No all’Europa delle armi: il M5S diserta la manifestazione del 15 marzo

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Giuseppe Conte si oppone a un’Europa che investe miliardi in armamenti invece che nel benessere dei cittadini.

Il Movimento 5 Stelle non prenderà parte alla manifestazione “La piazza per l’Europa”, prevista per il 15 marzo a Roma. La decisione è stata annunciata dal presidente del partito, Giuseppe Conte, che ha spiegato le motivazioni dietro questa scelta. Secondo Conte, la manifestazione non rispecchia la visione che il M5S ha per l’Europa del futuro, suscitando così il rifiuto del movimento a scendere in piazza.

La visione di un’Europa diversa

La critica principale sollevata dal M5S riguarda la visione politica promossa dall’attuale leadership dell’Unione Europea, rappresentata dalla presidente Ursula von der Leyen. Conte ha dichiarato che il partito non condivide l’orientamento della Commissione Europea, che, a suo parere, pone troppa enfasi sul riarmo e sulle spese militari. L’ex premier ha infatti spiegato: “Per quale Europa dovremmo scendere in piazza? L’Europa della presidente von der Leyen?” Per il M5S, l’Europa che si vorrebbe costruire dovrebbe essere diversa, più attenta al benessere dei cittadini, alla solidarietà e all’ambiente, piuttosto che focalizzarsi su politiche di riarmo.

La preoccupazione di Conte è che, dietro la retorica della difesa comune, si stia nascondendo un aumento delle spese per armamenti, distogliendo risorse da settori vitali come la sanità, l’educazione e il sostegno alle famiglie. “Vogliamo un’Europa che investa nei cittadini, un’Europa più verde e solidale, non un’Europa che spenda miliardi per le armi” ha sottolineato.

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Il conflitto in Ucraina e la corsa al riarmo

Anche sul piano geopolitico, la posizione del M5S si distingue. Conte ha ribadito la condanna dell’aggressione russa all’Ucraina, ma ha anche espresso dubbi sul modo in cui viene affrontata la minaccia russa. “Chi continua a enfatizzare questa minaccia sta assumendo una grande responsabilità”, ha dichiarato, alludendo al fatto che, in un momento in cui si stanno cercando vie diplomatiche per il negoziato di pace, la retorica della guerra rischia di alimentare un conflitto più ampio. Il leader del M5S ha quindi espresso una netta opposizione alla spesa militare europea, che attualmente si aggira intorno agli 800 miliardi di euro.

La manifestazione: adesioni e contrasti

Nonostante la decisione del M5S di non partecipare, la manifestazione ha visto l’adesione di numerosi sindaci, provenienti da diverse forze politiche, e di varie associazioni e movimenti civici. L’iniziativa, che si terrà a Roma il 15 marzo alle 15, si propone come una grande dimostrazione di unità per l’Europa, ma senza bandiere politiche, solo quella europea. L’obiettivo è quello di far sentire la voce di cittadini e gruppi che credono nella costruzione di un’Europa unita, ma con un approccio più orientato alla pace e alla solidarietà, piuttosto che al militarismo.

La posizione di Matteo Salvini

Anche Matteo Salvini, leader della Lega, ha preso posizione contro la politica di riarmo dell’UE, criticando l’uso dei fondi europei per finanziare le armi, mentre in altri ambiti, come la sanità o il sostegno alle imprese, le risorse sono scarse. Salvini ha anche lanciato una riflessione su un’Europa con un esercito comune, ipotizzando che, in tal caso, l’Unione Europea avrebbe già inviato soldati in Ucraina. Le sue dichiarazioni si inseriscono in una più ampia critica alla politica estera dell’Unione, che il leader leghista vede come troppo orientata verso gli Stati Uniti e distante dalle reali esigenze dei cittadini europei.

Cgil: divisioni interne sulla manifestazione

Anche all’interno della Cgil ci sono voci discordanti sulla partecipazione alla manifestazione del 15 marzo. Eliana Como, esponente della sinistra interna al sindacato, ha espresso il suo disaccordo con l’idea di aderire a una manifestazione che, a suo avviso, sostiene il riarmo. Como ha paragonato questa situazione alla decisione presa nel 2023, quando i membri della sinistra lasciarono un congresso in segno di protesta contro l’invito a Giorgia Meloni. “Se la Cgil dovesse aderire, ribadisco il mio assoluto disaccordo”, ha affermato, dichiarando di non voler partecipare a eventi che, secondo lei, rischiano di legittimare una politica di guerra.

l Movimento 5 Stelle, con la sua scelta di non partecipare, ribadisce la sua posizione critica verso un’Europa che investe troppo nelle armi e troppo poco nel benessere dei suoi cittadini. In un momento delicato come quello attuale, le scelte politiche dei partiti italiani avranno un impatto significativo sulle future politiche europee.

Red



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