Il consigliere comunale e metropolitano Filippo Quartuccio ha patteggiato, con accordo sulla pena, in merito all’indagine riguardante le false sottoscrizioni delle liste a Calanna alle elezioni comunali del 2020.
La sentenza di patteggiamento, oltre a prevedere la pena sospesa e la non menzione nel casellario giudiziale, non dispone, come richiesto dall’istante, alcuna sospensione dalla carica politica e dall’ufficio del Dr. Quartuccio.
“La fondatezza dell’enunciato accusatorio -si legge nelle carte della sentenza del Tribunale di Reggio Calabria- in ordine alle condotte dagli stessi poste in essere emerge con chiarezza dagli atti e, in particolare, dal contenuto dell’informativa di reato redatta dalla sezione di P.G. aliquota P.S. e dalle successive attività d’indagine delegate.
Dalle dichiarazioni di Focà Teresa, Violante Roberto, Licopoli Crucitti Adalgisa, emergono elementi probatori che confermano i fatti descritti nel capo di imputazione.
Dal fascicolo del P.M. si evince che Quartuccio, in qualità di consigliere della Città Metropolitana di Reggio Calabria e pubblico ufficiale autenticatore, e [nome oscurato], in qualità di candidata alle elezioni amministrative di Calanna, avrebbero falsificato dichiarazioni di accettazione delle candidature nella lista “Liberi di ricominciare – Guarna Sindaco”, alterando le firme di Focà Teresa, Violante Roberto e Licopoli Crucitti Adalgisa”.
La giudice, ritenendo fondata la richiesta delle parti, ha pronunciato sentenza ex art. 444 c.p.p. accogliendo l’accordo raggiunto e applicando la pena sospesa e la non menzione nel casellario giudiziale.
Da quanto contenuto nel fascicolo del P.M. si evince, infatti, che il QUARTUCCIO, in qualità di consigliere della Città metropolitana di Reggio Calabria e dunque quale pubblico ufficiale autenticatore, e [nome oscurato], in qualità di candidata alle elezioni amministrative di Calanna, formavano falsamente le dichiarazioni di accettazione delle candidature nella lista “Liberi di ricominciare – Guarna Sindaco”, falsificando le firme di FOCA’ Teresa, VIOLANTE Roberto, LICOPOLI CRUCITTI Adalgisa.
La difesa e il PM concludevano riportandosi alla richiesta di applicazione di pena:
per QUARTUCCIO Filippo: pena complessiva pari a mesi otto e giorni sette di reclusione così calcolata: pena base per il primo reato di cui agli artt. 110 c.p., 90 co. 2 DPR 570/1960 pari ad anni uno di reclusione, aumentata in continuazione di mesi uno e giorni quindici di reclusione per ciascuno degli ulteriori due reati contestati; applicazione delle circostanze attenuanti generiche con riduzione pari a ¼;
aumento per il riconoscimento della continuazione c.d. esterna con il reato oggetto della sentenza resa dal g.i.p. di Locri in data 15.2.2024 e irrevocabile il 3.3.2024 (pena rideterminata, in continuazione, nella misura di mesi uno e giorni quindici di reclusione); riduzione di 1/3 per il rito; pena sospesa e non menzione“.
Si legge ancora nelle carte.
“Con riferimento alla posizione di QUARTUCCIO Filippo, va osservato che nei suoi confronti risulta emessa sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti (resa dal g.i.p. di Locri in data 15.2.2024 e irrevocabile in data 3.3.2024) a mesi cinque e giorni dieci di reclusione per i reati di cui agli artt. 110 c.p. e 90 co. 3 D.P.R. 570/1960, commesso in Bovalino il 13.5.2022.
Tra tale reato e quelli contestati a QUARTUCCIO nel presente procedimento, in considerazione della contiguità del contesto spazio-temporale e della tipologia omogenea delle condotte accertate, deve effettivamente riconoscersi la sussistenza del vincolo della continuazione.
Pertanto, osservato che la sanzione più grave è quella applicata per i reati oggetto di contestazione nel presente procedimento, la pena già applicata con la sentenza resa dal Tribunale di Locri può essere rideterminata, in continuazione c.d. esterna, nei termini di cui all’accordo delle parti, ossia nella misura di mesi sei e giorni 15 di reclusione“.
Ai microfoni di CityNow, le dichiarazioni di Quartuccio.
“E’ una vicenda da tempo chiusa che torna stranamente a galla quasi un anno dopo la sentenza e a più di tre anni dalle circostanze contestate. Come ho sempre detto ripongo piena fiducia e massimo rispetto degli organismi giudiziari. E proprio in quest’ottica non commento la sentenza, ritenendo però doveroso ringraziare gli operatori della giustizia per il loro lavoro e precisando che la vicenda non inficia in alcun modo la mia attività professionale e politica”.
“Entrando nel merito – aggiunge Quartuccio – a mio parere è chiaro che c’è qualcosa da rivedere nell’architettura normativa, perchè spesso rispetto alle procedure di presentazione delle liste, soprattutto nei piccoli comuni, tanti amministratori locali sono esposti a rischi giudiziari, pur agendo in perfetta buona fede. Credo che le tecnologie digitali attuali, si pensi ad esempio allo Spid o alla firma digitale, potrebbero consentire di snellire queste procedure e renderle più sicure e trasparenti, evitando questo genere di disfunzioni”.
Da ricordare infine come Quartuccio era risultato indagato anche nell’ambito dell’inchiesta coordinata dalla Procura di Locri relativa alle elezioni comunali del 2020 a Platì, perchè “nella qualità di pubblico ufficiale delegato all’autenticazione, attestava falsamente in calce alla dichiarazione di accettazione della candidatura alla carica di consigliere comunale di Bovalino che la firma di Domenico Sergi era stata apposta in sua presenza, il 13 maggio 2022” e di aver identificato lo stesso “mediante il documento di identità”. In realtà, secondo la Procura di Locri, Sergi si trovava a Novara.
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