Dal 24 aprile all’8 giugno 2025, si rinnova l’appuntamento con Fotografia Europea, il Festival internazionale di fotografia contemporanea che anima Reggio Emilia dal 2006, promosso e organizzato dalla Fondazione Palazzo Magnani e dal Comune con il contributo della Regione Emilia-Romagna. Fotografia Europea, con la sua sostanziale qualità e continuità negli anni, «Vanta, come la settimana enigmistica, numerosi tentativi di imitazione!», ha dichiarato Walter Guadagnini, alla direzione artistica di questa edizione 2025 insieme a Tim Clark e Luce Lebart. Edizione particolare, la ventesima, per cui si è scelto il tema e titolo Avere vent’anni, nel nome di uno scambio intergenerazionale, come da statement conclamato, tra grandi fotografi e giovani ancora poco conosciuti o esordienti, le cui opere testimoniano quel sentire mutevole e misterioso dell’essere giovani e che vivono nelle società del mondo contemporaneo.
Il festival, distinguendosi per il valore di cerniera tra nomi storici e nuove proposte e tra la città, le istituzioni coinvolte, il patrimonio e il pubblico, gode di un considerevole abbraccio a livello europeo da parte degli operatori, degli studiosi e curiosi, tenendo in conto di una pluralità di sguardi internazionali e affermando la specificità di Reggio Emilia, che si contraddistingue per postura politica e civile. In fatto anche di accoglienza, solo l’anno scorso si sono registrate oltre 75mila presenze.
Annunciato il programma della prossima primavera, il percorso si snoderà come ogni anno tra sedi diverse: tra le dieci mostre ai Chiostri di San Pietro e quelle a Palazzo da Mosto, al Palazzo dei Musei, alla Biblioteca Panizzi, e presso lo Spazio Gerra e negli spazi del Circuito OFF con iniziative espositive indipendenti a tema, fino alla sede della sodale Collezione Maramotti.
A partire dalla grande antologica tra le più complete mai allestite sul lavoro dell’artista Daido Moriyama, organizzata dall’Instituto Moreira Salles a cura di Thyago Nogueira, che apre la visita ai Chiostri, dove poi il britannico Andy Sewell presenta per la prima volta il suo progetto Slowly and Then All at Once, con il quale si affermano le intenzioni cardine dell’intera proposta 2025: l’azione dei giovani, contro la rassegnazione, in un tempo incerto come quello che viviamo.
L’idea è che «Non solo si parli di giovani, ma che i giovani parlino», ha affermato l’assessore alla Cultura del Comune, Marco Mietto, e che emergano tanto le difficoltà e battaglie di un’età di mezzo, quanto le forze messe in campo in questa età di mezzo, dalla generazione detta Z, una “generazione ponte” tra mondi diversi, tra analogico e algoritmico, che ci restituisce attraverso l’arte più di una fotografia del mondo d’oggi.
Giovani alle prese con sfide globali, e glocali, ritratti nei progetti Mal de Mer di Claudio Majorana in Lituania, come in Control Refresh di Toma Gerzha tra Russia e nell’Europa orientale, e in You don’t die di Ghazal Golshiri e Marie Sumalla, che trattano della ingiusta morte della ventiduenne Mahsa Amini, nella Repubblica Islamica dell’Iran. E ancora in We Are Carver di Jessica Ingram con scatti agli studenti americani cadetti dalla George Washington Carver High School di Columbus in Georgia, e ai manifestanti pro democrazia di Hong Kong, immortalati nel 2019, cinque anni a seguire il Movimento degli ombrelli, da Thaddé Comar nel lavoro How Was Your Dream?.
Toccando questioni caldissime della nostra attualità, quali il controllo sociale, militare, culturale, e le imposizioni governative a carico dei sistemi democratici, dell’ambiente e del clima a cui risponde l’attivismo, si passerà poi a osservare stili di vita e fenomeni giovanili e dal dolore, adolescenziale, alla “gioia sovversiva” con Raves and Riots della britannica Vinca Petersen e Ifucktokyo – Dual Main Character del giapponese Kido Mafon. Fino a Frammenti mostra della dominicana-francese Karla Hiraldo Voleau che su ispirazione di Pier Paolo Pasolini ha documentato girando l’Italia quali siano le dinamiche di relazione affettive della Gen Z.
Lasciando il passo alle mostre ospitate in Palazzo da Mosto dove trovano posto una serie di altri progetti che caratterizzano questa edizione: quello intitolato Intangibili commissionato direttamente da Fotografia Europea a Federica Sasso per la realizzazione di una campagna fotografica sui giovani caregiver nel territorio di Reggio Emilia – che si realizza in pregevole collaborazione con l’Area Cura della Comunità e della città sostenibile del Comune di Reggio Emilia “Progetto Giovani e Cura” e FCR – Farmacie Comunali Riunite.
Per proseguire con Fluorescent Adolescent, a cura di Francesco Colombelli, dedicata a libri fotografici che hanno come focus sempre l’adolescenza. E, per coinvolgere attivamente i protagonisti e utenti di questa Fotografia Europea che festeggia i 20 anni, si attiverà Speciale Dicottoventicinque, offerta formativa condotta dal duo Camilla Marrese e Gabriele Chiapparini rivolta ai diciotto/venticinquenni, appunto, che vogliano approfondire i legami possibili tra testi e fotografia.
Saranno allestite anche le mostre dei due progetti vincitori tra oltre duecento candidature della Open Call ’25, Silent Spring di Michele Borzoni e Rocco Rorandelli del collettivo TerraProject, e Octopus’s Diary della polacca Matylda Niżegorodcew.
Sempre a Palazzo da Mosto, anche la partecipazione di Rä di Martino con la mostra Electric Whispers, a cura di Maria Rosa Sossai progettata per l’Istituto Italiano di Cultura di Beirut, con cui l’artista affronta il tema dei luoghi di incontro dei giovani libanesi e dell’identità, tra fisico e virtuale, reale e fittizio in tempo di conflitti e disorientamento.
Nel contesto inoltre, il racconto del progetto e del processo creativo di Women See Many Things che ha portato alle fotografie che saranno invece in esterna presso la sede dell’Università di Modena e Reggio Emilia in viale Allegri, ampio lavoro che raccoglie gli sguardi di oltre trenta giovani donne del Kenya, Tanzania e Mozambico, esito dei workshop partecipativi dell’organizzazione no profit italiana indipendente WeWorld diretti da Myriam Meloni e condotti da Halima Gongo, Gertrude Malizeni e Nelsa Guambe, nell’ambito di Kujenga Amani Pamoja (Costruire la pace insieme) e cofinanziato dall’Unione Europea.
Raggiungendo il Palazzo dei Musei, andando al cuore di Reggio, vi si troverà un immancabile omaggio al maestro concittadino Luigi Ghirri, quale riferimento voluto per le nuove generazioni di artisti, con una monografica sulle lezioni di fotografia che tenne all’Università del Progetto di Reggio Emilia fra il 1989 e il 1990. A cura di Ilaria Campioli, vede il coinvolgimento degli artisti Luca Capuano e Stefano Graziani e la collaborazione di un gruppo di studenti di ISIA Urbino.
Venendo ai premi, il Palazzo dei Musei ospiterà anche la collettiva Unire/Bridging, curata sempre da Ilaria Campioli e Daniele De Luigi, con i finalisti under 35 di Giovane Fotografia Italiana | Premio Luigi Ghirri: Daniele Cimaglia e Giuseppe Odore, Rosa Lacavalla, Sara Lepore, Grace Martella, Erdiola Kanda Mustafaj, Serena Radicioli e Davide Sartori. Mentre per il FE+SK Book Award, dedicato al libro fotografico, da Fotografia Europea insieme a Skinnerboox – casa editrice di Jesi (AN) viene rivelata la vittoria di The Attachment Theory di Iacopo Papucci.
Spostandosi alla Biblioteca Panizzi si potrà visitare l’importante mostra storica Attraverso la luce, approfondimento sul linguaggio fotografico e la storia delle tecniche a cura di Monica Leoni e Elisabeth Sciarretta con Laura Gasparini, che raccoglie fotografie, incisioni e documenti ottocenteschi conservati nelle collezioni della Fototeca.
Ultime ma non ultime, le mostre Volpe Laila Slim e gli altri. Resistere a vent’anni dello Spazio Gerra sui giovani partigiani della Resistenza italiana nel contesto dell’80°anniversario della Liberazione; e “con la bellezza e lo stupore dell’attraversamento” quella proposta dalla Collezione Maramotti che presenta This Body Made of Stardust dell’artista olandese Viviane Sassen, come la più estesa sua presentazione in Italia fino a oggi, curata dall’artista stessa.
Appuntamento dunque a Reggio Emilia per le giornate inaugurali del 24, 25, 26 e 27 aprile in cui sono previste conferenze, incontri con gli artisti, presentazione di libri, book signing, letture portfolio, workshop, una bookfair dedicata agli editori indipendenti e spettacoli e concerti, in un calendario che va aggiornandosi; oltre che, le proposte educative per giovani e adulti in collaborazione con lo special sponsor Edu Iren. Senza contare, la costellazione di esposizioni e altre mostre del Circuito Off cittadino, di cui per tutte le info si rimanda al sito ufficiale fotografiaeuropea.it. Al migliore tra questi progetti verrà assegnato il 3 maggio il consueto Premio Max Spreafico.
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