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ROMA-COMO 2-1

ROMA-COMO 2-1

(AGR) Quella con il Como, se, vista la classifica, sulla carta appare alla portata della squadra giallorossa, sul campo si dimostra poi piuttosto insidiosa, tale, comunque, da indurre Pellegrini e compagni ad un approccio più prudente rispetto ad altre performance anche recenti. Un atteggiamento, quello romanista, che nel corso della gara, e per tutta la sua durata, si dimostrerà perfettamente adeguato alla fattispecie, essendo ben lontano dalla Roma arrembante cui ci siamo ormai abituati dall’avvento di Claudio Ranieri sulla panchina giallorossa.

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Probabilmente, il mister romanista potrebbe aver pensato di ‘utilizzare’ l’attuale stato di grazia psico-fisico della squadra in ambito coppa UEFA, laddove la Roma, in settimana, si giocherà buona parte delle sue chance per il passaggio alla prossima fase del torneo. Un atteggiamento strategico-tattico, quello della Roma, quasi obbligato dal suo cattivo avvio di campionato e dalle ormai arcinote vicende che, all’epoca, ne accompagnarono il cammino e che si tradussero in disastrose sconfitte, a corollario di inguardabili performance, e in un precipitare velocemente verso le sabbie mobili della lotta per la salvezza.

 

L’avvento di Ranieri ha spazzato incertezze e perplessità sul cosa poteva fare questa squadra: intanto, ha ricreato la serenità di spogliatoio e, poi, cosa non secondaria, ha fatto sì che i giocatori riacquistassero quella consapevolezza nei propri mezzi e possibilità: proprio il mister giallorosso ha ribadito più volte che, certo, il risultato è importante, ma più importante è restare squadra e dare in campo tutto ciò che è nelle possibilità di ogni singolo, che sia titolare o esordiente, poi, può pure capitare di perdere la partita. Insomma, non abbiamo dubbi che la cura Ranieri ha funzionato e sta funzionando alla grande. L’obiettivo della Roma è ora quello di risalire la corrente e approdare in Europa, se poi la rimonta, cioè il riuscire a guadagnare un posto in uno dei tornei continentali, sarà coronata dal successo, non è possibile prevederlo, vista la tanta, agguerritissima e fortissima, concorrenza. Ma, l’importante è, restando a Ranieri, dare tutto in campo, fare, cioè, il proprio dovere.

Il Como è una squadra brillante e dinamica e, ne siamo sicuri, nel corso del campionato sono in molti addetti ai lavori ad essersene accorti. Anche nei confronti della squadra lariana, come per diverse altre che attualmente sono attestate in posizioni medio-basse, o, addirittura, sono invischiate nella lotta per la salvezza, la classifica è piuttosto avara: non è una bestemmia affermare che, per quanto fatto vedere in campo, al Como mancano almeno tre, quattro punti persi per strada, capita. La squadra gioca bene ed è guidata benissimo. Complimenti a mr. Fabregas. Di sicuro, ai lariani si prospetta un finale di campionato tranquillo e senza patemi d’animo per i propri tifosi.

Che l’avversaria di turno giochi bene e senza timori reverenziali se ne è accorta anche la Roma, che parte subito in avanti, alla ricerca del goal, ma si trova davanti un Como ben organizzato, che tiene bene il campo e che, quando capita, la mette sulla velocità, battendosi senza timori reverenziali. Scrollatisi di dosso i residui di certa, possibile, soggezione iniziale, i lariani azzardano e dopo essere riusciti a mantenere la partita sul piano dell’equilibrio concedendo ben poco ai romanisti, al 44’ vanno in goal: a difesa romanista spiazzata in avanti, Perrone è lesto a trovare bene Da Cunha, perso di vista da Mancini e N’Dicka, che, ben appostato, la mette nel sacco romanista.

Nella ripresa, sostituiti Pellegrini e Shomurodov con El Shaarawy e Dobvyk, la Roma acquista in dinamicità e velocità, ma il Como tiene, sicché Ranieri procede ad altre sostituzioni e manda dentro Saelemaekers e Cristante e gli effetti si vedono quasi subito, quando, al 61’, il pallone arriva a Saelemaeers ben appostato in area che piazza la botta e il pallone finisce nella rete lariana, complici anche una deviazione di Goldaniga, peraltro non decisiva. Per arginare la Roma, il Como usa anche le maniere forti: più volte, tra gli altri è Kempf a distinguersi per i suoi modi spicci, chiamiamoli così, usati per fermare il malcapitato avversario che gli capita sotto, così, prima gli arriva il giallo, poi il secondo giallo e, a stretto giro di posta, il rosso: è il 63’ e a questo punto, in inferiorità numerica, il Como deve per forza barricarsi nella propria metà campo per difendere il prezioso pareggio: è, questa, una scelta tattica che regge fino al 76’V, quando arriva il raddoppio della Roma a sintesi di una bella azione corale che parte da un preciso lancio di Cristante per Rensch, l’olandese prosegue appoggiando subito per Dobvyk che, al volo, insacca angolato. Per la Roma sembra fatta, invece, in pieno finale, Vojvoda, sfuggito non si sa come alla difesa romanista, arriva in area, tira a botta sicura ma il pallone sbatte sul palo e arriva a Cutrone che è lì lì per tirare, ma Svilar esce bene e salva la porta giallorossa.

 

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