L’Italia si prepara a riconsiderare l’energia nucleare con un disegno di legge delega presentato in Consiglio dei ministri. Dopo decenni di stop sanciti da due referendum popolari, il governo intende puntare su impianti di energia nucleare in Italia, di nuova generazione, per garantire una maggiore indipendenza energetica e ridurre le emissioni di CO₂. Il provvedimento, che prevede anche la creazione di un’autorità per la sicurezza nucleare in Italia, si inserisce in una strategia più ampia per diversificare il mix energetico nazionale e affrontare le sfide future della sostenibilità.
Un nuovo piano energetico per il futuro
Il governo italiano ha presentato in Consiglio dei ministri un disegno di legge delega che punta a rilanciare il nucleare nel Paese. L’obiettivo dichiarato è garantire una maggiore sicurezza energetica, riducendo la dipendenza dai combustibili fossili e dalle importazioni. Contestualmente, l’esecutivo ha discusso anche del decreto bollette, evidenziando la stretta connessione tra politica energetica e costi per cittadini e imprese.
Il progetto del ritorno del nucleare in Italia prevede la costruzione di impianti di “nuova generazione”, basati su tecnologie avanzate che promettono maggiore efficienza e sicurezza rispetto alle centrali tradizionali. La normativa delega il governo ad adottare una serie di decreti legislativi entro un anno dall’entrata in vigore della legge, con l’obiettivo di disciplinare l’intero ciclo del nucleare sostenibile, dalla ricerca allo smantellamento degli impianti obsoleti. Secondo i piani, il progetto dei nuovi reattori – o anche SMR – dovrebbe iniziare a funzionare nel 2030.
D’altro canto, le perplessità sono molte e gran parte degli studiosi sottolinea come il passaggio al nucleare in Italia non garantirà una corretta transizione energetica.
Autorità di controllo e scelta dei siti
Uno dei punti centrali della riforma è l’istituzione di nuovi organismi di vigilanza. Il disegno di legge prevede la creazione dell’Autorità indipendente per l’energia nucleare, un ente tecnico-politico che avrà il compito di regolare il settore e garantire il rispetto degli standard di sicurezza. Sarà inoltre costituita l’Agenzia nazionale per la sicurezza nucleare, incaricata di monitorare le infrastrutture e di valutare i siti idonei per la costruzione delle nuove centrali.
La selezione delle località destinate a ospitare gli impianti sarà un passaggio cruciale e sarà sottoposta a certificazione internazionale. Il piano include anche la necessità di individuare un sito per lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi, un aspetto fondamentale per garantire la sicurezza a lungo termine.
Le esperienze passate: i referendum del 1987 e del 2011
Il ritorno del nucleare in Italia riapre un dibattito che ha già visto due importanti consultazioni popolari. Nel 1987, a seguito del disastro di Chernobyl, gli italiani votarono per l’abbandono progressivo dell’energia nucleare, bloccando nuovi investimenti nel settore. I quesiti referendari riguardavano la localizzazione delle centrali, i finanziamenti pubblici agli enti locali disposti a ospitarle e il ruolo dell’Enel nella costruzione di impianti all’estero.
Nel 2011, a seguito della crisi nucleare di Fukushima, un secondo referendum sancì nuovamente la volontà popolare di escludere il nucleare dal mix energetico nazionale. Gli elettori abrogarono le norme introdotte dal governo Berlusconi nel 2008, che prevedevano la ripresa della produzione di energia nucleare in Italia.
Le ambizioni del governo Meloni
L’attuale esecutivo sostiene che il nucleare di nuova generazione rappresenti una soluzione innovativa rispetto al passato. Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha sottolineato che le nuove tecnologie permetteranno di ridurre l’impatto ambientale, garantendo al contempo stabilità e sicurezza energetica.
Il piano prevede lo sviluppo di moduli nucleari avanzati, il miglioramento delle procedure di smantellamento delle vecchie centrali e l’adozione di strategie di economia circolare per il trattamento dei rifiuti. Il governo punta a integrare il nucleare con le fonti rinnovabili per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione fissati dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC).
I piani futuri
Secondo le stime, i primi impianti di nuova generazione potrebbero entrare in funzione intorno al 2030. La Piattaforma Nazionale per un Nucleare Sostenibile e i centri di ricerca stanno lavorando per individuare le soluzioni più efficaci, mentre il governo ha garantito il massimo impegno per assicurare una transizione energetica sicura e sostenibile.
La premier Giorgia Meloni ha definito il provvedimento una scelta “coraggiosa e strutturale” per il futuro dell’Italia, sottolineando la necessità di guardare oltre le esperienze passate. Il vicepremier Antonio Tajani ha invitato i cittadini a valutare il nuovo piano senza pregiudizi, evidenziando le differenze tra il nucleare tradizionale e le tecnologie innovative proposte oggi.
Resta da vedere quale sarà la reazione dell’opinione pubblica e delle forze politiche, ma una cosa è certa: il dibattito sul nucleare in Italia è più acceso che mai.
Lucrezia Agliani
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