Sofia, a 25 anni marketing manager a Berlino

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Sofia Borra, classe 1999, originaria di Brusaporto, è nata da mamma americana e papà italiano. Cresce sospesa tra due culture, sentendosi spesso limitata da una sola definizione di nazionalità e al contempo in cerca di un’identità che la rappresenti pienamente. Spinta da questo desiderio di scoperta, decide di partire per studiare e lavorare in diverse città europee, costruendo la sua identità tappa dopo tappa e trovando, lungo il suo percorso, la versione più autentica di se stessa. La sua storia è un intreccio di esperienze, scelte coraggiose e il desiderio costante di crescere, sia a livello personale che professionale.

Dopo essersi diplomata all’Isis Giulio Natta, Sofia decide di trasferirsi a Bologna per frequentare la triennale in Economia aziendale. «Anche se ero ancora in Italia, vivere in una nuova città mi ha dato l’opportunità di essere indipendente e ampliare i miei orizzonti conoscendo persone con diversi background» racconta. Tuttavia, nonostante l’entusiasmo per alcune materie come marketing e strategia aziendale, Sofia si sente ingabbiata nella struttura troppo rigida e focalizzata sui voti che contraddistingue l’università italiana, ambiente che le ha reso difficile vivere appieno l’esperienza formativa.

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Ricercando nuovi stimoli e la possibilità di colmare il gap tra l’approccio teorico dominante in università e lo sviluppo di competenze pratiche, Sofia sceglie di entrare in JeBo, una Junior Entreprise fondata nel 2015 e gestita da studenti dell’Università di Bologna. L’associazione no profit offre servizi di consulenza manageriale in ambito Digital Marketing e Finance, reinvestendo tutto il profitto in formazioni e opportunità per i soci. «Da questa esperienza ho compreso che ciò di cui avevo bisogno era mettermi alla prova in contesti lavorativi, “mettere le mani in pasta” oltre che imparare nozioni teoriche» commenta, così Sofia decide di partire per un tirocinio all’estero.

Verso Lisbona

Si trasferisce a Lisbona in Portogallo dove lavora nel settore marketing della start-up «Emma – the sleep company». «A 18 anni ho svolto un mese di volontariato in Thailandia, a 19 nelle Filippine. Queste esperienze avevano iniziato a far crescere in me il desiderio di vivere all’estero che si è effettivamente concretizzato, per la prima volta, con il mio trasferimento a Lisbona – spiega –: è una bellissima città e mi sono trovata molto bene nell’azienda in cui ho svolto il tirocinio: era un ambiente giovane con vari stagisti internazionali, vi era molta attenzione all’organizzazione di momenti di socializzazione tra colleghi, questo mi ha aiutato a conoscere persone».

«Trasferirmi all’estero è stato un viaggio alla ricerca di me stessa. In ogni città ho scoperto una versione diversa di me»

Poi a Bordeaux

Al termine dello stage, dopo aver trascorso sette mesi a Lisbona, Sofia decide di tornare a studiare iscrivendosi a un master in marketing alla Kedge Business School a Bordeaux. Da giugno a settembre si trasferisce a Marsiglia per seguire i corsi preparatori del Master, per poi spostarsi a Bordeaux da settembre, con l’inizio ufficiale delle lezioni. «Il Master era molto pratico e arricchito da lavori di gruppo e interazioni con aziende, per me è stato un riscatto a livello di sistema educativo rispetto a quello italiano – commenta –: in Italia gli esami si basano sulla ripetizione giusta o sbagliata dei concetti, all’estero lo studio viene interpretato come uno stimolo alla creatività, l’essenziale è lo sviluppo di un pensiero critico e di soluzioni creative partendo dai concetti studiati».

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Lisbona e Bordeaux sono due realtà molto diverse che le hanno offerto esperienze distinte: «Lisbona è una città internazionale estremamente attiva, c’è sempre qualcosa da fare ed è ricca di opportunità per conoscere persone diverse – racconta –. Bordeaux, invece, è una cittadina piccola e tranquilla. Non è particolarmente internazionale, dunque, a differenza di Lisbona dove ero integrata tra gli expats, a Bordeaux mi sono immersa nella cultura francese e ho sviluppato, grazie al Master, una rete di amicizie locali stabili. È stato molto bello poter vivere appieno la quotidianità francese, partendo dalle azioni stereotipate come andare nella boulangerie sottocasa a comprare la baguette. Ho imparato un po’ di frasi in francese per cavarmela nel quotidiano, lì parlare inglese è visto male e, in generale, gli stranieri non sono facilmente accolti. È stata un’esperienza bellissima, ma non volevo rimanere per molto tempo in Francia proprio per questo: finché non si ha una conoscenza linguistica impeccabile si sarà sempre visti come stranieri, il che, dopo un po’, può essere alienante».

A Berlino per Zalando

A maggio, Sofia decide di seguire il richiamo di Berlino, città che l’ha sempre affascinata. Qui ha iniziato a lavorare per Zalando Marketing Services, l’agenzia marketing dell’e-commerce Zalando, dove si occupa di streetwear collaborando con marchi come Converse, New Balance, Nike e The North Face. «Il lavoro mi piace molto, è dinamico e stimolante, gestisco campagne di influencer marketing e contribuisco in campagne creative – racconta –. Berlino, inoltre, tra tutte quelle in cui mi sono trasferita, è la città in cui mi vedo di più a vivere». Modernità, trasporti efficienti e un’atmosfera che celebra la libertà di espressione sono solo alcuni degli aspetti che la affascinano. «A Berlino ciascuno può essere chi vuole e fare ciò che vuole, questa libertà è uno dei tratti della città che mi ha maggiormente colpito – rivela –. Berlino ha una bellezza alternativa, così come le persone che vi abitano. Ho notato che ogni città ha il potere di attrarre persone con caratteristiche e storie uniche. È stato affascinante interagire lungo il mio percorso con individui così diversi tra loro».

«Mi manca la bellezza di Bergamo»

Ogni città ha lasciato a Sofia un bagaglio di esperienze, incontri e paesaggi che ha plasmato la sua identità, ogni tanto, però, lo sguardo si volge verso casa: «Mi manca la cultura italiana, più cresco più mi rendo conto quanto apprezzo il nostro cibo, la nostra arte, il nostro modo di parlare, il nostro modo di vestire. Solo quando vedi altre culture riconosci l’unicità della tua. Mi manca inoltre la bellezza di Bergamo, le passeggiate in Città Alta, la mia famiglia e i miei amici. Torno a casa di frequente e un giorno voglio trasferirmi nuovamente in Italia, ma, per ora, non è ancora il momento: l’estero offre opportunità per i giovani che, purtroppo, a casa non ci sono». Ogni città in cui Sofia ha abitato le ha lasciato qualcosa di unico, contribuendo a formare la persona che è oggi. «Per me, trasferirmi all’estero è stato un viaggio alla ricerca di me stessa. In ogni città ho scoperto una versione diversa di me, ma oggi sento di aver trovato la mia vera identità. Ovunque mi trasferirò in futuro, sarò la stessa che sono oggi, arricchita da tutte le esperienze e le parti di me costruite in ogni luogo in cui ho vissuto – commenta –: trasferirsi all’estero offre l’opportunità unica di scoprire chi potresti essere in un contesto diverso e, passo dopo passo, ti aiuta a capire chi sei davvero, indipendentemente da dove ti trovi nel mondo».



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