Prestiti all’Ucraina: una carità pelosa che arricchirà molti donatori

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Conto e carta

difficile da pignorare

 


 

di Roberto Allieri

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

 

Il conflitto in Ucraina ha scatenato nel mondo occidentale, sotto l’egida della Nato e con regia statunitense, l’avvio di molteplici azioni di contrasto all’avanzata russa nei territori contesi.

Un effetto inevitabile di ogni guerra è quello del controllo e della distorsione delle informazioni per assoggettarle alla propaganda di regime. Ciò ha come corollario la faziosità delle notizie, sempre mirate a ridicolizzare o screditare l’avversario, mettendo in luce la superiorità morale dei belligeranti che operano nel campo buono. Si potrebbe definire questo atteggiamento come spirito nazionalista ed è paradossale che attecchisca in occidente proprio in chi vede il nazionalismo come il fumo negli occhi e pretende di combattere le fake news con leggi repressive, a tutela della corretta informazione.  

La propaganda militare è una sorta di reagente che fa venire a galla la malafede degli organi di informazione e, restando nel nostro campo, l’ipocrisia di quel sistema pseudo-democratico che vorremmo imporre ed esportare in quelle parti del mondo che ancora non si piegano ad esso.

Questa amara considerazione non fa salvo nessun belligerante in nessun tempo: in ogni guerra ciascuno è accecato e vede solo le proprie ragioni. Solo il tempo successivo alla fine dei conflitti permette (non sempre e non subito) di dissipare le cortine fumogene, create per nascondere la realtà brutta, sporca e cattiva con menzogne ancor più brutte, sporche e cattive.

Tuttavia, ciò non può essere motivo per rimanere rassegnati o bloccati dal fatalismo in attesa di tempi migliori. Una controinformazione libera, tempestiva e ben orchestrata può aprire gli occhi a molti e contribuire ad evitare danni maggiori. L’intervento di Marco Travaglio contro la disinformazione propagandistica è un gioiello che invito tutti ad ascoltare (il filmato di quindici minuti è ben documentato, incalzante e, a tratti, anche spassoso). Questa sua denuncia contro i lacchè della propaganda e del pensiero unico sono una evidente prova del reale obiettivo del Digital Service Act, provvedimento emanato dall’Unione Europea per imbavagliare le informazioni scomode: la creazione di una sorta di Ministero della Verità, gestito insindacabilmente da organi e divulgatori ben sovvenzionati. Il ridicolo broglio informativo denunciato nel video delle balle sull’Ucraina non è quindi una anomalia del sistema ma una concreta realizzazione degli obiettivi auspicati.

Fatte queste premesse e tributato il mio apprezzamento per questa performance di Travaglio (il che non significa che sia un suo convinto ammiratore anzi, dissento da lui in molte altre questioni), mi permetto di sfruttare ulteriormente il suo video come assist per arricchire il discorso su un versante non analizzato: quello degli ‘aiuti all’Ucraina’. Ci sono infatti altre balle colossali che meritano di essere svelate.

Abbiamo sentito parlare negli ultimi anni di mobilitazione in aiuto del popolo ucraino sotto varie forme: dono, sostegno, soccorso, contributo. Questi termini inducono a pensare a forme caritatevoli, nello stile della Caritas. Fatta salva quella solidarietà di enti e privati, espressa con opere e provvidenze materiali a fondo perduto, sarebbe però opportuno un approfondimento sulla tipologia di aiuti forniti dalle istituzioni pubbliche (mi riferisco a Stati, Unione Europea, Nato, ONG, eccetera). C’è infatti qualcosa che non mi quadra sulla loro natura. 

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Un conto è parlare di dono nel senso di erogazioni di risorse economiche o anche di armi e beni materiali se tutta questa roba è data senza vincoli od obblighi di rimborso. Un’altra cosa è invece parlare di prestito con obbligo di restituzione. E qui la storia cambia perché il ricevente che si trova in stato di bisogno rischia di mettersi un cappio al collo. 

Ricercando nel web come ho fatto io (ad esempio QUI o QUI) si può scoprire che il pozzo senza fondo della guerra in Ucraina in tre anni ha fagocitato centinaia di miliardi di euro (o di dollari). 

Questo sito valuta pochi giorni fa l’ammontare degli aiuti in 267 miliardi di euro. Io non mi addentro nella quantificazione esatta; a me preme solo precisare che una consistente parte di queste somme costituisce un debito per l’Ucraina verso l’Occidente. Eh sì, perché non sono tutte risorse regalate.

Ad esempio, andando sul sito del Consiglio dell’Unione Europea si può trovare (vedi qui) una pagina intitolata ‘Sostegno militare UE all’Ucraina’. E si può scoprire che circa 49 miliardi (che non sono certo gli unici aiuti comunitari) sono stati forniti per il settore militare e di difesa ucraino, formazione dei soldati, munizioni, missili e altro nella forma di prestito. Per fornire tali sostegni è stata utilizzata una forma definita con l’espressione ‘Strumento europeo per la pace’. Preciso meglio riportando dal sito: ‘Attraverso lo strumento europeo per la pace l’UE finanzia approvvigionamento di forniture militari letali e non letali, quali dispositivi di protezione individuale, kit di pronto soccorso, carburante, munizioni e missili’. Quindi, uno strumento per la pace utilizzabile, tra l’altro, per forniture militari letali: alla faccia dei fini pacifici dichiarati!

 

 

E come si rimborsa il prestito? Attingendo ad entrate derivanti dalle attività russe bloccate. Il che, detto per inciso, ha sapore di rapina e crea ostacoli alla stessa concezione liberal-globalista. Se gli investimenti negli Stati occidentali possono diventare carta straccia per motivi politici, si mina il sistema di commercio internazionale. Un domani la stessa sorte degli asset russi potrebbe capitare ad investitori arabi, israeliani, cinesi, indiani, etc.

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

Insomma, per dirla tutta, questa carità pelosa di chi dà senza perderci niente non nobilita il ‘donatore’. Così come appaiono operazioni di facciata ipocrite certe forniture di armamentari inutilizzabili (anche per mancanza di adeguate istruzioni di funzionamento), sbolognate da molti Stati europei che hanno colto l’occasione di svuotare gli arsenali da materiali obsoleti.

Tale tipo di sovvenzioni mi fa pensare al cinismo di chi presta soldi a chi versa in stato di necessità (tipo un drogato che deve procurarsi le dosi che gli servono) ma poi esige da lui la restituzione, accettando (bontà sua!) proventi derivanti dalla vendita di oggetti rubati. O rapinati a persone considerate scorrette. 

Curioso che l’UE pretenda ora di sedersi al tavolo dei negoziati per la pace del conflitto in Ucraina. Mentre le delegazioni di Trump e Putin cercano di trovare accordi, scambiandosi reciprocamente ipotesi di concessioni e rinunce, c’è qualcuno in Europa che vorrebbe partecipare alle trattative aggiungendo pacchetti di sanzioni alla Russia o sfruttando maggiormente i beni russi disseminati in Europa. Forse, tra contendenti che hanno per obiettivo la fine delle ostilità, è meglio presentarsi agli incontri pacificatori muniti di qualche ramoscello d’ulivo piuttosto che solo con bastoni.

Ma torniamo alla questione dei prestiti. Poco si parla del fatto che gli aiuti ricevuti indebiteranno l’Ucraina per centinaia di miliardi: sia per quelli già ricevuti e da restituire che per quelli che serviranno per la ricostruzione. Salvo una via d’uscita ‘fraterna’, a beneficio soprattutto dell’alleato (?) statunitense. Trump e Zelensky stanno infatti discutendo, per usare un eufemismo, sulla concessione dello sfruttamento di giacimenti di terre rare in Ucraina. Si parla di un valore di 500 miliardi o giù di lì e, anche se nessuno sa con precisione a quanto ammontano i debiti di guerra, questa cifra dà un’idea dell’ordine di grandezza. In più si ‘discute’ fraternamente sulla svendita di terre agricole a multinazionali del settore e sulla concessione degli appalti di ricostruzione del Paese devastato a società immobiliari collegate ai famigerati fondi di investimento americani (Blackrock, Vanguard, etc.).

Si capisce allora perché i filantropi o i falchi delle amministrazioni politiche amano così tanto le guerre e vorrebbero non finissero mai. Per loro sono un grande affare e fornendo soldi o armi non ci fanno neanche la figura degli avvoltoi: al momento dei conferimenti sono considerati quelli che aiutano, che donano, che offrono, che sostengono. Il momento di esigere contropartite viene dopo…

Dovremmo invece accorgerci che certi prestiti sono patti di sangue: nascono in un bagno di sangue e finiscono per svenare chi li deve compensare.

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

Dopo aver stigmatizzato il colonialismo americano (da affiancare all’imperialismo ottuso della NATO), non mancherei di ricordare i falchi di casa nostra. Gli aiuti europei all’Ucraina per la continuazione ad oltranza della guerra assomigliano a certi abbracci fraterni nel secolo scorso dell’Unione Sovietica verso i Paesi alleati in difficoltà (Ungheria, Cecoslovacchia, Polonia).

Mi fanno risuonare anche una canzone dei Beatles, ‘Back in the USSR’. Oggi ribattezzerei il motivetto in ‘Back in the EUSSR’ ovvero ritorno all’Unione Europea delle Repubbliche Socialiste (neo) Sovietiche: un altro sistema di controllo centralizzato, asfissiante e tenacemente improntato ad agende ideologiche.

 

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore e non riflettono necessariamente quelle del responsabile di questo blog. I contributi pubblicati su questo blog, ritenuti degni di rilievo, hanno il solo ed unico scopo di far riflettere, di alimentare il dibattito e di approfondire la realtà. Il blog non ha scopo di lucro e rifiuta le proposte di pubblicità. Qualora gli autori degli articoli che vengono qui rilanciati non avessero piacere della pubblicazione, non hanno che da segnalarmelo. Gli articoli verranno immediatamente cancellati.

 

 

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 


 

 





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *