Lo spartiacque rimane la qualificazione alla Champions, ma l’attaccante del Napoli in prestito al Galatasaray ha già lavorato con Giuntoli e può godere dei vantaggi del decreto crescita. Una questione, quella fiscale, che riguarda tutta la Serie A
Nel mosaico dei grandi colpi per l’estate abbondano i nomi importanti. E anche se la disfatta delle italiane in Champions ci porta a guardare più alle rinunce (Yildiz e Leao) che alle opportunità, è bene riflettere su calciatori davvero alla portata delle nostre big. Ora come ora Juventus e Milan devono preoccuparsi soprattutto di conquistare il posto nella prossima Champions League per programmare rinforzi all’altezza, ma è anche vero che le prossime settimane emetteranno verdetti importanti. Ancor prima che il mercato entri nel vivo. Tra i goleador più in vista c’è certamente Victor Osimhen, parcheggiato al Galatasaray e deciso a ritrovare una maglia da titolare in un top club europeo. In estate ci ha provato il Psg, ma il Napoli ha fatto muro sul prezzo. Ora come ora il nigeriano ha un contratto di un altro anno con De Laurentiis che vanta una clausola da 75 milioni di euro valida solo per l’estero. Eppure Cristiano Giuntoli, forte degli ottimi rapporti con il giocatore dagli anni napoletani, ha in mente di portarlo alla Juventus. Come può riuscirci? Premesso che il proprietario del club campano preferisce cederlo fuori dall’Italia, è chiaro che la volontà del giocatore può essere determinante: soprattutto se ci fossero le condizioni giuste per il suo contratto.
Ballano 7 milioni lordi di stipendio
E qui veniamo al punto cruciale della vicenda. Quando il 23 dicembre 2023 c’è stato l’ultimo rinnovo con gli azzurri Osimhen ha ottenuto un aumento di contratto a 10 milioni di euro netti. Ora è facile credere che non intenda fare sconti a chi vuole corteggiarlo. Anzi, c’è aria di rialzi. Come può permettersi, allora, la società bianconera un lusso del genere? La risposta viene dalle norme fiscali legate all’ormai sepolto Decreto Crescita. Osimhen fa parte di quella ristretta cerchia dei calciatori arrivati in Italia dopo il 2019 che hanno usufruito di quell’agevolazione e ne hanno ancora diritto. Secondo le attuali norme, dunque, la Juve potrebbe offrire al nigeriano un contratto da 10 milioni netti, spendendo “appena” 13 milioni lordi invece di 20. Tanto per fare un esempio: un calciatore che è a libro paga senza sconti con 13 milioni lordi ne incassa “appena” 6,5. Dunque l’opportunità economica è invitante per i protagonisti della vicenda. E ciò spiega come mai alla Continassa stiano lavorando su questo fronte, nonostante tutte le difficoltà concomitanti. Anzi, le tempistiche fiscali consiglierebbero di anticipare il più possibile il trasferimento. Al riguardo va ricordato che Victor nel 2024 è stato un contribuente italiano avendo trascorso ben otto mesi nel nostro Paese. E la legge dice che occorrono almeno 183 giorni l’anno per continuare a godere di questo status. In tal senso se Osimhen fosse tesserato già con le liste di giugno (quelle inedite per il Mondiale per club), allora, avrebbe dalla sua tutto il tempo necessario per vedere confermate le sue agevolazioni anche per il 2025.Per intendersi, Romelu Lukaku in questi anni ha sfruttato più volte queste finestre: anche se era di proprietà del Chelsea, di fatto è sempre rimasto un contribuente italiano. Certo, bisogna vedere poi se Osimhen accetterebbe di rinunciare alla Champions League, ma questo è un argomento ancora prematuro. Ovviamente Thiago Motta è il primo a tifare per una situazione differente.
Kolo Muani e l’effetto Champions
La questione fiscale riguarda tutte le società di Serie A, da tempo solidali nel chiedere al Governo un ritorno al recente passato. Non a caso il nuovo presidente di Lega, Ezio Simonelli, ha speso parole rilevanti sull’argomento. E in seconda battuta anche il presidente federale Gabriele Gravina appare ben disposto in tal senso. Insomma la corazzata della Serie A si sta prodigando per tornare ad avere dei benefici che permetterebbero di attrarre i talenti indispensabili per puntare al meglio. A proposito di Juve c’è anche l’ipotesi di legarsi a lungo con Randal Kolo Muani, il goleador francese arrivato in prestito dal Psg. Anche in questo caso il peso dell’ingaggio è onerosissimo. Basti pensare che per averlo a gennaio i bianconeri hanno dovuto mettere sul piatto 9 milioni lordi. Sì, perché Kolo ha uno stipendio da 9 milioni netti a stagione e per averlo in rosa bisogna mettere in conto una spesa rilevante. Sarebbe più semplice confermarlo se davvero il Decreto Crescita tornasse d‘attualità. In quel caso il costo lordo sarebbe di poco più di 11,7 milioni. E qui torna la storia illustrata per Osimhen. Come si può comprendere potremmo aggiungere tanti altri nomi in questa galleria di talenti sotto osservazione. È chiaro che molto dipenderà dai risultati del dialogo tra i rappresentanti del nostro calcio e, in particolare, il ministro Giorgetti. La partita è apertissima. Fonte: Gazzetta
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