Elezioni Germania. Forte crescita dell’estrema destra: nucleare, espulsioni di massa di immigrati, via dalla Ue

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Non ci vuole molto per interpretare e commentare i risultati delle elezioni anticipate in Germania: ha perso la cultura “woke” e ha vinto la “cancel culture”. Due parole molto di moda tra i sovranisti americani ed europei, per indicare la politica della solidarietà e quella dell’ostracismo.

La prima ha perso, la seconda ha vinto. Bisognava trovare un colpevole per le difficoltà economiche in cui versa la Germania e i neonazisti dell’AFD lo hanno trovato: gli immigrati e chi li ha accolti negli anni passati. Anche in Germania ha funzionato la parola d’ordine che sta catturando sempre più consensi in Europa, soprattutto tra chi vive in prima persona le conseguenze di quelle difficoltà e non ne conosce le reali cause.

E’ la stessa strategia che ha portato negli Stati Uniti alla vittoria Donald Trump, supportato dal grande regista della disinformazione social, il miliardario Elon Musk. Non ci vuole molto purtroppo, nell’era della post verità, per chi ha scelto quella chiave di lettura, a vincere le elezioni. Basta manipolare i dati della realtà e puntare in modo spregiudicato sulla propaganda di falsità costruite ad arte, perché tanto la maggior parte della gente non è in grado di saper distinguere la verità dalla bugia.

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E il gioco è fatto. Il problema degli immigrati si risolve con una loro espulsione in massa, si ritorna al nucleare tanto contrastato dai partiti che hanno governato finora, per garantire un’efficace sicurezza ai cittadini, e si esce dall’Unione europea perché da soli si risolvono meglio i problemi. Questo è il programma in sintesi dell’AFD.

Insomma, per far passare la paura di un futuro che viene percepito come incerto, è meglio tornare al passato, come tra l’altro paradossalmente vorrebbe anche una buona parte degli elettori tedeschi dell’ex Germania est, convinti di essere considerati ancora cittadini di serie B da quelli della ex Germania ovest. Quindi, meglio Putin e Trump, come tutori del nuovo ordine mondiale. E un tedesco su cinque ha finito con il votare l’AFD nelle elezioni anticipate che si sono appena concluse, portando il partito al 20%, il doppio della percentuale che aveva raggiunto nel 2021, grazie anche, bisogna ricordarlo, al sostegno ricevuto dall’altra parte dell’oceano, da Elon Musk, con i suoi social e i suoi soldi, che vuole raggiungere guarda caso, lo stesso risultato dell’estrema destra tedesca, cioè disgregare l’unione europea.

Ma quello che forse gli strateghi dell’AFD non si aspettavano, è stata l’alta partecipazione al voto in queste elezioni: è andato alle urne l’84% dei cittadini, la percentuale più alta dal 1990, cioè dalle prime elezioni fatte subito dopo la riunificazione delle due Germanie.

Questa partecipazione così alta ha portato al successo il partito cristiano democratico guidato da Friedrich Merz, che è arrivato al 30%, frenando in qualche modo il boom dell’AFD e impedendogli di raggiungere l’obiettivo che si era posto la sua leader, Alice Weidel, di andare al governo insieme al CDU/CSU, il partito della ex cancelliera Angela Merkel, che era stata la più fervida sostenitrice della politica dell’accoglienza, contrastata in modo particolare proprio dall’AFD. Ma in politica, si sa, le contraddizioni non sono mai state un ostacolo insormontabile, pur di arrivare nella stanza dei bottoni. Invece la CDU/CSU dovrà tornare ad allearsi con i socialdemocratici usciti ridimensionati da queste elezioni, come ci si aspettava, per la mancanza di un leader carismatico come la Merkel e prima di lei Schroeder. Il cancelliere Olaf Scholz ha perso progressivamente la fiducia dei tedeschi.

Merz aveva fatto un accenno nella campagna elettorale, a una possibile alleanza con l’AFD per governare il paese in caso di vittoria. Ma la immediata e decisa reazione della parte “sana” del paese, quella che non dimentica gli orrori del passato nazista e che non vuole assolutamente rischiare di far tornare quei fantasmi, ha convinto il leader del CDU/CSU a rimangiarsi quell’apertura. Ora sarà lui il nuovo cancelliere, e dovrà trovare la quadra del cerchio per governare con i socialdemocratici e forse anche con i verdi, che hanno mantenuto quasi inalterato il loro consenso politico.

Non sarà facile contrastare la demagogia dell’estrema destra con le sue semplicistiche proposte per risolvere i problemi che assillano il paese, ma bisognerà denunciare con più forza la disinformazione su cui basano il loro consenso i leaders dell’AFD e fare capire con maggiore chiarezza come stanno veramente le cose e cosa si intende fare per venire incontro alle preoccupazioni dei cittadini, se si vuole riconquistare la loro fiducia.

Per l’SPD è stata una sconfitta storica, ha detto Matthias Miersch, segretario generale del partito, commentando i deludenti risultati delle elezioni. Ad una domanda sulla possibilità di far parte di un prossimo governo insieme ai cristiano democratici, Miersch ha risposto che “l’ultima parola dovranno averla gli iscritti”. In realtà, la strada è obbligata.

Saremo sempre pronti a far parte di un governo che voglia realizzare la volontà del popolo”, ha detto infatti la leader dell’AFD, di fronte ai militanti del suo partito, subito dopo la pubblicazione dei primi exit pol. Con la benedizione del presidente americano Trump, che ha definito “una grande giornata” quella del successo di Alice Weidel e del suo partito.

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