IVREA. Il ribasso del 57,6% per la progettazione del nuovo ospedale di Ivrea aveva acceso il dibattito sulla sostenibilità economica e sulla qualità del progetto. L’Ordine degli Ingegneri di Torino aveva sollevato dubbi sulla legittimità dell’assegnazione, chiedendo chiarimenti all’Asl/To4 che ha risposto con un documento a firma del direttore del servizio tecnico patrimoniale, ingegner Andrea Fiorillo, replicando alle contestazioni e difendendo la correttezza della procedura. Fiorillo è stato anche presidente del seggio di gara ed è responsabile unico del procedimento. Quattro i punti chiave: «Il ribasso non è illegittimo»; ci sono «orientamenti giurisprudenziali favorevoli al ribasso»; c’è stato un attento «controllo sull’ipotetica anomalia dell’offerta» e «il nuovo decreto non si applica retroattivamente». Inoltre alla fine non sono stati fatti ricorsi nei confronti della procedura di gara per l’aggiudicazione del progetto di fattibilità tecnico-economica dell’ospedale di Ivrea e si sta concludendo la sottoscrizione del contratto.
“Così si rischia la qualità”
A innescare la polemica è stato Giuseppe Ferro, presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Torino: «Un ribasso del genere è esagerato e ci obbliga a intervenire». Il consorzio Mythos, capofila di un raggruppamento di professionisti, si era aggiudicato l’appalto per 2,2 milioni di euro (3,1 con Iva) su una base d’asta di 5 milioni. L’Ordine degli Ingegneri ha segnalato il caso dopo un primo intervento dei colleghi della Valle d’Aosta, sollevando il timore che il taglio drastico dei costi possa riflettersi sulla qualità del progetto: «Non siamo contro il nuovo ospedale, ci mancherebbe. Ma un risparmio così netto rischia di trasformarsi in una spesa maggiore in futuro: edifici realizzati con progettazioni al ribasso spesso richiedono interventi correttivi che aggravano i costi e allungano i tempi», ha spiegato Ferro.
Un budget stratosferico
La gara riguarda la progettazione del nuovo ospedale che sorgerà nell’area ex Montefibre di Ivrea e rientra nel piano di 11 strutture piemontesi per cui il Ministero della Salute ha stanziato per la costruzione 600 milioni di euro, portando il budget complessivo del programma edilizio regionale a 2,2 miliardi. Il problema, secondo gli ingegneri, è che un ribasso così estremo potrebbe compromettere la realizzazione di un’infrastruttura strategica per il territorio. Un’altra questione sollevata riguarda il momento in cui è stata assegnata la gara: il 30 dicembre 2024, appena prima dell’entrata in vigore delle nuove norme del Codice dei contratti, che mirano proprio a limitare ribassi così drastici. Una tempistica che, per l’Ordine, getta ombre sulla procedura. Il termine di presentazione delle offerte era il maggio 2024 e l’impegno della direzione strategica dell’Asl/To4 guidata allora da Stefano Scarpetta era di arrivare all’affidamento entro l’anno. Un impegno, questo ribadito davanti alla conferenza dei sindaci e alla presenza dell’assessore regionale Riboldi. Il mandato di Scarpetta in Asl/To4 si chiudeva il 31 dicembre. L’Asl aveva in parte anticipato le risposte per bocca del nuovo direttore generale Luigi Vercellino ribadendo che il ribasso non è illegittimo: «Il regime dell’equo compenso non deroga, ma si rapporta al sistema dei contratti pubblici, senza frustrarne la sostanza proconcorrenziale», scrive oggi il Servizio tecnico patrimoniale.
Leggi e sentenze
L’azienda sanitaria richiama nel documento inviato all’Ordine degli Ingegneri e al Consiglio nazionale degli Ingegneri diverse sentenze, tra cui quella del Consiglio di Stato del 27 gennaio 2025, che ha annullato una pronuncia del Tar veneto contraria alla pratica dei ribassi. Anche la Corte di giustizia Ue ha chiarito che tariffe minime rigide possono essere considerate anticoncorrenziali: «L’indicazione delle tariffe minime e massime è vietata in quanto incompatibile con il diritto dell’Unione europea». L’Asl sottolinea che la gara prevedeva controlli per evitare offerte anomale e che la proposta vincitrice non ha superato la soglia di anomalia: «L’aggiudicatario non ha integrato tale previsione (non avendo conseguito i 9/10 del punteggio tecnico ante riparametrazione) e dunque la relativa offerta non è risultata sospetta di anomalia». Sul fronte normativo, l’Asl chiude la porta a eventuali contestazioni basate sulle nuove regole: «La procedura di affidamento è soggetta alla normativa vigente alla data di pubblicazione del bando, in conformità al principio tempus regit actum». Tradotto: le modifiche introdotte dal Correttivo al Codice degli appalti non possono essere applicate retroattivamente.
Cosa succede ora?
L’Ordine degli Ingegneri potrebbe decidere di approfondire la vicenda. I dubbi degli ingegneri restano. «La paura è che la ricerca del massimo risparmio possa trasformarsi in un problema futuro, con ripercussioni sui tempi e sulla qualità del progetto», ha ribadito Ferro
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