Veneto: bufera sulla gara di cani “da caccia” per stanare le lepri (nel periodo riproduttivo)

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La Regione Veneto ha autorizzato una prova cinofila che potrebbe mettere in pericolo la vita delle lepri gravide e dei leprotti. Le associazioni animaliste OIPA e LEAL chiedono la revoca dell’autorizzazione, criticando il periodo e le modalità scelte per l’esercitazione. Il benessere degli animali coinvolti è a rischio

Il 9 e 10 marzo 2025, 24 Comuni del Veneto ospiteranno una controversa prova cinofila destinata ai cani da seguita, una prova che, pur non prevedendo l’abbattimento degli animali, rischia di compromettere gravemente la vita di centinaia di lepri. La decisione di autorizzare l’evento, che coinvolge la caccia simulata, è stata aspramente criticata dalle associazioni animaliste, che pongono l’accento su numerosi rischi per la fauna selvatica.

OIPA (Organizzazione Internazionale Protezione Animali) e LEAL (Lega Antivivisezione) sono tra le prime a scendere in campo contro questa iniziativa, chiedendo ufficialmente la revoca dell’autorizzazione. L’evento si terrà proprio in pieno periodo riproduttivo delle lepri, una condizione che potrebbe portare alla morte di lepri gravide e dei piccoli appena nati. Il 9 e 10 marzo, infatti, coincidono con il periodo di maggiore vulnerabilità per questi animali, che rischiano di essere stanati dalle loro tane dai cani da seguita.

La preoccupazione non si limita a questa questione etica legata alla sofferenza degli animali. La prova cinofila è prevista in zone di ripopolamento e cattura, aree destinate alla protezione e al rafforzamento della popolazione faunistica. Proprio in queste aree, la fauna dovrebbe poter riprendersi, senza essere minacciata da esercitazioni che potrebbero compromettere il loro ripopolamento. In questo contesto, la scelta della Regione di autorizzare l’esercitazione appare ancora più problematico, con un rischio reale per la sopravvivenza delle specie coinvolte.

Un periodo inappropriato e un’area vulnerabile

I timori per la sorte delle lepri sono giustificati, poiché la prova cinofila prevede che i cani seguano le tracce notturne delle lepri, impegnandosi a stanarle dalle loro tane. La paura che i cani possano disturbare le lepri gravide, portandole a fuggire o a dare alla luce in condizioni precarie, è concreta. Se le lepri, in particolare quelle in gravidanza o con cuccioli appena nati, vengono costrette a fuggire, potrebbero facilmente abbandonare i loro piccoli o subire danni irreparabili durante la fuga, compromettendo la loro stessa sopravvivenza.

Oltre al rischio per la vita degli animali, la questione si complica con l’aspetto legale. Il periodo in cui si svolgerà la prova cinofila, coincidente con il periodo di riproduzione delle lepri, è considerato da OIPA e LEAL particolarmente problematico anche sotto il profilo della legislazione vigente. La legge prevede che attività di addestramento fuori dalle zone autorizzate abbiano validità di soli 30 giorni, ma l’autorizzazione in questione scade solo nei giorni immediatamente precedenti o addirittura durante l’evento. In questo caso, molti terreni non hanno avuto la possibilità di opporsi ufficialmente in tempo utile.

Le critiche delle associazioni animaliste

Il comunicato congiunto inviato da OIPA e LEAL alla Regione Veneto fa emergere tutte le criticità del provvedimento, mettendo in luce come la prova cinofila non sia solo dannosa per le lepri, ma anche inappropriata in un contesto di gestione della fauna selvatica. Alessandro Piacenza, responsabile della tutela della fauna selvatica per OIPA, ha sottolineato come questa decisione rappresenti un pericolo non solo per gli animali coinvolti, ma anche per l’integrità degli ecosistemi. La fauna selvatica, secondo Piacenza, è un patrimonio indisponibile dello Stato e va tutelata con decisioni coerenti con il suo benessere.

Da parte di LEAL, la posizione è altrettanto ferma. L’associazione ricorda come questa prova cinofila non differisca sostanzialmente dall’attività venatoria, che prevede simili modalità di inseguimento degli animali, con la differenza che non sono previsti abbattimenti. Ma questo non cambia la sofferenza inflitta agli animali, soprattutto se si considera il periodo dell’anno in cui si svolgerà l’esercitazione.

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Una battaglia legale in corso

La richiesta di revoca inviata alla Regione Veneto dalle due associazioni è accompagnata anche dall’avvio di una battaglia legale. OIPA e LEAL hanno deciso di intraprendere un’azione legale per sospendere e annullare l’autorizzazione, convinte che la tutela della fauna selvatica e la protezione degli animali debbano avere la priorità su ogni altra attività. Le associazioni chiedono quindi alla Regione di rivedere il provvedimento e di non dare spazio a pratiche che possano danneggiare irreparabilmente la fauna selvatica.

Un appello alla Regione Veneto

Il messaggio che OIPA e LEAL rivolgono alla Regione Veneto è chiaro: è essenziale che ogni decisione in merito alla gestione della fauna selvatica tuteli in prima istanza il benessere e la dignità degli animali, evitando pratiche che li espongano a inutili sofferenze. La tutela della fauna e la protezione degli ecosistemi sono valori fondamentali che, secondo le associazioni, dovrebbero sempre prevalere su attività che, seppur legali, possono avere conseguenze devastanti per gli animali.

Con il 9 marzo ormai alle porte, la battaglia legale e politica per la revoca dell’autorizzazione è solo all’inizio. OIPA e LEAL continueranno a fare pressione affinché venga messa fine a questa iniziativa, che considerano dannosa per l’intero ecosistema del Veneto. La speranza è che la Regione possa ripensare alla decisione e accogliere la richiesta di annullamento, mettendo al centro della sua agenda il rispetto per la fauna selvatica e la tutela degli animali.

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