il motore dal cuore pugliese

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Il motore turboelica Catalyst, realizzato dalla società Avio Aero, è stato certificato dalla Federal Aviation Administration (FAA), al termine di un rigoroso processo – gestito secondo il regolamento federale per l’aviazione statunitense (Far) – che ha previsto test su oltre 23 motori e 190 componenti. Il Catalyst è il primo turboelica a essere interamente sviluppato e prodotto in Europa negli ultimi 50 anni grazie a un programma che ha coinvolto gli stabilimenti di Avio Aero e GE Aerospace in Italia, Repubblica Ceca, Polonia e Germania.

Il contributo dell’aerospazio pugliese

Si tratta di un risultato al quale ha contribuito il sistema aerospaziale pugliese, a conferma che nel corso degli anni è stato possibile costruire una filiera di competenze di eccellenza nel settore. Alla realizzazione dei prototipi dei motori turboelica sottoposti al processo di certificazione hanno contribuito lo stabilimento Avio Aero di Brindisi, nella realizzazione delle componenti ottenute mediante la tecnologia dell’additive manufacturing, e il Politecnico di Bari – nel laboratorio congiunto con il Politecnico di Bari, Energy Factory Bari – dove è stato sviluppato il Fadec (Full Authority Digital Engine Control), il sistema di controllo integrato di elica e motore che assicura al pilota un miglior controllo e una maggiore reattività. Il contributo della Puglia a questo successo non si ferma qui. Il programma che ha portato alla realizzazione del Catalyst è partito nel 2016. Il Distretto tecnologico aerospaziale (Dta) ha contrattualizzato nel corso degli anni 45 ingegneri nell’attività di progettazione del Catalyst tra Bari e Brindisi a seguito di una convenzione sottoscritta con Avio Aero con la quale si impegnava a svolgere attività di “ricerca e sviluppo” con il coinvolgimento di Unisalento e del Politecnico di Bari. I rispettivi responsabili scientifici sono stati il professor Antonio Ficarella, direttore del Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione di Unisalento ed il professore Francesco Cupertino, oggi Rettore del Politecnico di Bari. E in futuro ulteriori ricadute ci saranno in Puglia per quanto riguarda la messa in produzione del Catalyst.

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Nel marzo dello scorso anno, infatti, il motore Catalyst fu scelto, a seguito di una gara gestita da Airbas Defence anda Space, come propulsore dell’Eurodrone o Male (Medium Altitude Long Endurance), un sistema aereo a pilotaggio remoto, a media altitudine e lunga durata, con capacità versatili e adattabili che lo rendono la piattaforma perfetta per missioni di intelligence, sorveglianza, acquisizione obiettivi e ricognizione o per operazioni che coinvolgono la sicurezza nazionale. Per equipaggiare i 60 Eurodroni di cui è prevista la costruzione Avio Aero dovrà fornire 120 Catalyst (2 motori per ogni eurodrone).

L’eurodrone

L’Eurodrone permetterà investimenti per 7 miliardi di euro, complessivamente. Per l’Italia la quota di ricadute in termini di attività sull’intero progetto è di 1,9 miliardi di euro, con un ruolo importante per Leonardo Spa, (impegnata nel progetto Eurodrone come azienda italiana della Difesa) che ha annunciato l’investimento di 300 milioni di euro per implementare in Puglia tutti i processi relativi alla tecnologia dell’ala dell’Eurodrone, con fabbricazione a Foggia e montaggio nello stabilimento di Grottaglie. L’Eurodrone è parte di quel processo di diversificazione produttiva che Leonardo sta cercando di realizzare a Grottaglie, dove sono sorte difficoltà a seguito della riduzione della produzione di fusoliere destinate al Boeing 787. La progettazione dell’architettura del motore e l’integrazione del sistema sono state effettuate a Rivalta di Torino, dove vengono anche realizzati diversi sottosistemi, tra cui le trasmissioni. Gli altri due stabilimenti principali italiani coinvolti nella produzione sono Pomigliano d’Arco e Brindisi. «La certificazione del Catalyst rappresenta un risultato storico per la nostra azienda ed è motivo di orgoglio per i team che hanno contribuito a progettare, sviluppare e testare questo nuovo motore turboelica europeo», ha commentato Riccardo Procacci, CEO di Avio Aero. «Siamo ora impegnati a portare a termine l’industrializzazione del motore e a sostenerne l’entrata in servizio a supporto dei nostri clienti».

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