Situazione sempre più critica in casa Acr Messina: la nuova settimana dopo il brutto k.o. di Monopoli – contro una squadra in piena crisi tanto che non vinceva una partita da fine gennaio e nell’ultimo mese era crollata dal primo al quarto posto, adesso risuscitata dai peloritani – si apre nel modo peggiore possibile. La squadra è letteralmente abbandonata: i calciatori non hanno alcun tipo di sostegno e supporto e iniziano ad esserci le prime difficoltà anche negli allenamenti. Il personale del club non viene pagato da mesi, a partire da fisioterapisti e massaggiatori che non hanno più intenzione di lavorare.
Alla squadra mancano persino gli indumenti e i palloni per gli allenamenti. Ancora più gravi le mancanze per il sostentamento base di alcuni calciatori, previsto dal contratto. Ci sono tanti arretrati con alberghi e ristoranti e nessuno vuole fare più credito a questa società. Non c’è neanche alcun impegno ad organizzare la trasferta di sabato a Cava de’Tirreni: il Ds Domenico Roma, che dopo aver tentennato ad accettare l’offerta dell’AAD Invest Group aveva deciso di esporsi al punto da “garantire” per loro, in questi giorni è a Cosenza e non ha alcun rapporto con la squadra.
C’è un piccolo gruppo di appassionati innamorati della gloriosa bandiera biancoscudata, che ha già avviato una nuova raccolta fondi (stavolta riservata e privata, molto ristretta, senza appelli pubblici o coinvolgimenti speculativi sulla povera gente come tristemente accaduto nelle scorse settimane con il supporto della politica, sigh!) per consentire ai calciatori di andare a Cava de’Tirreni, pagando il viaggio e l’albergo con soldi di tasca propria. Ammirevoli, straordinari, soprattutto se paragonati a chi invece ha abbandonato la barca proprio quando si è reso conto che stava affondando.
Di certo c’è che in queste condizioni non ci si può aspettare nulla di ché dalla squadra in campo: chi ancora guarda le partite come se avessero un senso, non ha capito davvero nulla della situazione. Il Messina non ha speranze, anche perchè i 4 punti di penalizzazione in arrivo, già certi a seguito del primo deferimento, cresceranno ulteriormente ad aprile e maggio per l’inevitabile mancato rispetto delle ulteriori scadenze federali. E ad aprile non verranno pagati neanche gli stipendi dei calciatori, che quindi stanno lavorando gratis. I punti di penalizzazione saranno ancora di più. Nel girone C di serie C quest’anno non si faranno neanche i playout: dopo Taranto e Turris, il Messina retrocederà inevitabilmente in serie D e se nelle ultime settimane anche la Casertana sembra aver mollato, è proprio per l’evidenza di questa evenienza ormai scontata e banale.
Quando lo abbiamo scritto per la prima volta su StrettoWeb, oltre un mese fa, qualcuno rideva. E insultava. E invece è proprio così: per il Messina, il problema non è più cosa succederà nei prossimi due mesi in campo, bensì trovare un multi-miliardario che abbia la voglia (e anche un po’ di sana follia) di rilevare una società così mal ridotta per ripartire dalla prossima serie D. Perché altrimenti l’AAD Invest Group accompagnerà questa società al fallimento, proteggendo Sciotto dalle conseguenze penali della procedura fallimentare: un disegno già scritto, e ipotizzato su StrettoWeb sin dallo scorso anno, sulla falsariga di quanto accaduto in Belgio con il KMSK Deinze. Senza questo potenziale salvatore, una nuova società di calcio a Messina potrebbe ripartire (forse, se ci saranno posti liberi) dall’Eccellenza. Oppure, addirittura dalla Promozione. Il problema, quindi, è quello di salvare la prossima serie D. Una circostanza affatto scontata, anzi, ad oggi decisamente improbabile.
La speranza di Valerio Antonini: gli ultimi aggiornamenti
L’interessamento di Valerio Antonini va in questa direzione e l’imprenditore romano proprietario del Trapani l’ha detto senza mezzi termini. Con la sua passione e le sue enormi capienze finanziarie, consentirebbe a questa società di salvarsi evitando il fallimento e potrebbe costruire una super corazzata in grado di dominare la prossima serie D, come ha fatto con il Trapani un anno fa. Ma se l’operazione Antonini andrà in porto è ancora tutto da vedere: l’imprenditore capitolino non è stupido e ha bisogno di garanzie serie dal Sindaco Basile, oltre a riflettere bene su un investimento che – rispetto a Trapani – gli consentirebbe sì una maggiore prospettiva teorica alla luce del potenziale di Messina, ma lo costringerebbe anche a fare un passo indietro di due anni rispetto al percorso di grande successo che ha già avviato a Trapani.
Le sue valutazioni sono in corso e non mancheranno, nei prossimi giorni, ulteriori aggiornamenti.
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