Confindustria Veneto, il presidente Boscaini: «Innovazione, attrazione di grandi imprese e olimpiadi le mie priorità»

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di
Federico Nicoletti

Parla il vertice degli industriali della regione, eletto all’unanimità: «Persa l’occasione di Intel vanno moltiplicate le realtà da insediare nel territorio»

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«Mi sento un po’ sotto il treno: sta chiamando tutto il Veneto…». Cerca di prendere le misure con il nuovo incarico, Raffaele Boscaini, presidente di Confindustria Verona e ora di Confindustria Veneto, dopo l’elezione a successore di Enrico Carraro, lunedì 24 febbraio, nel consiglio tenutosi a Mestre. Le congratulazioni non sono mancate nemmeno martedì, dal presidente Ice, Matteo Zoppas («Ha il giusto profilo per tenere un complesso equilibrio tra le territoriali»), al delegato di Confindustria, Leopoldo Destro («Dovrà guidare le imprese in una congiuntura complicata: serve grande gioco di squadra»), al presidente di Unioncamere Veneto, Antonio Santocono («La sua esperienza sarà preziosa in una fase difficile»), a differenza del tempo per acclimatarsi: «Cerco di riorganizzare l’agenda e nei prossimi giorni con il direttore Carlo Stilli stilerò programma di lavoro e scaletta delle priorità».

Ecco, appunto: quali sono le priorità che s’è dato?
«Ripeto quel che ho detto ai colleghi in consiglio: credo che la priorità sia svolgere il ruolo proprio del regionale, quello della lobby verso la Regione e Roma, dopo aver raccolto le istanze territoriali. Penso al lavoro che Confindustria Veneto già fa molto bene sullo sviluppo delle Reti innovative regionali, mettendo in contatto sull’innovazione centri di ricerca universitari e imprese. E poi c’è la questione dell’attrattività della nostra regione, su cui stiamo dialogando bene con il governatore Luca Zaia».




















































La legge sull’attrazione degli investimenti attende ancora l’approvazione.
«Purtroppo abbiamo perso l’occasione Intel. Ma se le opportunità le facciamo diventare cento, forse cinque le portiamo a casa. Questo è l’approccio da tenere. E poi vedo i temi della cultura e del turismo, in cui inserisco anche le Olimpiadi di Cortina, e della realtà industriale dei nostri distretti – vedi la termomeccanica e l’“oceano” vitivinicolo dal Prosecco alla Valpolicella e le concerie del Vicentino -: realtà che vanno lette e sostenute, visto il valore di questi patrimoni. Ne indico ancora due».

Prego.
«Dare gli strumenti alle nostre imprese per leggere la strada che hanno davanti, su cui va valorizzato l’asset della Fondazione Nordest, e poi il lavoro di collaborazione con amministrazioni ed enti su infrastrutture, ambiente ed energia, temi molto caldi per gli imprenditori. Vanno tutti filtrati attraverso l’Europa».

Cosa intende?
«Il viaggio lo scorso anno a Bruxelles con il consiglio generale di Confindustria Verona mi ha aperto gli occhi. L’Unione europea non è solo la struttura che c’impone regole che spesso ci vanno strette: gestisce risorse e dossier decisivi per il futuro».

Vista da fuori, un nodo pare essere il rapporto con Confindustria Veneto Est. Territoriale sovraprovinciale, che finisce per occuparsi di questioni più ampie, metropolitane direbbero loro, sovrapponendosi al ruolo regionale. Con la presidente Paola Carron come pensa di fissare i confini?
«Penso che i ruoli siano già definiti dagli statuti. Di sicuro Veneto Est ha una voce importante entro Confindustria Veneto, visti i suoi numeri. Un peso che la struttura regionale sente, nel suo ruolo di collettore delle esigenze territoriali. E poi è anche una questione di intendersi tra persone. E devo dire che con Paola Carron mi sono sempre trovato bene, da quando l’ho conosciuta qualche mese fa: abbiamo la stessa sensibilità e consapevolezza di dover fare un percorso insieme».

La soluzione definita con la sua nomina alla presidenza di Confindustria Veneto, che ha disinnescato l’impasse iniziale, crea un spazio in cui le territoriali si parleranno in modo aperto?
«È l’auspicio di tutti. La soluzione con la convergenza sul mio nome parte da questo. L’auspicio è di trovare lo spazio per un dialogo importante. Sono freschissimo di nomina, ma prima di partire penso ad incontri informali per guardarci in faccia e definire la strada da prendere insieme».

Uno spazio di dialogo che in prospettiva potrà portarvi per tempo a poter discutere di una candidatura per la presidenza di Confindustria, il prossimo giro?
«Beh, direi di lasciar lavorare il presidente Emanuele Orsini… Però di sicuro da cosa nasce cosa. Maturare una linea comune su questioni quotidiane immagino che farà diventare naturale farlo anche sulla presidenza nazionale. Se poi sarà su una personalità veneta o gradita al veneto faremo in tempo a vederlo».

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3 marzo 2025

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