L’AQUILA – Il tormentone non finisce mai: Ferdinando Romano resta alla guida della Asl provinciale dell’Aquila oppure fa le valigie e torna nella Capitale per un posto di prestigio? Si rincorrono nuove indiscrezioni sul futuro del 67enne, manager campano ma romano di adozione, che è ancora una volta sospeso tra le due ipotesi. Anzi tre, visto che a Roma è dato in lizza sia per un ruolo ministeriale alla guida della Prevenzione del dicastero della Salute sia per uno al vertice del dipartimento in Regione Lazio.
Tutti e tre approdi prestigiosi ma che prevedono percorsi amministrativi e politici a dir poco accidentati.
In questo quadro traballante, una cosa è certa: a maggio scadrà la proroga di un anno senza bando del suo mandato da direttore generale dell’azienda sanitaria aquilana, decisa a giugno dell’anno scorso dalla Regione Abruzzo – non senza scossoni nella maggioranza del governatore Marco Marsilio di Fratelli d’Italia, in seno alla quale in molti hanno contestato la legittimità delle procedure – con la motivazione di dover garantire continuità al piano di rientro dall’emergenza conti della Asl abruzzese più indebitata tra le quattro nel territorio regionale.
Ma per la sua conferma alla guida della sanità provinciale serve un nuovo bando da parte della giunta regionale, considerando che il dg non ha partecipato alla ultima selezione forse perché convinto di ripartire per Roma. C’è chi, in seno alla maggioranza di centrodestra, in particolare di FdI, assicura che il bando sarà riaperto e che Romano si presenterà da grande favorito.
Il dg, docente di Igiene all’Università Sapienza di Roma, è arrivato all’Aquila nel 2021 in quota Lega – che in queste settimane lo sta attaccando soprattutto tramite la consigliera regionale aquilana Carla Mannetti – con un contratto dalla durata triennale ma è poi entrato sotto la “tutela” di Fratelli d’Italia. Ora è considerato non solo vicino a Marsilio, ma addirittura ad Arianna Meloni, potente sorella della premier Giorgia che ha in mano le redini del partito.
Nel capoluogo abruzzese, però, l’aria è pesante, pur avendo Romano ottenuto risultati lusinghieri, come la nomina di una quarantina di primari e il rinnovo, dopo molti anni, dei capi dipartimento. Risultati per i quali non è passato all’incasso forse per incapacità di comunicare, sia all’esterno e sia all’interno, in particolare con i dirigenti medici. Inoltre, il manager in prima persona è stato investito da polemiche fortissime.
Per esempio nella vicenda scivolosa dalle accuse di cittadini e sindacati per la carenza di dispositivi e medicine a causa proprio del taglio dei costi. Ma soprattutto per l’attacco hacker subito dall’azienda sanitaria nel 2023, uno dei più violenti ai danni degli enti pubblici italiani di sempre. L’attacco ha messo in ginocchio l’infrastruttura informatica, provocando conseguenze e disagi fortissimi e non del tutto risolti, ma ha anche spalancato le porte a una coda giudiziaria sui risarcimenti danni di quei pazienti che si sono visti diffondere i propri documenti sensibili sul deep web, l’internet oscuro in cui gli hacker di Ransomware Monti hanno pubblicato migliaia e migliaia di atti trafugati nei server della Asl aquilana.
Per lui, quindi, si torna a parlare di sirene capitoline. Lo si dice nei corridoi aquilani e pure in quelli romani.
Come detto, il primo possibile approdo è quello alla guida del dipartimento Prevenzione del ministero della Salute. Il ruolo è già libero: il responsabile uscente Francesco Vaia, sulla sua pagina Facebook “Francesco Vaia direttore”, nei giorni scorsi ha pubblicato un video per annunciare urbi et orbi di aver concluso anticipatamente il suo mandato – a fine dicembre – perché nominato componente dell’Autorità Garante nazionale dei diritti delle persone con disabilità. Un sostituto non è stato ancora trovato, almeno ufficialmente: sulla pagina web del dipartimento ministeriale, infatti, viene indicato ancora Vaia come responsabile. Per questo ruolo Romano è stato già in corsa nel 2023, quando è andato in pensione Gianni Rezza – successore dell’ex capo dipartimento Salute della Regione Abruzzo, il pescarese Claudio D’Amario – dopo averci messo la faccia nella gestione dell’emergenza Covid. Invece è arrivato Vaia e Romano è rimasto all’Aquila per completare il suo mandato alla Asl.
Il secondo posto che vedrebbe Romano in pole position è quello alla guida del dipartimento Prevenzione ma della Regione Lazio. Stando alle cronache, come racconta lavoceromana.it, il direttore Andrea Urbani sarebbe di nuovo in rotta con i partiti che reggono la maggioranza del presidente della Regione Francesco Rocca, anche lui di Fratelli d’Italia, l’unico che ancora lo difende a spada tratta. Ma i partiti continuano a chiedere la sua testa, tanto che per evitare una crisi di giunta sono dovuti scendere in campo i leader di FdI con la premier Giorgia Meloni, di Forza Italia con il vice premier Antonio Tajani e della Lega con l’altro vice premier Matteo Salvini.
E pur di convincerlo a uscire dagli uffici della Regione Lazio, al dirigente sarebbero stati offerti ruoli apicali in ospedali privati della Capitale. Anche per il ruolo alla Prevenzione laziale Ferdinando Romano è stato già in corsa: nel 2024 sembrava uno dei suoi possibili approdi alla scadenza del contratto con la Asl aquilana. Ma Urbani rimase al suo posto e Romano pure, come detto in virtù della proroga di un anno decisa da Marsilio.
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