il leggendario cineasta fa appello a Mattarella e a Giorgia Meloni

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La storia della settima arte nel nostro paese è indissolubilmente legata ai luoghi in cui ha trovato spazio per esprimersi. Dagli scorci cittadini ritratti nel cinema neorealista di Rossellini e De Sica, all’indagine sociale compiuta da Pasolini nelle borgate, passando alle atmosfere oniriche e decadenti di Fellini o alla commedia tipicamente nostrana di Monicelli; è soprattutto Roma ad aver definito da un punto di vista poetico e identitario il modo di vedere il cinema italiano nel mondo.

Tra gli aspetti storici e culturali che legano la capitale alla celluloide, c’è anche una lunga tradizione di sale da proiezione che ospitano da lungo tempo varie generazioni di spettatori. Con all’attivo ben 41 spazi per un totale di 216 schermi, Roma è tra le città italiane col maggior numero di cinema all’attivo. Tuttavia, sono molte le attività che nel corso degli anni han dovuto chiudere i battenti; come avvenuto per il “Cinema America” di zona Trastevere, che solo dopo anni d’instancabili lotte da parte dei giovani ha reso possibile la nascita del più importante evento cinematografico all’aperto della capitale e l’apertura del “Cinema Troisi”. Ma sono molte ancora le sale che rischiano di sparire definitivamente, anche quando gli stessi circuiti sono ormai divenuti parte integrante della comunità. Dopo la vincita di un’asta fallimentare da parte delle società di gestione patrimoniale Colliers Global Investors e Wrm Capital per una cifra attestata sui 50 milioni di euro, la Regione Lazio ha avanzato la proposta di chiudere i cinema fallimentari per far spazio a nuove opportunità commerciali. Immediata è stata la risposta dello star system internazionale, che si è prontamente mobilitato per far sentire la propria voce con un accorato appello d’allarme e a cui han preso parte personalità del calibro di Wes Anderson e Jane Campion. Allo stato attuale, sembra che la regione stia provvedendo a rimuovere le restrizioni che impedirebbero di riconvertire gli spazi cinematografici in altre attività. Preoccupato per la situazione, il collettivo Cinema America ha lanciato una richiesta d’aiuto a tutto il mondo dello spettacolo, alla cui chiamata ha risposto nientemeno che il veterano Martin Scorsese con una lettera aperta rivolta alle massime cariche dello stato.

Nella sua dichiarazione, possiamo leggere: “Mentre Renzo Piano riflette eloquentemente sulla situazione attuale di Roma, è chiaro che il tentativo di riconvertire gli spazi destinati alla possibile rinascita culturale della Città Eterna in alberghi, centri commerciali e supermercati è assolutamente inaccettabile. Una tale trasformazione rappresenterebbe una perdita irrevocabile: un profondo sacrilegio non solo alla ricca storia della città, ma anche all’eredità culturale per le generazioni future.” Chiamando a raccolta i colleghi e gli appassionati cinefili, il maestro ha aggiunto: “Invitiamo i nostri colleghi di tutto il mondo, i direttori dei festival e tutti gli operatori culturali a firmare questa lettera per salvare l’ultima possibilità di riscatto di una delle più importanti città culturali e artistiche del mondo. Questa lettera è indirizzata personalmente anche al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni per impedire qualsiasi riconversione degli spazi culturali di Roma. È nostro dovere trasformare queste ‘cattedrali nel deserto’ abbandonate in veri e propri templi della cultura, luoghi capaci di nutrire l’anima delle generazioni presenti e future”.

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Allo stesso appello si sono aggregati moltissimi personaggi che hanno fatto la storia del media e continuano a prenderne parte. Tra i tanti nomi, segnaliamo Spike Lee, David Cronenberg, Ari Aster, Julie Taymor, il fondatore di Mubi Efe Cakarel, Yorgos Lanthimos, J.J. Abrams, Josh Safdie, Todd Haynes, Judd Apatow, Damien Chazelle, Mark Cousins, Alfonso Cuarón, Willem Dafoe, Robert Eggers, Joanna Hogg, Dawn Hudson, Isabella Rossellini, Mark Ruffalo, Paul Schrader, Léa Seydoux, John Turturro, Thomas Vinterberg, Jeremy Thomas, Paweł Pawlikowski, Debra Winger e – non ultimo – il leggendario Steven Spielberg. Un coinvolgimento di professionisti a dir poco impressionante, indice di un problema che non solo la capitale, ma tutto il paese potrebbe trovarsi a gestire.

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