A Napoli, la situazione legata alla tassa di occupazione suolo pubblico per i tavolini di bar e ristoranti continua a mostrare numeri preoccupanti. Nel 2024, solo una piccola parte dei gestori ha adempito al pagamento, con un buco nelle casse comunali di circa 5 milioni di euro. Questo accade nonostante la crescente presenza di turisti e il boom delle attività commerciali, che occupano marciapiedi e strade cittadine senza rispettare l’obbligo di pagamento.
Dehors: a Napoli il 72% non paga l’occupazione suolo, c’è un buco da 5 Milioni
Un’incidenza molto bassa sul canone di occupazione suolo
I dati relativi al 2024 parlano chiaro: su un importo di 7 milioni di euro che il Comune di Napoli avrebbe dovuto riscuotere dal canone unico delle attività di somministrazione (bar e ristoranti), solo circa 2 milioni sono stati effettivamente incassati. Questo significa che solo il 28% delle somme dovute è stato recuperato, con una differenza di 5 milioni rispetto all’importo accertato.
Un peggioramento rispetto al 2023
Rispetto al 2023, quando la riscossione aveva raggiunto un tasso di circa 34% (su 6,9 milioni accertati), la situazione appare addirittura peggiorata, con una diminuzione del 6% nel tasso di incasso. L’anno scorso, infatti, il Comune era riuscito a raccogliere circa 2,3 milioni, ma nel 2024 i numeri sono decisamente più bassi. Questo scenario è stato reso noto dal consigliere comunale Gennaro Esposito (Azione), che ha pubblicato i dati ufficiali dopo aver presentato una richiesta di accesso agli atti.
Turismo in crescita, ma con un lato oscuro
La città di Napoli ha visto un boom turistico negli ultimi anni, con un aumento consistente degli arrivi e degli incassi dalla tassa di soggiorno. Sebbene questo fenomeno abbia portato vantaggi all’economia cittadina, ci sono anche degli effetti collaterali. L’overtourism ha fatto lievitare i costi legati alla gestione dei rifiuti e degli affitti, oltre a causare difficoltà nel trovare case per famiglie e studenti. Al contempo, sono aumentati significativamente i bar, i ristoranti e le friggitorie. Questo ha portato il Comune a bloccare nuove licenze nel centro storico Unesco, una misura che terminerà l’anno prossimo.
La proposta del consigliere Esposito per combattere l’inadempimento
Secondo Gennaro Esposito, la situazione richiede un intervento urgente. «In Consiglio – scrive il consigliere – si sta discutendo della riforma del regolamento di occupazione di suolo pubblico, con l’intento di aumentare ulteriormente lo spazio a disposizione. Tuttavia, il 71,66% degli occupanti il suolo pubblico nel 2024 non ha pagato il canone, sottraendo spazi alla cittadinanza».
Per far fronte a questa evasione fiscale, Esposito ha proposto un nuovo regolamento che preveda la revoca delle concessioni a chi non adempie ai pagamenti. Inoltre, ha messo in evidenza come, in bilancio, il non pagato per gli anni passati si aggiri intorno ai 40 milioni di euro. Il consigliere ha quindi lanciato un appello: “Pagare tutti, pagare meno!“
Il paradosso delle autorizzazioni comuni per gli inadempienti
Un altro aspetto controverso sollevato da Esposito riguarda il fatto che a Napoli un imprenditore che non paga le tasse e i tributi comunali possa continuare a beneficiare di autorizzazioni e concessioni. A differenza di altre città italiane più virtuose, Napoli non ha ancora adottato un regolamento che preveda la decadenza delle autorizzazioni per i soggetti inadempienti. Questo crea una concorrenza sleale tra chi paga regolarmente le tasse e chi, al contrario, continua a sfruttare lo spazio pubblico senza rispettare gli obblighi fiscali.
Napoli: incidenza molto bassa sul canone di occupazione suolo
«Pensiamo, ad esempio, a un’attività commerciale che non paga la TARI o occupa suolo pubblico senza versare la relativa COSAP», ha aggiunto Esposito. La situazione non è ipotetica: il tasso di pagamento della COSAP a Napoli è attualmente solo del 50%, un dato allarmante che contribuisce a compromettere l’equità tra le imprese.
Verso un regolamento più rigoroso?
Per Esposito, la soluzione potrebbe risiedere nell’introduzione di un regolamento più rigido, simile a quello già in vigore in altri comuni italiani. Se la proposta venisse accettata, gli imprenditori inadempienti potrebbero finalmente subire delle sanzioni, con il rischio di perdere la possibilità di occupare suolo pubblico. L’esito della discussione è ancora incerto, ma la questione continua a essere al centro del dibattito pubblico.
Napoli potrebbe dunque trovarsi di fronte a un’opportunità per fare un passo avanti nella gestione delle proprie risorse e, allo stesso tempo, garantire maggiore equità per tutti i commercianti che rispettano le leggi. Resta da vedere se il Comune adotterà queste misure in tempo utile.
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