Questionario MiFID: quando è obbligatorio (o no)

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Da anni chi si accinge a effettuare degli investimenti è posto dinanzi all’obbligo di compilazione e sottoscrizione del questionario MiFID, un test molto importante per divenire più consapevoli sui rischi degli investimenti e sulla loro coerenza (o meno) con il proprio profilo.

Considerato che sul tema – che interessa anche il crowdfunding – c’è ancora molta confusione, abbiamo cercato di realizzare una breve guida chiarificatrice.

A cosa serve il questionario MiFID

Il questionario MiFID si riferisce a un test di valutazione nato nell’ambito dell’omonima direttiva (Markets in Financial Instruments Directive) entrata in vigore in Italia il 1 novembre 2007 e – successivamente – aggiornata con l’entrata in vigore della MiFID II il 2 gennaio 2018. Costituisce un importante elemento di tutela degli investitori privati e, soprattutto, neofiti e inesperti, e nasce con l’obiettivo di introdurre proprio un livello di sicurezza uniforme per gli investitori a livello europeo.

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La finalità specifica del questionario è duplice: da una parte serve a valutare l’esperienza dell’investitore in materia di investimenti, dall’altra parte a comprendere se i prodotti di investimento che si ha in mente di sottoscrivere (o che il servizio di consulenza vuole proporre) siano coerenti e adatti con il proprio profilo personale.

A tal fine, ogni intermediario individua caratteristiche, obblighi e esigenze di investimento dei propri clienti, potendo così raccomandare servizi e prodotti finanziari adeguati.

Naturalmente, un buon servizio di consulenza dovrebbe essere già in grado di compiere una valutazione professionale sulla coerenza dell’investimento proposto, rispetto alle caratteristiche dell’investitore.

Tuttavia, può capitare che in realtà all’attenta valutazione di cui sopra si sovrappongano altre esigenze (come la necessità di soddisfare delle pressioni commerciali), che in un passato non troppo remoto hanno manifestato comportamenti scorretti ai danni dei risparmiatori.

In questo scenario, il questionario MiFID diventa uno strumento di trasparenza, controllo e tutela dei propri investimenti, formalizzando quali sono le preferenze, le possibilità e gli obiettivi di investimento.

Quali sono le domande del questionario MiFID

Ora che abbiamo compreso cos’è e a cosa serve il questionario MiFID, ci si può domandare quali siano le domande del questionario proposto dalla società di investimento o dal consulente finanziario.

In generale, si può ben dire che il questionario MiFID copra alcune aree essenziali che puntano a esplorare la familiarità con il mondo degli investimenti e l’esperienza dell’investitore, la sua situazione reddituale e finanziaria, i suoi obiettivi finanziari. Insomma, con il questionario MiFID il consulente dovrebbe formalizzare esperienza, situazione e obiettivi dell’investitore.

Con l’avvenuto del questionario MiFID II, poi, sono comparse alcune ulteriori domande che hanno come finalità quelle di esplorare le preferenze di investimento (ad esempio, in prodotti sostenibili) e la consapevolezza sui rischi finanziari (ad esempio, il rischio di liquidità).

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Quando è obbligatorio il questionario MiFID?

Il questionario MiFID è obbligatorio quando si decide di sottoscrivere un investimento attraverso una società o un consulente. Qualche esempio?

Il questionario MiFID è obbligatorio se:

  • Apri un deposito amministrato in una banca
  • Investi in azioni o obbligazioni tramite una società di consulenza
  • Scegli un servizio di gestione professionale del portafoglio
  • e così via.

Di contro, ci sono alcuni casi in cui la compilazione del questionario MiFID non è richiesta. Si pensi al caso in cui si sia già stati profilati in precedenza e non siano intervenuti cambiamenti di nota o se si acquistano prodotti semplici come i conti di deposito.

L’ambito di applicazione del questionario MiFID è dunque presto individuabile, considerato che riguarda i clienti di:

  • Istituzioni finanziarie come banche, società di investimento, gestori di patrimoni e altri intermediari finanziari che offrono servizi di investimento e attività accessorie;
  • Operatori che forniscono servizi di investimento come consulenza finanziaria, gestione di portafogli, negoziazione per conto proprio, esecuzione di ordini per conto di clienti, ricezione e trasmissione di ordini, sottoscrizione e collocamento di strumenti finanziari.

Cosa succede se non si compila il questionario MiFID

Se non si vuole compilare il questionario MiFID per propria libera scelta, la società di investimento dovrebbe precludere ogni possibilità di usufruire dei propri servizi.

Senza la compilazione del questionario MiFID, infatti, l’intermediario finanziario non può disporre di quelle informazioni necessarie per valutare se i prodotti e servizi finanziari proposti siano o meno adatti al cliente. Alcuni prodotti finanziari, specialmente quelli più complessi e rischiosi, non possono dunque essere venduti a quei clienti che non hanno fornito le informazioni richieste attraverso il questionario.

Altri prodotti possono invece essere offerti solo mediante un servizio di esecuzione degli ordini senza fornire consulenze. In altri termini, l’investitore può effettuare operazioni di acquisto e vendita di strumenti finanziari per propria iniziativa, ma senza il questionario non può ricevere un consiglio sull’adeguatezza di tali operazioni.

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