Si tratta dei lavori che -grazie ai finanziamenti PNRR ottenuti dall’assessorato regionale alla salute- trasformeranno l’attuale Poliambulatorio in Casa di Comunità.
L’intervento s’inquadra nell’ambito della riforma sanitaria che prevede la realizzazione, in provincia di Agrigento, di tre Ospedali di Comunità (strutture che forniscono servizi socio-assistenziali intermedi tra quelli dell’ospedale vero e proprio e quelli dell’assistenza domiciliare e che eviteranno ricoveri inappropriati, garantendo l’assistenza a pazienti in condizioni non complesse) e di diciannove Case di Comunità, tra cui una a Naro
La realizzanda Casa di Comunità
La Casa di Comunità fornirà ai naresi l’assistenza di prossimità per antonomasia, erogando interventi sanitari multidisciplinari e di integrazione sociale. Sarà un luogo di più agevole individuazione, grazie al quale i cittadini entreranno in contatto col sistema di assistenza socio-sanitaria e socio-assistenziale.
Per realizzare la Casa di Comunità, tra lavori edilizi e forniture tecnologiche, serviranno circa 890.000 euro, finanziati alla Regione dal PNRR. I lavori aggiudicati da Invitalia a ConsCoop, nell’ambito di un lotto molto più ampio, dovranno essere ultimati entro il primo trimestre del prossimo anno.
La Casa di Comunità di Naro sorgerà nei locali del Poliambulatorio di via don Guanella, già a disposizione dell’ASP di Agrigento.
Il trasferimento del consultorio familiare
Per questo motivo, alcuni servizi, prima erogati nei locali di via don Guanella, sono già stati trasferiti nei locali dell’ex scuola media Riolo-Specchi di via Dante.
Si tratta dei servizi del Consultorio Familiare; del Centro Vaccinazioni, Igiene e Profilassi; della Medicina di Base e degli Ambulatori.
Il servizio di guardia medica notturna, invece, non è stato trasferito in quegli stessi locali, in quanto ritenuti non idonei allo specifico servizio, probabilmente per motivi di sicurezza.
Il rischio di perdere la guardia medica
Così, adesso si rischia che Naro perda il posto di guardia medica notturna che comporta il doversi recare in altro analogo posto di un Comune vicino o al Pronto Soccorso dell’ospedale di Canicattì.
Il consigliere Lillo Licata, durante l’ultima seduta del Consiglio Comunale, aveva letto un documento (a firma sua e di tutti i consiglieri di maggioranza) con il quale interrogava, addirittura, l’assessore regionale alla salute di Palermo sulla paventata chiusura della guardia medica narese.
Per l’occasione, il sindaco Milco Dalacchi aveva detto che la questione non rientrava nella competenza del Comune e comunque si era interessato a trovare i locali dell’ex scuola media Riolo-Specchi.
L’esortazione dell’assessore alla cultura
Molto ragionevolmente l’assessore comunale Erika Ferraro e la consigliera comunale Liliana Bellavia hanno inquadrato il problema sotto altro aspetto.
Tuttavia, lo hanno fatto, diffondendo un documento sui social con il quale esortano pubblicamente il sindaco Milco Dalacchi sia a diffidare l’ASP di Agrigento e il Distretto Socio-Sanitario di Canicattì (affinché trovino un’immediata soluzione al problema) e sia mettendo “a disposizione i locali siti in via Dante, già utilizzati dall’ex Ufficio di collocamento o alcune stanze dell’ex scuola elementare di Largo San Secondo, che risultano immediatamente fruibili e funzionali, oltre che privi di barriere architettoniche”.
L’esortazione dell’assessore e della consigliera di maggioranza non giunge in riunione di Giunta né di Consiglio, bensì in forma scritta, pubblicamente e con diffusione tramite i social.
La posizione dei consiglieri della DC
I due consiglieri di opposizione, i democristiani Aurora Chianta e Giuseppe Vainella, pure esprimono pubblicamente una “forte preoccupazione per la chiusura della Guardia Medica di Naro a causa della ristrutturazione dei locali”.
Inoltre, lamentano che “questa decisione, seppur motivata da esigenze di adeguamento strutturale, rischia di creare un grave disagio per i cittadini, in particolare per le fasce più vulnerabili della popolazione che potrebbero trovarsi prive di un servizio sanitario essenziale”.
Infine, chiedono “alle autorità competenti di adottare misure alternative per garantire la continuità dell’assistenza sanitaria” ed invitano “la popolazione e le associazioni locali a unirsi a questa richiesta, affinché il diritto alla salute non venga compromesso”.
Nella foto: i locali del Poliambulatorio in fase di costruzione durante gli anni ’80 del secolo scorso
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