Teatro degli Arcimboldi. Enrico Brignano riporta sul palco “I Sette Re di Roma”, show della grande tradizione italiana « LMF Lamiafinanza

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“I SETTE RE DI ROMA”, BRIGNANO SUPERSTAR  Fino al 2 Marzo 2025

— di Chiara Pedretti

In scena per due settimane al Teatro degli Arcimboldi, a trentacinque anni dalla sua prima messa in scena, Enrico Brignano riporta sul palco uno spettacolo storico, scritto da Gigi Magni con le musiche di Nicola Piovani: I Sette Re di Roma. Prodotto da Vivo Concerti ed Enry B. Produzioni è uno show della grande tradizione italiana alla Garinei e Giovannini, che vide protagonista il grande Gigi Proietti.

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Romano de Roma, classe 1966, prodotto dell’Accademia per Giovani Comici di Gigi Proietti, Enrico Brignano si vede per la prima volta in veste di comico e barzellettiere alla prima edizione del programma televisivo La Sai L’Ultima?. La notorietà gli viene dal ruolo di Giacinto ne Un Medico In Famiglia; la maggiore visibilità gli consente di affrontare anche il teatro: il suo primo spettacolo, Io Per Voi Un Libro Aperto, è del 1999. Alterna teatro a grande e piccolo schermo: Io Per Voi Un Libro Aperto… Capitolo II (2000), Capitolo III… E La Storia Continua (2001), Mai Dire Mouse (2002), Non Sia Mai Viene Qualcuno (2003), A Briglia Sciolta (2005), Brignano Con La O (2006), A Sproposito Di Noi (2006), Le Parole Che Non Vi Ho Detto (2007), Sono Romano Ma Non E’ Colpa Mia (2009). Del 2010 il suo Rugantino, opera del 1962 di Garinei e Giovannini, ruolo che in passato hanno visto grandi attori come Nino Manfredi ed Enrico Montesano. E ancora Tutto Suo Padre (2011), Tutto Suo Padre… E Un Po’ Sua Madre (2012), Il Meglio d’Italia (2013), Evolushow (2014), Evolushow 2.0 (2015), Enricomincio Da Me (2016), Innamorato Perso (2018) Un’Ora Sola Vi Vorrei (2019). Doppia poi nel 2013 il pupazzo di neve parlante Olaf nel film Disney Frozen – Il Regno di Ghiaccio e nel 2022 debutta il suo Ma… Diamoci Del Tu!

Questa volta, dopo il suo maestro, Brignano abbandona la formula dello spettacolo one man show per affrontare un lavoro complesso, lungo e molto impegnativo. La prima si tenne a Teatro Sistina di Roma nel 1989, con la regia proprio di Pietro Garinei: Gigi Proietti vestì i panni di molti personaggi tra cui, appunto, quelli dei leggendari Re della città eterna ma rivisti in chiave comica; Elena Berera era Ersilia, Simona Patitucci Orazia e Gianni Bonagura il dio Giano. Vicino alla migliore tradizione del musical all’italiana, I Sette Re di Roma venne musicato da nientepopodimeno che Nicola Piovani. Ora l’allievo Brignano, dopo il debutto al Sistina, e non poteva essere altrimenti, prende il posto del Maestro e porta anche a Milano, tappa di una lunga tournée in tutta Italia, un pezzo della nostra storia, curandone anche la messa in scena: rispetta l’originale ma lo rilegge per adattarlo di più ai nostri tempi. Una parte, la sua, lunghissima: cambia molti personaggi, non solo i sette Re all’origine della fondazione di Roma, ma, fra gli altri, il fiume Tevere, il dio Fauno, il padre degli Orazi, Lucio Giunio Bruto, in un rocambolesco alternarsi di veloci cambi costume, di parte, di intonazione della voce. Un bel ripasso anche di una parte della nostra storia, con episodi, tra mito e realtà, che ci riportano ai tempi della scuola: il fratricida Romolo, il Ratto delle Sabine, gli Orazi ed i Curiazi, le Tre Parche, il suicidio di Lucrezia. Brignano superstar, fa morire dal ridere con la sua deliziosa parlata romana, evidente ma non “burina”, ma soprattutto colpisce come salta da un personaggio all’altro, tutti molto diversi, in pochissimo tempo. E’ affiancato da una compagnia di quasi venti elementi, tutti bravi, ma soprattutto si vede che si divertono a fare quello che stanno facendo: una menzione speciale per il dio Giano di Simone Mori e la voce spettacolare di Giovanna D’Angi. Ma il numero di battute ed il tempo che passa sul palco l’Enrico nazionale non hanno paragoni con le parti degli altri. Il messaggio dello spettacolo è molteplice e profondo: abbiamo una storia millenaria di cui possiamo andare solo fieri, ma, per quanto i tempi cambino, la natura dell’uomo resta sempre la stessa, con vizi e virtù. “La storia si ripete” come disse Karl Marx.

Questo spettacolo, che reputo il più impegnativo della mia carriera interpretando undici personaggi diversi e mantenendo la regia originale di Garinei, è un omaggio a Proietti, a Magni, a Piovani, a Garinei, alla Capitale – spiega Brignano, che definisce i I Sette Re di Roma come il suo spettacolo del cuore. Ricordo che noi giovani attori del Laboratorio di Gigi, appunto trentacinque anni fa, eravamo estasiati da questo show e lo imparammo tutti a memoria, in una vera fase di innamoramento del teatro e del nostro Maestro. Certo oggi i tempi sono cambiati da allora, e difatti questa rappresentazione vuole essere sì un omaggio, ma non una copia, a partire da una mia rilettura personale delle scene e dei contenuti. Alcuni riferimenti andati in scena trentacinque anni fa oggi non sono più percorribili, o magari ce ne sono altri da aggiornare.

Lo staff creativo ha fatto un bellissimo lavoro: le scene di Mauro Calzavara, il disegno luci di Marco Lucarelli, i costumi di Paolo Marcati ci trasportano proprio nell’antica Roma. Unica nota stonata, le coreografie di Thomas Signorelli: minime, banali, viste e straviste, nonostante i danzatori sembrino, perché si vedono poco, molto bravi; peccato, perché si sarebbe potuto fare molto meglio.

Uno spettacolo da non perdere, per la complessità e la bravura del cast. Ci piace pensare che da Romolo a Tarquinio il Superbo i nostri antenati Re di Roma parlassero con l’accento di Brignano e, magari, fossero simpatici come lui.

Teatro degli Arcimboldi

Viale dell’Innovazione 20, Milano

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Fino al 2 Marzo 2025

Biglietti da EUR 46,00 a EUR 80,50 più prevendita

www.teatroarcimboldi.it



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