È un’annata molto travagliata, è probabilmente la più complicata da quando nella massima serie, è dura, ci sono stati tanti infortuni e cose che non sono andate bene. Ora però è il momento di stringerci tutti quanti intorno alla squadra, perché per la prima volta potremmo essere risucchiati nella lotta salvezza: 4 punti dalle ultime è un margine di sicurezza che certo non ci tranquillizza. Anche perché sotto di noi si stanno svegliando. La Dinamo deve essere brava a non farsi coinvolgere in un tipo di situazione che non vorremmo rivivere. Ci sono dieci partite alla fine. Devono essere dieci finali, la squadra deve fare la sua parte in primis, ma anche il pubblico deve dare il proprio sostegno perché la Serie A è un patrimonio della città».

Up&down. Il Banco ha fatto intravedere numeri importanti, ma senza la continuità necessaria: «In una stagione ci sono momenti più o meno positivi, ma ciò che dispiace è che la stessa squadra che ha vinto all’andata a Venezia, ha giocato benissimo contro Milano, ha battuto Bologna, faccia poi risultati magri contro team alla sua portata. Evidentemente è una questione mentale, sappiamo quanto la parte psicologica sia importante. Dobbiamo ricordarci che quelli che giocano a basket sono ragazzi e hanno bisogno di tutto il supporto». Eppure l’impegno non manca, gli allenamenti sono sempre soddisfacenti: «Certo si lanciano sui ogni palla, a volte perdono anche qualche dente per la foga (il riferimento è a Bibbins), ma è chiaro che tutta questa energia vada da indirizzata nei giusti canali. E questo è compito del coach, dello staff, dell’ambiente ristretto del club, ma anche dei tifosi che devono sempre tenere un atteggiamento positivo. Ora speriamo che contro la Reyer ci sia una giusta reazione e che i giocatori diano il massimo, lasciando da parte pressioni che se esagerate possono essere deleterie».

Ambizioni. C’è voglia di rivedere una Dinamo che lotti per traguardi ambiziosi, altri club pur non avendo budget stratosferici stanno riuscendo a entusiasmare: «Visto da fuori è tutto più semplice, ma i soldi contano sino a un certo punto. Importante l’alchimia che deve nascere tra i giocatori, passando anche attraverso il lato tecnico e tattico, attraverso l’ambiente. Sassari è una piazza diversa sotto diversi aspetti. si deve creare un mix di fattori per vedere dei risultati. E in passato a sua volta è riuscita a fare molto meglio di altre realtà molto più ricche, sino a vincere addirittura lo scudetto. Quest’anno stiamo un po’ faticando noi, ma sono fiducioso – conclude Fancellu – che questa stagione di transizione passi velocemente».



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