STORIA, pagine controverse della Resistenza. Malga Porzûs: a ottant’anni di distanza un libro

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a cura di Gianluca Ruotolo, avvocato e responsabile Cultura del Fogolâr Furlan di Roma – Lo scorso 7 di febbraio ricorreva l’ottantesimo anniversario dell’eccidio di Malga Porzûs, tragico evento che temporalmente si collocò negli ultimi drammatici mesi della Seconda guerra mondiale in quel settore del fronte, l’Italia nordorientale, che di lì a poco avrebbe visto il totale ritiro dell’occupante tedesco. Una fase che in Friuli e nella Venezia Giulia venne caratterizzata anche da un aspro scontro intestino alla Resistenza, del quale la sanguinosa vicenda che vide vittima, tra le altre, Guido Alberto Pasolini, costituì un controverso episodio che avrebbe avuto strascichi di natura politica e giudiziaria anche negli anni a venire, nell’Italia repubblicana e democratica.

MALGA PORZÛS

In questi ottanta anni molto è stato scritto su Malga Porzûs, un patrimonio storico e documentaristico, sovente fonte di scontri polemici velenosi, che e oggi si arricchisce di un ulteriore contributo, il saggio opera di Roberto Volpetti, storico e presidente dell’Associazione Partigiani Osoppo (APO), che si concentra sulla figura del partigiano osovano «Hermes», al secolo Guido Alberto Pasolini, fratello di Pier Paolo. Egli, non ancora ventenne ma ormai da mesi nelle fila delle formazioni verdi, il giorno dell’agguato si trovò a Malga Porzûs poiché giunto in soccorso ai suoi compagni aggrediti. Venne sequestrato dai gappisti garibaldini, che, a seguito di alterne vicende (un disperato tentativo di fuga prima della fucilazione), lo ricondussero al Bosco Romagno, non distante dalla malga, dove assieme agli altri osovani catturati, venne assassinato.

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GUDO ALBERTO E GLI OSOVANI

Nel maggio 1944, appena diplomato, Guido Alberto scrisse al proprio padre, ufficiale del Regio Esercito a quel tempo prigioniero degli Alleati dopo la disfatta italiana in Africa Orientale, di «non poter rimanere estraneo alla politica» e di sentirsi «terribilmente focoso», uno stato d’animo che sarebbe stato il preludio della sua salita in montagna per raggiungere i partigiani della Osoppo, soltanto poche settimane dopo. In un’ altra lettera all’adorato fratello Pier Paolo, inviatagli sei mesi dopo, egli accennò alla sua evoluzione politica che lo aveva avvicinato al Partito d’Azione,  raccontando al fratello di un’estate di combattimenti contro i tedeschi che videro protagonisti gli osovani senza alcun aiuto dei garibaldini, che anzi premevano su di loro per farli passare sotto il comando sloveno. Profonda e toccante, infine, è la lettera di Pier Paolo al fratello ucciso, nella quale il poeta scrisse: «Caro Guido, ora che tu sei morto mi pare di conoscerti veramente (…)  consapevole che non saresti potuto sopravvivere al tuo entusiasmo, consumandoti in una bellissima morte».

LA RICOSTRUZIONE STORICA DI VOLPETTI

Oltre a ripercorrere le fasi del processo a carico dei partigiani garibaldini accusati e poi condannati per la strage di Malga Porzûs, che si celebrò innanzi alla Corte di Assise, dapprima a Brescia, poi a Lucca e quindi a Firenze, sentenza che venne alla fine cassata, il saggio scritto da Roberto Volpetti ha il pregio di illustrare il parallelo processo stralcio a carico di due dei tre gappisti che si svolse a Udine (un terzo era nel frattempo deceduto) che avevano catturato il fuggitivo Ermes, per ricondurlo successivamente in località Quattro Venti, nel Bosco Romagno dove lo avrebbero fucilato. Nel corso della dibattito di presentazione del volume è stato proiettato il cortometraggio “Sangue e Neve”, relativo alla specifica vicenda. L’iniziativa in Campidoglio a Roma fa seguito alla scopertura di una targa avvenuta lo scorso 7 febbraio in Largo Giovanni Chiarini, nella Capitale, in occasione dell’ottantesimo anniversario dell’eccidio, cerimonia durante la quale il giardino pubblico del luogo è stato intitolato alle diciassette vittime di Malga Porzûs.

IL RICORDO A ROMA CAPITALE

Alla cerimonia, oltre alla presidente dell’Assemblea capitolina Svetlana Celli e al consigliere comunale di Roma Capitale Francesco Carpano, ha presenziato anche Anna De Gregori, figlia del capitano osovano Francesco De Gregori, nome di battaglia «Bolla», nel febbraio del 1945 al comando del reparto assalito dai gappisti al comando di Mario Toffanin, «Giacca».

INFO

Titolo dell’opera: I Pasolini: Guido e Pierpaolo, Resistenza e libertà;

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autore: Roberto Volpetti;

editore: ‎ Gaspari;

pagine: ‎190;

ISBN-10: ‎ 8875419817

ISBN-13: ‎ 978-8875419813

A696A – STORIA, PAGINE CONTROVERSE DELLA RESISTENZA: MALGA PORZÛS, a ottant’anni di distanza un libro. Nel pomeriggio dello scorso 25 febbraio, presso la Sala della Protomoteca in Campidoglio a Roma, ha avuto luogo la presentazione del volume “I Pasolini: Guido e Pierpaolo, Resistenza e libertà”.
Nel corso dell’evento sono state ripercorse le fasi della controversa vicenda attraverso le tragedie vissute dai suoi protagonisti. Sono intervenuti: FRANCESCO CARPANO (consigliere all’Assemblea capitolina), LUIGI PAPAIS (consigliere dell’Ente Friuli nel Mondo), DONATELLA SCHURZELL (presidente Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia) e ROBERTO VOLPETTI (storico, autore del saggio, presidente dell’Associazione Partigiani Osoppo, APO).
A696B – STORIA, PAGINE CONTROVERSE DELLA RESISTENZA: MALGA PORZÛS, a ottant’anni di distanza un libro. Nel pomeriggio dello scorso 25 febbraio, presso la Sala della Protomoteca in Campidoglio a Roma, ha avuto luogo la presentazione del volume “I Pasolini: Guido e Pierpaolo, Resistenza e libertà”.
Nel corso dell’evento sono state ripercorse le fasi della controversa vicenda attraverso le tragedie vissute dai suoi protagonisti. Sono intervenuti: GIANLUCA RUOTOLO (responsabile Cultura del Fogolâr furlan di Roma) e ROBERTO VOLPETTI (storico, autore del saggio, presidente dell’Associazione Partigiani Osoppo, APO).

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