Cus Pro Patria Milano, le ragazze brillanti dell’atletica leggera: le staffette da record di Elisa Valensin e l’esplosione di Kelly Doualla

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di
Stefano Olivari

Il boom in uno sport dominato dai gruppi militari: «La nostra filosofia è quella di fare atletica di base e poi portare ad alto livello i ragazzi più dotati, conciliando studio e sport»

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Il record italiano di club delle ragazze della 4×2 giri, cioè la 4×400 visto che si parla di atletica indoor, ai campionati italiani di Ancona ha per l’ennesima volta fatto parlare del CUS Pro Patria Milano: impresa nell’impresa, in uno sport in Italia dominato dai gruppi militari. Rimane il fatto che Ilaria Burattin, Serena Troiani, Virginia Troiani ed Elisa Valensin con il loro 3’38”85 hanno scritto una piccola pagina di storia. Da ricordare che è del CUS Pro Patria anche il record di club della 4×400 all’aperto, con le tre gemelle Troiani (la terza è Alexandra) e la Burattin, e quello della 4×400 mista. Di sicuro, viste anche le prestazioni ad Ancona degli atleti di Bracco (Erika Saraceni oro nel triplo, Ludovica Cavalli in 1500 e 3000) e Riccardi (Daniele Inzoli nel lungo), per non citare un campione come Luca Sito che ha la maglia della Fiamme Gialle ma viene dall’Atletica Meneghina e dal CUS Pro Patria, l’atletica milanese è molto viva ed è in linea con l’ottimo periodo di quella italiana.

«La nostra filosofia è quella di fare atletica di base e poi portare ad alto livello i ragazzi più dotati, conciliando studio e sport — racconta Alessandro Castelli, presidente del CUS Pro Patria Milano Atletica —, per questo siamo presenti con i nostri corsi in tutti gli impianti milanesi, a partire da XXV Aprile e Bicocca». Una società dalla storia al tempo stesso antica e recente, nata nel 2007 dalla fusione di CUS Milano e Pro Patria, cioè della sezione atletica della polisportiva universitaria e della vecchia Pro Patria, quella che nell’immaginario di una generazione è stata la società di Alberto Cova e Francesco Panetta. Il CUS Pro Patria attualmente ha circa 600 tesserati e ai suoi corsi ci si può iscrivere presto ma non prestissimo: «Non condivido la tendenza di far iniziare gli sport a bambini sempre più piccoli, il nostro avviamento all’atletica è rivolto a chi ha almeno 8 anni».




















































Del CUS Pro Patria si è parlato tanto nelle scorse settimane anche per la straordinaria Kelly Doualla, la quindicenne nata a Pavia da genitori originari del Camerun, che con 7”19 nei 60 metri indoor ha stabilito il record europeo Under 18, un centesimo sotto il mondiale: dire che lei e la Valensin sono predestinate è dire poco. Sul boom dell’atletica azzurra Castelli, ex campione italiano negli 800 metri ed ex vicepresidente federale, ha le idee chiare: «C’è senza dubbio una componente legata all’immigrazione, che prima non c’era. E poi l’entusiasmo post-olimpico del 2021, quando da un lato atleti professionisti sono stati spinti a dare il meglio, a non accontentarsi, e dall’altro tanti giovani si sono avvicinati all’atletica sulla spinta di Jacobs e Tamberi. Per l’Italia è un bene perché il nostro, senza offesa per nessuno, è lo sport olimpico per eccellenza insieme al nuoto ma più universale».

In un mondo di volontariato, o giù di lì, come quello dell’atletica di club, la concorrenza delle varie Fiamme Gialle e Fiamme Oro è imbattibile, nemmeno l’escamotage del doppio tesseramento riesce a riportare i club ai fasti di un tempo, o per lo meno ad attirare sponsor. «Realisticamente lo sport italiano non può fare a meno dei gruppi sportivi militari — dice Castelli —, visto che ai Giochi l’80% degli azzurri ne faceva parte. Ma il modello andrebbe ripensato, essendo nato in un’epoca in cui c’erano il servizio militare obbligatorio e in Europa la concorrenza dei paesi dell’Est. Lo stipendio militare serve a chi ha potenziale ma non si è ancora affermato, non a chi è già forte né alla massa. Noi come società possiamo aiutare i ragazzi, con borse di studio e altro, ma appena contattiamo uno sponsor questo ci dice che non si può fare la concorrenza allo Stato». La concorrenza è ovviamente anche quella degli altri sport, che a parità di impegno offrono maggiori possibilità di guadagno: «Di sicuro chi fa atletica non lo fa per soldi, anche quando diventa un professionista».

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2 marzo 2025 ( modifica il 2 marzo 2025 | 07:46)

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