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Negli ultimi giorni sono andate in scena numerose manifestazioni su tutto il territorio nazionale dei metalmeccanici, Genova compresa, per chiedere il rinnovo del contratto collettivo nazionale, scaduto a giugno 2024. Intanto, si attendono numi sul prossimo capitolo della storia dell’ex Ilva, compreso lo stabilimento di Cornigliano.
Le richieste sono univoche in tutta Italia: chiudere la fase di stallo e tornare al tavolo di contrattazione, aumentando i salari in maniera adeguata rispetto all’aumento dell’inflazione, tutelando il potere d’acquisto delle famiglie. Tra le altre richieste, a cui stanno dando voce i sindacati di categoria in questi mesi, una serie di misure per migliorare la qualità della vita dei lavoratori quali il contrasto alla precarietà e una maggiore stabilità occupazionale, la riduzione dell’orario di lavoro e l’estensione dei diritti e delle tutele per tutti i dipendenti del settore.
Le proteste e gli scioperi hanno chiamato in causa Confindustria, che ha interrotto le trattative. Sotto le sedi dell’organizzazione dell’industria, negli ultimi giorni, sono passati cortei e si sono organizzati presidi per chiedere di riprendere la discussione e arrivare a un nuovo CCNL. Le manifestazioni si sono svolte per lo più pacificamente, anche se non sono mancati episodi con petardi, fumogeni, proprio a Genova alcuni dei contestatori hanno cercato di colpire le finestre di Confindustria con delle uova, che però hanno mancato il bersaglio. A farne le spese gli uffici della Cna (Confederazione nazionale dell’artigianato), del tutto estranea alla vertenza sindacale, che ha la sede nello stesso palazzo.
Tutela del potere d’acquisto delle famiglie al centro della manifestazione dei metalmeccanici
«Al centro della nostra rivendicazione c’è il salario», ha dichiarato Stefano Bonazzi, segretario generale Fiom Genova. «In questi ultimi anni l’inflazione ha morso, il potere d’acquisto dei metalmeccanici si è eroso in maniera consistente. La partita è aperta e da parte di Confindustria non c’è volontà di trattare: ha presentato delle controproposte che vanno in totale controtendenza, in cui il salario non è assolutamente citato. Questo è inaccettabile: per questo oggi i metalmeccanici genovesi sono in corteo».
Tra i cori ascoltati nel corso del corteo, «vogliamo il contratto e le palanche», mentre lo striscione alla testa dei manifestanti chiede «salario, diritti, dignità. Contratto subito».
Il salario deve adeguarsi all’inflazione, rivendicano i sindacati
Luca Pasquetti di Fim Cisl Genova sottolinea che «ci sono situazioni veramente difficili, con il costo della vita che assolutamente è aumentato. Abbiamo bisogno di questo aumento salariale, tutti i lavoratori lo chiedono e facciamo questo appello alle parti perché si possa riprendere in maniera seria, su un terreno fertile, la contrattazione». La richiesta per Federmeccanica è di riaprire «in maniera seria la trattativa con le parti sindacali ed esamini la nostra piattaforma».
Gli fa eco anche il segretario generale Fim Cisl Liguria, Christian Venzano, che puntualizza: «i segretari nazionali di Fim Fiom e Uilm hanno incontrato i vertici di Federmeccanica e Assistal l’11 febbraio, per vedere se c’era la disponibilità di riprendere la trattativa dopo lo stop del 12 novembre. Dopo 8 incontri e le successive iniziative di sciopero nei mesi di dicembre e di gennaio messe in campo, abbiamo registrato la non volontà di risedersi al tavolo per riprendere la discussione e questo è inaccettabile, perché parliamo del futuro industriale del nostro paese con il contratto più importante che riguarda 1,5 milioni di lavoratori, nel settore trainante quello dell’industria. Dopo il 13 dicembre, ritorniamo a protestare con la manifestazione in città ma questa volta verso Confindustria con una grande risposta dei metalmeccanici alla provocazione di Federmeccanica ed Assistal».
La “manifestazione nella manifestazione di Uilm” per la consapevolezza
Sullo stesso tono anche le rivendicazioni di Uilm: «Il presidio si è reso necessario in quanto Federmeccanica e Confindustria non intendono allo stato attuale riprendere il negoziato sul rinnovo del Ccnl dei metalmeccanici, sappiano costoro che non rinunciamo ai due punti essenziali della nostra piattaforma ovvero il salario e la riduzione dell’orario di lavoro», ha dichiarato Antonio Apa, coordinatore Uilm Liguria. «Abbiamo fatto una manifestazione nella manifestazione con la consapevolezza che siamo nella fase iniziale del confronto, pertanto sia Federmeccanica che Confindustria devono sapere che in questo paese esiste un problema salariale e quindi è necessario recuperare il potere di acquisto dei lavoratori eroso dalla crescente inflazione e aprire le porte delle imprese a giovani disoccupati che hanno necessità di entrare nel mondo del lavoro».
Genova, la questione aperta dell’ex Ilva
Ma sul fronte locale i metalmeccanici guardano anche con apprensione alle prossime mosse del governo, che dovrebbe sciogliere la riserva sui potenziali acquirenti dell’ex Ilva entro qualche settimana. Anzi, la decisione dovrebbe essere questione di giorni, secondo quando ha affermato Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, in un’intervista rilasciata ad Affaritaliani.it e pubblicata domenica 23 febbraio.
Tre delle proposte presentate sono ancora in giorno quelle degli azeri e degli indiani, ed entrambi i gruppi secondo Urso «hanno fatto anche rilanci competitivi piuttosto importanti, sia sul piano finanziario sia su quello dei livelli occupazionali, a dimostrazione del grande interesse per quello che può diventare, dopo la “cura” dei nostri commissari, il più avanzato impianto siderurgico green d’Europa».
La procedura di assegnazione sarà ancora lunga, in ogni caso, ha rimarcato il ministro: «Sarà possibile individuare nei prossimi giorni il soggetto che ha manifestato le migliori intenzioni, ma le procedure di assegnazione sono più lunghe e necessitano di ulteriori passaggi, tra i quali il via libera dell’Antitrust Ue e certamente l’applicazione della nostra golden power che, a differenza di quanto fatto dai precedenti governi, eserciteremo per garantire l’interesse nazionale. Per questo convocheremo una riunione del tavolo a Chigi entro quindici giorni, quando avremo elementi precisi su cui confrontarci e deliberare. Sarà importante, inoltre, la collaborazione di Regione e Comune, che abbiamo sempre informato e ascoltato in ogni passaggio e, ovviamente, tanto più faremo in questa fase decisiva».
L’ex Ilva dunque è destinata a occupare non poco spazio anche nel corso della campagna elettorale per il Comune di Genova, per un’azienda che a Genova impiega oltre mille persone e che da anni fanno i conti con la cassa integrazione e i lavori di pubblica utilità.
I sindacati chiedono garanzie per scongiurare ulteriori esuberi
Risponde sempre a mezzo stampa sulla Gazzetta del Mezzogiorno il segretario generale di Fiom, Michele De Palma, che contesta le dichiarazioni del ministro sul clima di cooperazione, poiché a oggi – denuncia – non c’è stato alcun confronto tra il governo e le organizzazioni sindacali.
Fiom e le altre sigle sarebbero infatti all’oscuro del contenuto delle offerte per l’ex Ilva: la principale priorità è evitare nuovi esuberi, considerando anche il ruolo strategico degli operai e dei sindacati negli scorsi anni per impedire la chiusura degli stabilimenti. «Se oggi si parla dell’ex Ilva e si fa un bando è perché con forza e testardaggine e intelligenza i lavoratori dell’ex Ilva hanno sottratto alla distruzione la fabbrica e hanno manifestato per cambiare la proprietà», rivendicata De Palma. «Ci riferiamo ad ArcelorMittal, che stava determinando il declino degli stabilimenti, senza investimenti e il rispetto del piano concordato».
Fiom auspica inoltre che la nuova proprietà, sviluppando un piano industriale con lo stato, ragioni sulle tante attività di trasformazione che possono connettersi alla metalmeccanica, così da far crescere dall’acciaieria un’azienda proiettata verso il futuro, grazie anche alla ricerca e alla collaborazione con le università italiane. Un progetto dunque che sappia fare fronte sia alla crisi dell’automotive che alle paure sulla scena internazionale, con il rischio dei dazi americani.
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Foto di copertina da Agenzia Dire.
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