Azionario emergenti: opportunità da valutazioni basse, riforme, stimoli e investimenti tech in Cina
Giacomo Calef, country head Italia di NS Partners
I mercati azionari emergenti hanno registrato una sottoperformance significativa negli ultimi due anni, spingendo gli investitori a chiedersi se sia il momento giusto per aumentare l’esposizione. La Cina, che rappresenta circa il 28% dell’indice MSCI Emerging Markets, ha annunciato importanti misure di stimolo economico per rilanciare la sua economia.
A dicembre 2024, le autorità cinesi hanno approvato l’emissione di 3.000 miliardi di yuan (circa 409,19 miliardi di dollari) in obbligazioni del tesoro per il 2025, segnando il livello annuale più alto mai registrato. Inoltre, il governo prevede di aumentare il deficit di bilancio al 4% del PIL e di mantenere un obiettivo di crescita economica intorno al 5% per l’anno. Queste politiche fiscali sono progettate per stimolare i consumi interni e lo sviluppo delle infrastrutture, creando un ambiente favorevole alla crescita degli utili aziendali in Cina e, di conseguenza, in altri mercati emergenti.
Inoltre, l’impegno della Cina verso l’innovazione tecnologica è evidente attraverso ingenti investimenti da parte delle sue principali aziende. Alibaba, ad esempio, ha annunciato un piano di investimenti da 50 miliardi di dollari in intelligenza artificiale e cloud computing nei prossimi tre anni. Questa strategia è in linea con l’obiettivo della Cina di raggiungere l’autosufficienza tecnologica, ridurre la dipendenza dalle tecnologie estere e perseguire la supremazia tecnologica, come previsto da iniziative quali ‘Made in China 2025’. Questi investimenti dovrebbero migliorare la produttività e l’innovazione, portando potenzialmente a una buona performance dei settori tecnologici nei mercati emergenti.
Tuttavia, persistono alcune sfide. Gli sforzi della Cina per sviluppare l’intelligenza artificiale incontrano ostacoli interni, tra cui vincoli normativi e il cosiddetto “deficit di diffusione”, ovvero il ritardo nell’adozione su larga scala delle nuove tecnologie nei diversi settori. Inoltre, la dipendenza del paese da fornitori esteri per macchinari avanzati rappresenta ancora un ostacolo all’autosufficienza tecnologica completa.
Nonostante queste difficoltà, la traiettoria generale sembra puntare verso un’economia più solida e indipendente.
Al di fuori della Cina, altri paesi mostrano segnali promettenti. Alcuni analisti prevedono che i mercati azionari di Argentina e Turchia potrebbero registrare rendimenti molto positivi quest’anno, grazie a riforme politiche mirate alla riduzione dell’inflazione e alla rimozione dei controlli sui capitali. Queste riforme dovrebbero creare ambienti economici più stabili, attirando investimenti e favorendo la crescita del mercato. Dal punto di vista valutativo, le azioni dei mercati emergenti appaiono interessanti.
L’indice MSCI Emerging Markets è cresciuto del 7,76% nel 2024, ben al di sotto del guadagno del 25,7% registrato dall’S&P 500 (MSCI World +20.1%). Questa sottoperformance ha reso le valutazioni delle azioni dei mercati emergenti più attraenti rispetto a quelle dei mercati sviluppati. Con il mutare delle condizioni economiche globali, la possibilità che i mercati emergenti colmino questo divario di performance diventa sempre più plausibile.
In conclusione, la combinazione tra le misure di stimolo aggressive della Cina, gli ingenti investimenti nel settore tecnologico e le riforme politiche positive in altre economie emergenti rappresenta un argomento convincente per aumentare l’esposizione ai mercati azionari emergenti. Sebbene rimangano delle sfide, il potenziale di rendimenti superiori derivante dalla ripresa economica e dal progresso tecnologico suggerisce che questo potrebbe essere un momento opportuno per riconsiderare la propria posizione nei mercati emergenti.
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