Le pagelle sulla sanità del Ministero promuovono il Veneto, Zaia: «Siamo una vera eccellenza»

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A livello complessivo, come anticipato da diverse testate, le Regioni che fanno meglio in tema di sanità sono il Veneto, che guida la classifica stilata dal Ministero della sanità con 288 punti totali, la Toscana (286) e l’Emilia Romagna (278). Seguono la provincia autonoma di Trento con 278 punti e quindi Piemonte e Lombardia, rispettivamente a 270 e 257. Chiudono invece la classifica sono Basilicata (189 punti), Abruzzo (182), Sicilia (173), Valle d’Aosta (162) e Calabria (150). A livello generale peggiorano le performance in Lombardia ma quello che esprime chiaramente la classifica è la spaccatura nord-sud con le Regioni del centro che si collocano prevalentemente a metà classifica. Sempre a livello generale il report mostra che in tutto il Paese migliora l’assistenza nell’area ospedaliera, ma peggiora nell’area distrettuale e in quella della prevenzione. Il punteggio è dato dalla somma di tre indicatori: prevenzione, assistenza distrettuale e assistenza ospedaliera. 

Il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, di fronte alla massima vetta raggiunta dalla sanità veneta nella classifica resa nota dal Ministero della Salute a conclusione dell’elaborazione dei risultati definitivi del monitoraggio della qualità dei servizi erogati e della quantità dei Lea garantiti riferiti al 2023, ha così commentato: «Nelle approfondite ‘pagelle’ rese note oggi, infatti, non solo il nostro modello sanitario si conferma un’eccellenza nella prevenzione, nell’organizzazione territoriale e nelle cure ospedaliere ma dalla somma dei risultati in questi tre ambiti emerge al primo posto assoluto tra le regioni e provincie autonome italiane con un punteggio pari 287,1. È la conferma positiva del grande lavoro portato avanti in questi anni. Il mio ringraziamento va a tutti i professionisti che lo hanno reso possibile: medici, infermieri, operatori, tecnici e personale amministrativo».

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Zaia entra nel merito del punteggio raggiunto, analizzando i tre punti presi in esame: «In un momento storico in cui uno degli obiettivi è la deospedalizzazione e l’integrazione ospedale-territorio, molto gratificante è il primato assoluto, 95,6, a livello nazionale nella sanità distrettuale – sottolinea Zaia –. Ma anche l’elevato risultato, 97,5, nella prevenzione riconosce la positiva efficacia di un sistema in cui gli screening per le varie patologie garantiscono diagnosi precoci e, quindi, percorsi di cura più adeguati. Ci sono sicuramente ulteriori margini di miglioramento e siamo già al lavoro, come sempre. Lo confermano i risultati del 2024 nell’abbattimento delle liste d’attesa, una battaglia in cui abbiamo impegnato tutte le risorse del Fondo sanitario, di cui potevamo disporre, passando dai 27 milioni di euro nel 2023 agli oltre 48 nel 2024 e agli altrettanti previsti per il 2025. Continueremo ogni azione ci consentirà di garantire e rafforzare il livello raggiunto, a cominciare dagli investimenti in macchinari di ultima generazione che ci vedono impegnare ogni anno 70 milioni di euro». 

«Siamo una vera eccellenza a livello nazionale: la nostra Regione da molti anni si è sempre attestata nei livelli più alti della classifica ma possiamo guardare con orgoglio che questo ulteriore risultato è stato raggiunto con un sostanziale miglioramento in tutte le aree rispetto ai dati del 2022 – aggiunge il Presidente -. Questa indicazione segna che è stato definitivamente superato il guado del dopo pandemia e delle difficoltà rimaste in eredità dopo quel triste e complesso periodo. È il segno di quale grande lavoro è stato portato a termine nel raggiungimento degli obbiettivi e nella garantire servizi di qualità ai cittadini anche nelle maggiori difficoltà. Per questo, non è secondario constatare che il Veneto non ha mai fatto mancare la qualità ed ha raggiunto un simile risultato garantendo sempre l’equilibrio di bilancio. Diversamente da altre regioni, infatti, in questa fatica non è mai ricorso a manovre straordinarie ma impiegando al meglio i fondi del Servizio Sanitario. La sanità è già affidata per circa il 90% all’autonomia regionale disponibile nell’attuale ordinamento, questo traguardo indica quali orizzonti si aprirebbero per tutti con forme ulteriori come quella differenziata. È la conferma che è possibile pensare all’equa suddivisione del benessere anziché a quella del malessere».


 



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