Napoli-Inter, il pareggio rinvia il verdetto scudetto e l’Atalanta non ne approfitta. Oggi Milan-Lazio e Roma-Como

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Inter, Napoli e Atalanta: pareggiano tutte e l’alta classifica resta invariata ma l’occasione più grossa l’ha persa l’Atalanta che si è fatta imbrigliare in casa dal Venezia. Oggi tocca alle romane scendere in campo e domani la Juve

Tutto come prima. Inter, Napoli e Atalanta hanno pareggiato, lasciando invariate le posizioni di classifica, con la sola differenza di un turno di campionato in meno. Certo, le X in questione sono diverse: l’1-1 tra Conte e Inzaghi può star bene a entrambi, mentre lo 0-0 col Venezia non può bastare a Gasperini. A conti fatti, però, il sabato di Serie A ha mantenuto tutti in vita e alla corsa potrebbe aggiungersi persino la Juventus, che in caso di successo sul Verona (domani sera) si troverebbe a soli sei punti dall’Inter.

Napoli – Inter 1-1: Dimarco e Billing lasciano la classifica invariata

Il match è stato tattico e intenso fin dall’inizio, con due squadre che si sono aggredite a vicenda e duelli fisici in tutte le zone del campo, conditi da diversi episodi di nervosismo. Per sbloccare l’impasse, come spesso accade in gare del genere, è servita una giocata individuale, ovvero la punizione-gioiello di Dimarco che Meret che ha potuto solo guardare (22’). Là è cominciata la partita degli azzurri, vicini al pareggio già al 34’ con Lukaku, il cui tiro al volo ha solo sfiorato l’esterno della rete. La squadra di Conte si è riversata in avanti, ma senza creare pericoli veri e propri dalle parti di Martinez, consentendo così all’Inter di chiudere il primo tempo in vantaggio.

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A inizio ripresa il Napoli ha continuato a premere sull’acceleratore, mentre Inzaghi, complici gli infortuni di Dimarco e Calhanoglu, ha finito per abbassarsi ancora, lasciando totalmente il pallino del gioco. Va detto che fino al 65’ i rischi sono stati praticamente nulli, poi Martinez ha salvato su McTominay e gli azzurri hanno capito di poter far male davvero. La pressione è proseguita senza sosta ed è stata premiata al minuto 87, quando Billing, subentrato poco prima la posto di Gilmour, ha trovato il pari concludendo una bell’azione di Lobotka, seppur in due tempi (il primo tiro, infatti, era stato respinto da Martinez). A quel punto il Napoli, spinto dall’entusiasmo del Maradona, ha provato addirittura a vincerla, ma non è più riuscito a creare occasioni degne di nota, se si esclude una percussione di Ngonge sventata dal portiere nerazzurro. Il pari, a conti fatti, va bene a tutti: a Conte, che resta aggrappato alla vetta con un gol nel finale e a Inzaghi, uscito indenne nonostante una partita di grande sofferenza.

Conte: “Questa partita ci fa capire che dipende tutto da noi, se vogliamo possiamo”

“Sicuramente c’è un po’ di disappunto, perché abbiamo fatto un’ottima prestazione contro una squadra molto forte, una corazzata costruita negli anni – il commento soddisfatto di Conte -. Essere riusciti a fare una partita del genere, ci fa capire che possiamo dire la nostra e questo ci deve far rammaricare ancora di più per il secondo tempo di Como, nel quale siamo completamente mancati. Dobbiamo mostrare questa cattiveria, se lo faremo fino alla fine resteremo attaccati a…non dico a cosa. Mancano undici giornate, se a inizio campionato qualcuno ci avesse detto che saremmo stati a -1 dalla vetta, l’avremmo internato. Invece oggi siamo consapevoli, ci aspetta un finale di stagione in cui sappiamo che c’è una squadra molto forte, l’Inter, un’altra che competerà fino alla fine, l’Atalanta e la stessa Juventus, che è lì in agguato. Ma noi dobbiamo pensare a noi stessi, cercando di ripetere quello che abbiamo fatto stasera. Dobbiamo mostrare questa voglia e cattiveria, se lo faremo staremo attaccati fino alla fine”.

Inzaghi: “Siamo in emergenza, ma il campionato resta equilibratissimo”

“È stata una partita difficile, primo tempo equilibrato poi nel secondo loro sono cresciuti e abbiamo avuto dei problemi. Il Napoli è un avversario di valore e loro erano anche più freschi quindi ci hanno messo in difficoltà, anche se sul gol subìto dovevamo essere più bravi. Negli scontri diretti bisogna essere perfetti e noi non lo siamo stati, comunque il campionato resta equilibratissimo e ricco di squadre di valore. Sui gol presi nel finale ci stiamo lavorando, non dovevamo permettere a Lobotka di entrare in area. I cambi poco produttivi? Entrare in queste partite non è mai semplice, i ragazzi hanno cercato di aiutarsi. Avrei voluto fare il 4-4-2, ma il Napoli aveva sugli esterni Spinazzola e Politano e ho preferito dare ampiezza tenendo Dumfries e Pavard come quinti. Già eravamo in emergenza, poi Dimarco e Calhanoglu hanno chiesto il cambio dopo il primo tempo, non riuscivano a correre bene. È un momento così per gli infortuni, i ragazzi hanno fatto il massimo contro un’ottima squadra che è cresciuta tanto nel secondo tempo. Prendiamoci questo pareggio”.

Atalanta – Venezia 0-0: la Dea spreca la chance di avvicinarsi alla vetta

L’Atalanta sognava la vetta della classifica, invece è rimasta al terzo posto, seppur senza perdere terreno né dall’Inter né dal Napoli. La buona notizia del sabato bergamasco, a conti fatti, è il risultato del Maradona, perché il resto è decisamente da dimenticare. Lo 0-0 col Venezia certifica il “mal di casa” della Dea, a secco di vittorie interne dal 22 dicembre, ma anche l’immaturità di una squadra, forse, non ancora pronta per il salto di qualità definitivo.

La squadra di Gasperini ha provato a fare il match gestendo il possesso palla, ma senza mai riuscire davvero ad imprimere il ritmo giusto. Alti ma un po’ disordinati, i nerazzurri hanno costruito da dietro, guadagnando metri senza forzare le giocate e manovrando in ampiezza per allargare le maglie di un Venezia stretto e compatto, per nulla rassegnato alla retrocessione. Con gli spazi intasati e senza guizzi nell’uno contro uno, la gara è rimasta bloccata fino al 20’, poi Lookman ha centrato l’esterno della rete, Zerbin ha sprecato un contropiede e Retegui non è riuscito a trovare il bersaglio grosso di testa. Le occasioni hanno allungato le squadre, aperto qualche varco e acceso la partita. Da una parte Cuadrado e Lookman hanno testato i riflessi di Radu, un destro di Zappacosta si è stampato sul palo e un bolide di Cuadrado da posizione defilata ha centrato l’incrocio dei pali. Dall’altra il Venezia ha sfiorato il gol con Zerbin, fermato solo da una grande parata di Carnesecchi dopo un buco difensivo di Zappacosta.

Nella ripresa l’Atalanta s’è confermata padrona del possesso, alzando il baricentro e cercando di aumentare i giri del motore, ma senza trovare il gol né con Retegui (occasione sprecata da buona posizione) né con De Ketelaere (fermato da Radu a botta sicura). Gasperini s’è giocato le carte Maldini e Bellanova, ma la porta veneziana è rimasta inviolata, consentendo a Di Francesco di prendersi un altro punto di prestigio dopo quello con la Lazio. Per l’Atalanta, invece, si tratta di un passo falso, anche se la classifica mantiene il sogno ancora vivo.

Gasperini: “Siamo dispiaciuti, ma il campionato è ancora lungo”

Speravamo tutti di vincere, ma i ragazzi han dato tutto e cercato di fare risultato anche in mezzo alle difficoltà create dal Venezia – l’analisi di Gasperini -. In questo momento l’equilibrio in campionato è totale e le gare, tranne poche situazioni, sono davvero difficili. Ci dispiace per il risultato perché potevamo migliorare la classifica, ma non abbiamo perso. La prestazione e l’impegno dei ragazzi sono stati assoluti, il campionato è ancora lunghissimo e andiamo avanti. In tante situazioni abbiamo creato delle occasioni, ma non con la solita continuità, un po’ per qualche errore tecnico, un po’ per la bravura del Venezia in fase difensiva. Non era facile sfondare, serviva qualche giocata che abbiamo anche fatto, ma non siamo riusciti a segnare e a sbloccarla. I ragazzi han dato molto sull’aspetto dell’impegno, quando giochiamo in casa contro questo tipo di squadre troviamo delle difese molto chiuse e abbiamo qualche difficoltà in più”.

Milan – Lazio (ore 20.45, Dazn)

Quello tra Milan e Lazio doveva essere uno scontro diretto per il quarto posto, invece rischia di diventare una vera e propria resa dei conti, ovviamente a tinte rossonere. Le sconfitte con Torino e Bologna, unite all’eliminazione dalla Champions, hanno indebolito la figura di Conceiçao, la cui avventura sembra ormai vicina al capolinea. Non è solo questione di classifica, con il Diavolo ormai lontano dal quarto posto, ma anche di ambiente, decisamente infastidito dalle dichiarazioni del tecnico portoghese dopo la sconfitta di Bologna. Le voci intorno alla sua permanenza si fanno sempre più insistenti e il “se volete, me ne vado” è già rimbalzato per la terza volta in questa stagione, lanciando un chiaro messaggio alla dirigenza. Anche le parole di Leao, che ha spiegato come l’orientamento tattico di puntare su lanci lunghi fosse una scelta dettata dal tecnico, evidenziano un rapporto che sembra essersi deteriorato.

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Il Milan si trova così a un bivio, con due possibilità: mantenere l’attuale allenatore fino a giugno, oppure optare per un traghettatore. In questo scenario, il nome che circola con insistenza è quello di Mauro Tassotti, storica bandiera del club, che ha già guidato i rossoneri nel 2000/2001, seppur in coabitazione con Cesare Maldini. Tassotti, ora membro dello staff tecnico di Milan Futuro, potrebbe essere l’uomo giusto per traghettare la nave verso la fine della stagione, in attesa di una nuova rivoluzione in panchina (si fanno già i nomi di Fabregas, Sarri e De Zerbi).

Anche la Lazio, nel frattempo, la squadra sta vivendo un momento difficile, con un bilancio negativo soprattutto negli scontri diretti (9 punti conquistati su 30 disponibili). La recente eliminazione dalla Coppa Italia contro l’Inter ha acuito le difficoltà, e la partita di domenica contro il Milan potrebbe rappresentare un punto di svolta, in un senso o nell’altro. Dopo aver perso il quarto posto a favore della Juventus, Baroni cercherà di rialzarsi puntando sui giocatori più esperti come Guendouzi e Rovella, anche se dovrà fare nuovamente a meno di Castellanos.

Conceiçao: “Dobbiamo vincere, solo così potremo rialzarci”

“Vincere, vincere, vincere è quello che vogliamo – ha ribadito Conceiçao -. Sappiamo la responsabilità del momento, quello che è successo per errori nostri o per errori di qualcuno che non possiamo controllare e dobbiamo lavorare su quello che controlliamo. Non possiamo aggrapparci alle piccole sfortune, la vita è così. Ho visto cose positive nel primo tempo di Bologna, poi abbiamo preso un gol in cui c’è un fallo: non dobbiamo aggrapparci a questo, ma dopo questo errore dell’arbitro non siamo stati all’altezza, ci servono più leggerezza ed equilibrio a livello mentale. Un titolo lo abbiamo conquistato, possiamo anche svalorizzarlo, ma è importante. Possiamo vincere la Coppa Italia, poi ci sono dodici partite da giocare. Dobbiamo avere questa mentalità al cento per cento, tutti qui abbiamo voglia di vincere altrimenti siano dei masochisti. Ho bei ricordi che mi legano alla Lazio, ma ora è un avversario. Sarà una gara difficile contro una squadra davanti in classifica e che punta al quarto posto, complimenti a Baroni che sta facendo un grande lavoro”.

Baroni: “Il Milan è fortissimo! Gli arbitri? Tutti dobbiamo migliorare”

“Il Milan è una squadra fortissima, una delle migliori se parliamo di individualità – ha ammonito Baroni -. Loro sono una pretendente al quarto posto, per noi sarà un impegno severo ma bellissimo, da affrontare a viso aperto. Le critiche fanno parte del gioco, noi lavoriamo sui nostri limiti. Siamo una bella squadra che fa un buon calcio, non siamo ancora una grande ma lavoriamo ogni giorno per diventarlo. Siamo ambiziosi, ma nella misura dell’andare passo dopo passo, per questo i confronti con le big ci stimolano. Le polemiche arbitrali? Credo che tutto il movimento deve lavorare per migliorarsi, non solo le squadre. La stessa attenzione che rivolgo alla mia compagine la avranno gli organi competenti per migliorare o puntualizzare qualcosa. Il tema è che ci sono dei regolamenti e ci dobbiamo muovere tutti all’interno di questi. Il calcio non è mio, non è delle società, ma della gente e dobbiamo sostenerlo tutti”.

Milan – Lazio, le probabili formazioni

Milan (4-2-3-1): Maignan; Walker, Thiaw, Pavlovic, Hernandez; Fofana, Reijnders; Musah, Pulisic, Leao; Gimenez
In panchina: Sportiello, Torriani, Terracciano, Gabbia, Tomori, Jimenez, Bondo, Chukwueze, Joao Felix, Sottil, Abraham, Jovic, Camarda
Allenatore: Conceiçao 
Indisponibili: Florenzi, Loftus-Cheek, Emerson Royal
Squalificati: Nessuno

Lazio (4-2-3-1): Mandas; Marusic, Gigot, Gila, Tavares; Guendouzi, Rovella; Isaksen, Dia, Zaccagni; Tchaouna
In panchina: Provedel, Furlanetto, Patric, Romagnoli, Provstgaard, Lazzari, Belahyane, Vecino, Pedro, Ibrahimovic, Noslin
Allenatore: Baroni
Indisponibili: Hysaj, Castellanos, Dele-Bashiru
Squalificati: Nessuno

Roma – Como (ore 18, Dazn e Sky)

Aria d’Europa anche all’Olimpico, dove la Roma di Ranieri cercherà l’undicesimo risultato utile consecutivo in campionato. Di fronte ci sarà il Como di Fabregas, a sua volta reduce dalle vittorie su Napoli e Fiorentina, che gli sono valse una classifica più tranquilla (ora la zona retrocessione è a 7 punti) e gli elogi di numerosi addetti ai lavori, tecnico giallorosso compreso. Sor Claudio, citando Guardiola, ha paragonato la sfida ai lariani a una visita dal dentista, ma anche la sua Roma, di questi tempi, non è certo un avversario comodo. Il ruolino di marcia dell’ultimo periodo è ottimo, a prescindere dagli uomini utilizzati: l’allenatore testaccino, infatti, ha fatto ampio turnover per privilegiare l’Europa League, ricevendo risposte più che convincenti. Il risultato è una classifica quantomeno dignitosa, che mette un bel po’ di pepe sul finale di stagione, a cominciare dalla sfida odierna. La zona Champions è ancora lontana e difficilmente, salvo crolli di chi sta davanti (Juventus e Lazio su tutte), potrà essere un obiettivo, ma il discorso cambia se si ragiona sugli altri piazzamenti europei, comunque interessanti visto il pessimo inizio di campionato. Se la Roma non lotta per le prime posizioni, del resto, lo si deve al girone d’andata e non certo al cammino attuale, scandito da un allenatore esperto e credibile, arrivato (forse) all’ultimo valzer prima di lasciare la panchina e spostarsi dietro una scrivania. Ranieri sogna un finale all’altezza della sua carriera e la squadra sembra seguirlo pedissequamente, consapevole che chi la precede non è infallibile e che la stagione, da disastrosa, può ancora trasformarsi in qualcosa da ricordare.

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Ranieri: “Il Como è come andare dal dentista. Il nuovo allenatore? Sceglie Friedkin”

“Ho letto che Guardiola diceva che affrontare l’Atalanta è come andare dal dentista – ha sottolineato Ranieri -. Giocare contro il Como ora è come andare dal dentista senza anestesia. Sono bravi e dovremmo essere super attenti,  ci aspetta una partita tremenda. Guardate quel Nico Paz che fenomeno che è, guardate Diao, è una squadra che gioca molto bene. La scelta del nuovo tecnico? Mi hanno preso anche con questa mansione, posso consigliare ma poi sarà poi il presidente o la proprietà a dire questo e quello. Il mio compito è dare un ampio ventaglio di persone che possono guidare la Roma, poi sarà la proprietà a scegliere. I ragazzi sanno che siamo tutti sotto esame. Hanno sofferto molto nella parte centrale del campionato e adesso stanno raccogliendo. A me non dà fastidio, neanche alla squadra. Voi potete sbizzarrirvi”.

Roma – Como, le probabili formazioni

Roma (3-5-2): Svilar; Mancini, Hummels, Ndicka; Saelemaekers, Koné, Paredes, Pisilli, Angelino; Dybala, Shomurodov
In panchina: Gollini, De Marzi, Rensch, Nelsson, Abdulhamid, Celik, Salah-Eddine, Gourna-Douath, Pellegrini, Baldanzi, Soulé, El Shaarawy
Allenatore: Ranieri
Indisponibili: Marin
Squalificati: Nessuno

Como (4-3-3): Butez; Smolcic, Goldaniga, Kempf, Valle; Perrone, Caqueret, Da Cunha; Strefezza, Paz, Diao
In panchina: Vigorito, Reina, Iovine, Dossena, Douvikas, Jack, Lesjak, Ikoné, Engelhardt, Braunoder, Fadera, Cutrone
Allenatore: Fabregas
Indisponibili: Azon, Sergi Roberto, Van der Brempt
Squalificati: Nessuno



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