Liste d’attesa, è ufficiale: sono diventate più di 80mila e i conti della Proietti non tornano. Opposizione all’arrembaggio: «Subito i dati veri»

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 


di Marco Brunacci

PERUGIA – Liste d’attesa, che pasticcio. I conti della maggioranza non tornano.
L’opposizione sulle barricate chiede numeri e documenti (a partire dalla famosa Pec del direttore dimissionario della Asl 1, Nardella, anticipata da Umbria7). Alla fine, ecco la cronaca di un naufragio
annunciato, sperando tutti che alla prossima puntata dell’Assemblea legislativa si vedano ina acqua delle scialuppe di salvataggio. Va ricordato infatti che la sanità è una cosa troppo seria per andare
male nei prossimi 5 anni.

Allora: in Assemblea legislativa è partita la battaglia sui numeri delle liste d’attesa. Inizia la presidente uscente Tesei, salta sulla sedia l’ex assessore Melasecche, colpisce di rimessa Eleonora Pace.
Risultato: la presidente Proietti, che è titolare della delega alla sanità, aspetta ore per rispondere all’arrembaggio del centrodestra, prima di poter esibire i numeri ufficiali dell’assessorato e riferirli.
Che succede a questo punto? Peggio che andar di notte.
Proviamo a mettere ordine sulle cifre: Proietti aveva annunciato in pompa magna che erano stati messi a disposizione dei cittadini 30.600 nuove posti per sopperire alle richieste di prestazioni sanitarie dell’Umbria, che sono – centrodestra o centrosinistra o chiunque voglia governare in Umbria, pure gli alieni, si annoti il numero – da 3,1 milioni insù all’anno. Questo significa grosso modo che il sistema
sanitario umbro, con l’aiuto del privato e di tutto quel che si vuole, deve erogare 250 mila prestazioni al mese.
È chiaro che il numero 30.600 non ha alcun significato se non si spiega: queste prestazioni sono in aggiunta alle 250 mila normali? Ammesso però che così sia, ecco un’altra spiegazione di Proietti che
non incrocia la realtà neanche di striscio.
Dice la presidente titolare della sanità: delle 30.600, 26mila e passa sono prestazioni a carico della struttura pubblica, solo 4mila e spiccioli di privati convenzionati.
Segue pioggia di obiezioni: come è possibile che il pubblico si sia caricato di 26mila prestazioni in più, senza aprire la notte o fare cose del tutto eccezionali rispetto al contratto di lavoro vigente o senza aver fatto un’assemblea sindacale nè un accordo con il sindacato che consenta di superare i limiti del contratto?
Peggio ancora sul versante delle 4mila e spiccioli prestazioni convenzionate: c’è un milione di euro puntato su questo segmento. Se le prestazioni sono 4 mila e passa e si è speso un milione, sapete
quanto costa di media una prestazione: 222 euro. Sapete che le prestazioni – come deciso da disposizione legislativa nazionale – non possono superare certi limiti e il massimo per una prestazione normale è intorno ai 40 euro? Ma tante possono essere pagate 20 euro e tantissime 30, non di più?
Gesù, fate luce. Abbiamo riempito di soldi i laboratori privati o abbiamo solo detto una castroneria? Una terza ipotesi, francamente, non sembra esistere. Magari ci sbagliamo.
E vogliamo tanto sbagliarci, però altri dati ancora vanno sottolineati. Dopo il primo “preoccupato tam tam” sui conti della sanità lasciati dal centrodestra, al quale qualcuno pare abbia creduto, scopriamo che ci sono soldi per pagare degli interventi aggiuntivi. Evviva. Quanto andremo avanti a sparare cifre a casaccio?
Magari scopriamo, la prossima volta, quello che scrive da settimane Umbria7, e cioè che le aziende sanitarie umbre sono sotto di 40 milioni poco più, ma Tesei ha avuto 50 milioni dal Governo ed ha
coperto il debito. Il problema è: cosa farà adesso la nuova Giunta? Dopo tanto stracciarsi le vesti per la sanità a rischio privatizzazione ora scopriamo che privato è bello. E ci sta. Dopo ics articoli di Umbria7, scopriamo che – lo ha detto Eleonora Pace senza essere ripresa da nessuno – le liste d’attesa sono oltre 80 mila, il doppio di quelle lasciate da Donatella Tesei.
Una cosa è chiara: le “sante bugie” (copyright Umbria7) sono servite a convincere gli umbri a cambiare maggioranza. Ora un po’ di verità aiuterebbe a risolvere per i prossimi 5 anni i problemi legati alla sanità, che tutti i cittadini hanno in Italia e la piccola Umbria non fa eccezione. Scatti però subito una moratoria delle fanfaluche.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *