Slava Ukraina! Con la spartizione del suo suolo e sottosuolo

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Slava Ucraina © Image by Wilfried Pohnke from Pixabay

L’ong Armed Conflict Location and Event Data (Acled), che mappa i conflitti in tutte le regioni del mondo, è notizia di questi giorni, vede per il 2024 lo sconsolante record di essere stato, dalla fine della seconda guerra mondiale, l’anno con più conflitti a livello globale.
Un altro studio, questo dell’Istituto Internazionale per gli Studi Internazionali (Iiis) afferma anche che è aumentata l’intensità e il tributo umano di questi conflitti armati con il 37% in più di persone rispetto allo stesso periodo dell’anno prima.
La guerra in Ucraina è la più letale del mondo, mentre il Myanmar, dove la guerra civile infuria dal colpo di stato militare del 2021, ha il più alto numero di gruppi armati in campo.
In tutto il globo sono oltre cinquanta i Paesi che stanno vivendo un conflitto attivo. Guerre spesso dimenticate e fraticide in cui il contendere, più che qualche metro di confine è la ricchezza del sottosuolo.
Ecco le vere cause della guerra in Ucraina e di altre guerre dimenticate del mondo.

Niente politica e ideologia come in passato, anche se i nazionalismi ci mettono il carico, ma soprattutto posizionamenti geopolitico per le risorse del terzo millennio.
Ne è una dimostrazione plastica la richiesta “risarcitoria” del presidente Usa Donald Trump all’Ucraina in terre rare, termine che fino a pochi anni fa tanti ignoravano anche il senso.
Le guerre in corso quindi, e questo è una conferma, nascono e si sviluppano per il controllo di questi materiali.

Nel luglio del 2024, quindi quando alla speranza della fine della guerra Russia-Ucraina nessuno pensava, un articolo pubblicato sul World Economic Forum e firmato dall’analista ed ex parlamentare ucraina Nataliya Katser-Buchkovska ricordava (guarda caso!) le enormi quantità di risorse naturali di cui dispone l’ex Paese sovietico.
L’Ucraina detiene le più grandi riserve di titanio in Europa (e il 7% delle riserve mondiali) minerale cruciale questo per l’industria aerospaziale, medica, automobilistica, navale e militare ed ha anche una delle più grandi riserve di litio confermate in Europa (stimate a 500.000 tonnellate) vitale per batterie, ceramica e vetro ed è il quinto produttore mondiale di gallio, essenziale per i semiconduttori e i led. (anche se in realtà questi minerali non sono catalogati fra quelli rari, ma strategici sicuramente lo sono).

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Ma cosa sono quindi esattamente le terre rare di cui tutti oggi parlano?
Note con la sigla REE, acronimo di Rare Earth Metals, sono un gruppo di 17 elementi facenti parte della famiglia dei metalli. Il loro nomi sono inusuali ma conviene imparare a conoscerli: scandio, ittrio, lantanio, cerio, praseodimio, neodimio, promezio, samario, europio, gadolinio, terbio, disprosio, olmio, erbio, tulio, itterbio e lutezio. 

Materiali questi determinanti per l’economia del futuro che è presente perché fondamentali nel settore dell’automotive – specie per quello elettrico ed ibrido, – per le batterie ricaricabili, per le turbine eoliche, per la costruzione di motori elettrici; possono poi diventare fosfori per tv e lcd e più in generale sono importanti per la creazione di tutti i dispositivi elettronici di ultima generazione di cui nessuno di noi può fare a meno.
Per andare più nel tecnico servono anche queste come il titanio e il litio per il settore aerospazio, per la difesa, per le energie rinnovabili, ma anche nel settore medico e perfino in quello petrolchimico nel processo di raffinazione del petrolio greggio.

Guerre fredde e calde che servono per il controllo di queste riserve del sottosuolo.
Zitta zitta la Cina, nell’indifferenza o inettitudine del resto del mondo (leggi Europa e America) controlla oggi da sola il 70% della capacità estrattiva dell’intero pianeta di queste terre rare, avendo di fatto colonizzato tutto il continente africano e il 90% della capacità di lavorazione grazie al vantaggio temporale sul resto del mondo.
Per il suolo vi diremo più avanti.

A proposito di Africa esempio eclatante in tal senso è la Repubblica Democratica del Congo dove in nome del tantalio (metallo che proviene dalle miniere di coltan) e utilizzato nell’industria elettronica, informatica e automobilistica è in corso da anni un sanguinario conflitto. E’ la dimenticata guerra del coltan di cui il Congo detiene il 40% dell’approvigionamento mondiale e che finanzia i ribelli grazie all’appoggio del Ruanda che il coltan poi lo esporta forse più del Congo stesso.

I nostri smartphone sono sporchi di sangue?
Probabilmente, tant’è che lo scorso dicembre il Congo ha accusato un noto brand di utilizzare coltan estratto dalle zone di conflitto anche se teoricamente dovrebbe essere tracciato per dimostrare che la materia che entra in un telefono e in altri dispositivi elettronici sia estratta in modo responsabile, eviti di finanziare conflitti e sia associato a violazioni di diritti umani.

Torniamo però all’attualità dell’Ucraina e al suo suolo e sottosuolo. Detto delle terre rare ucraine che fanno gola a Trump forse non tutti sanno che ancora prima di essere invasa l’Ucraina aveva già venduto oltre il 50% dei suoi terreni coltivabili dopo che il Presidente Volodymyr Zelensky nel 2021 aveva cambiato la legge che non permetteva la vendita di terreni e risorse ucraine a società e imprenditori esteri.
Scelte obbligate dalla situazione contingente di un paese uscito a pezzi dall’Unione Sovietica e socialmente ed economicamente a pezzi con il 30% di disoccupazione e un inflazione altissima.
L’edizione australiana di National Review in un articolo dello stesso 2022 riporta che tre grandi multinazionali statunitensi ovvero Cargill, Dupont e Monsanto hanno acquistato in Ucraina ettari di terreno agricolo che corrispondono più o meno alla grandezza dell’intera Italia.
Multinazionali gestiti da fondi che dettano di fatto, con il suolo e il sottosuolo, dettano il futuro del mondo per il proprio profitto e che sono capaci di innescare guerre e farle finire, organizzare colpi di stato, pilotare elezioni, mandare in deficit Nazioni sovrane, etc… oppure acquistarseli a pezzi come stanno facendo con l’Ucraina.
La Cina unico stato sovrano a competere in questa spartizione non è stato a guardare ed ha acquistato secondo fonti filo-russe anch’esso un buon 5% dei terreni agricoli ucraini.
Chiaramente dopo lo scoppio della guerra i terreni acquistabili “in via eccezionale” anche per le società estere sono aumentati e fra essi adesso ci sono anche quelli demaniali anche perché, secondo una fonte tedesca, la svendita dei terreni demaniali era considerata condizione determinante per permettere alla povera Ucraina di accedere al nuovo programma di prestiti del Fondo Monetario Internazionale…
Secondo la tedesca Deutsche Wirtschafts Nachrichtengran di conseguenza parte dei seminativi ucraini è diventata facile preda per le aziende agricole degli Stati Uniti, dell’Unione Europea e della Cina tante che secondo uno studio delll’Università di Auckland in un rapporto del 2023 una società cinese ha acquisito un terreno grande quanto il Belgio all’interno di un contratto di locazione di 99 anni con un’opzione di acquisto al termine…
All’ interno dello stesso rapporto si metteva in evidenza anche che nel 2014, lo stato ucraino aveva stipulato un contratto con le due petrolifere per diritti di sfruttamento per 50 anni con il diritto di proroga per un’area pari alla Lombardia per estrarre gas e terre tare nel Donbas, oggi conquistato sul campo dalla Russia.

In Ucraina, nella speranza che si arrivi alla fine del conflitto, secondo le più attuali stime risultano morti in guerra 300.000 persone, 40.000 sono i dispersi, 500.000 i feriti e circa 8 milioni i profughi e sfollati.

Loro come noi, sono quasi tutti ignari del vero motivo per cui sono morti, per cui sono rimasti menomati a vita o del perché hanno perso tutto e dovuto abbandonare le loro case.
Il racconto dell’ideologia, del nemico invasore russo, delle novelle novecentesche della Patria violata forse funziona, ma non pulirà mai la coscienza di chi quei morti, quei menomati e quegli sfollati gli ha causati in nome di una spartizione già fatta di quel suolo e di quel sottosuolo per il mero profitto privato di chi ci usa come burattini e che di conseguenza ci racconta anche la bella fiaba della Patria e dell’invasore.

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Così com’è avvenuto e avviene in Congo e in altre parti del mondo…

 

 

 





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