La Fashion Week di Parigi ha debuttato con Weinsanto e l’IFM

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Versione italiana di

Gianluca Bolelli

Pubblicato il



4 marzo 2025

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La Paris Fashion Week s’è aperta lunedì pomeriggio con la sfilata finale dei diplomati della master class dell’Institut Français de la Mode (IFM) e con un défilé di Victor Weinsanto, l’enfant terribile preferito dai parigini.
 
Weinsanto: tutto matto, ma con intelligenza

Parigi amerà sempre un po’ i ragazzacci, e in questo campo l’ultimo beniamino della città in ordine di tempo è Victor Weinsanto, che ha dato il via all’ultima stagione di passerelle a Parigi in una giornata soleggiata, ma fresca.

Weinsanto – Autunno-Inverno 2025/26 – Womenswear – Parigi – ©Launchmetrics/spotlight

Lo stilista ha molto carattere, una fervida immaginazione e non ha paura di correre qualche rischio, come ha fatto questa stagione in una sfilata organizzata nel seminterrato dismesso dell’ex hotel Holliday Inn, in Place de la République.
 
Le sue femme fatales funky apparivano in passerella con indosso cappotti in denim maculati che in realtà erano fatti di pelle. Weinsanto ha usato lo stesso materiale su kilt, jeans e persino la sua maglietta quando è uscito a salutare.

Per la sera, ha optato per bustier in pelle argentata abbinati a minigonne dello stesso colore o per una tuta indossata da una modella i cui capelli argentati abbinati le arrivavano ai polpacci.
 
Le sue modelle indossavano stivali e scarpe a punta, oltre a orecchini molto appariscenti. Quando si sposano, si mettono abiti da sposa con corsetto per valorizzare meglio la loro forma fisica. Le loro damigelle indossano abiti da cocktail neri con spalle scoperte e uno strascico completo.

Weinsanto – Autunno-Inverno 2025/26 – Womenswear – Parigi – ©Launchmetrics/spotlight

Victor ha intitolato la collezione “Complètement Givré”, un sapiente gioco di parole in lingua francese, perché significa sia completamente suonato che completamente satinato, proprio come la serie di vestiti di color argento che ha sfilato. Nato in Alsazia, nella Francia orientale, e formatosi da Jean-Paul Gaultier, Weinsanto è un talento francese alquanto singolare, che dovrebbe essere apprezzato e applaudito in questi tempi di tristezza e intolleranza.
 
I suoi vestiti non sono fatti per le anime sensibili, ma dopo tutto siamo a Parigi, ed è per questo che è amato.

IFM: un approccio potenzialmente vintage
 
La master class dell’IFM di quest’anno promette di essere un’annata molto positiva. Cinque-sei designer in erba hanno dimostrato di avere grande talento, mentre altri hanno mostrato di possedere le capacità tecniche e la destrezza necessarie per assicurarsi una lunga carriera.

Come sempre durante una sfilata di studenti, il pulsante dell’auto-editing era disattivato, poiché questi giovani talenti cercano di distinguersi dagli altri. Inevitabilmente, quindi, c’erano alcune assurdità, ma nel complesso, quando ci sono state, hanno almeno dimostrato che gli studenti hanno lavorato duramente e che hanno dato tutto quello che avevano.
 
A rischio di offendere gli assenti, se ne sono distinti una mezza dozzina. A cominciare da Steven Chevalier, dal bel nome, i cui allegri uomini indossavano cappotti di lana bouclé multicolori, top dipinti e stivali da bucaniere che non mancavano di allure. La sua collezione si chiamava “Out Rage”, e si capiva perché.
 
Il mix di camouflage sovradipinto e rete metallica di Reece Liang ha avuto un grande impatto visivo, così come gli audaci mantelli di Darius Betschart abbinati a pantaloni a sbuffo alla turca.
 
Clémentine Lagadec Thévoux-Chabuel ha fissato l’asticella molto in alto con i suoi maglioni e abiti a trecce, i cui punti a maglia si estendono persino sugli stivali da boxe.
 
La collezione di Filip Bejek, intitolata “Anastasiia Kleptomanov”, è una critica ai consumi eccessivi. Uno dei suoi modelli portava un gigantesco porta abiti imbottito e trasparente, come se stesse fuggendo dalla polizia o da un ufficiale giudiziario.
 
Ciascuno dei 26 designer provenienti da 13 nazioni aveva il diritto di presentare 6 creazioni. Dopo diversi favoriti, era difficile capire chi fosse il migliore. Quindi pensiamo che uno dei nostri look preferiti sia stato quello di Rachel Luurssen, che ha superato Pharrell Williams con un jeans/cocktail in denim meravigliosamente esagerato ed enormi maniche a sbuffo. È sicuramente un nome da seguire.
 
Inoltre, congratulazioni agli ottimi pizzi e maglie di Xingyi Jin. Uno stile gotico cool per il 2025. E rispetto per Andu Yeonju Jang, con i suoi abiti che sono riusciti a trovare un equilibrio tra dinamismo e aspetto commerciale.
 
Forse il giovane talento più ammirato è stato Wenji Wu, che ha presentato degli eroi di fumetti grotteschi e infantili che combattono per delle magliette. Successivamente, Richard Baldomà ha mandato in passerella diversi splendidi cappotti patchwork, prima di proseguire con un Adone che indossava un ampio abito a canottiera realizzato con il giallo e il blu della bandiera ucraina.
 
Qui a Parigi, gli stilisti saranno sempre in lotta per potersi esprimere liberamente attraverso abiti, sfilate e idee. Gli studenti del master di oggi hanno mantenuto questa fiera tradizione. Hanno cercato la libertà attraverso la libera espressione. Bisogna far loro le congratulazioni per questo.

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