“L’Ospedale non è in vendita”. Vercellino nega l’ipotesi di cessione della struttura di Lanzo ai privati

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“Mi meraviglio che si faccia riferimento alla privatizzazione dell’ospedale di Lanzo e non so quale possa essere la fonte: operiamo in stretta collaborazione con la Regione e sappiamo che l’eventualità di una cessione della struttura al privato non è reale”.

Luigi Vercellino, direttore generale dell’ASL TO4, ha smentito con fermezza le voci riguardanti la cessione a privati dell’Ospedale di Lanzo. Fin dal suo insediamento, due mesi fa, la nuova direzione si è concentrata sul potenziamento del presidio lanzese. In un comunicato ufficiale, Vercellino ha spiegato: “Già la scorsa settimana abbiamo programmato un incontro con operatori e tecnici per definire il cronoprogramma di potenziamento. Solo successivamente sarà fissato un incontro con il sindacato. Il nostro obiettivo è rafforzare la sinergia tra l’Ospedale di Lanzo e quello di Ciriè, nonché con l’intera rete dei presidi ospedalieri e le strutture territoriali delle Valli di Lanzo. Mi sorprende sentire parlare di privatizzazione e non conosco la fonte; operiamo in stretta collaborazione con la Regione e siamo certi che la cessione al privato non sia una possibilità reale.

Nonostante questa smentita, le preoccupazioni restano vive tra le Organizzazioni Sindacali. Le accuse si concentrano su quella che viene definita la “strategia del carciofo”: un processo graduale di taglio dei reparti e delle prestazioni ambulatoriali, con l’obiettivo di ridurre progressivamente l’offerta sanitaria fino a renderla appetibile per un eventuale acquisto da parte del settore privato. In un comunicato, la CGIL Torino ha denunciato che questa tattica comporterebbe una lenta dismissione della sanità pubblica, lasciando l’unico punto di accesso per il territorio, l’Ospedale di Ciriè, in una posizione insufficiente per accogliere tutti i pazienti provenienti dalle vallate.

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Anche la voce di Elena Palumbo, segretaria di CGIL Torino, evidenzia come l’incapacità di rispondere adeguatamente alle esigenze sanitarie della popolazione rischi di sovraccaricare il sistema sanitario dell’area Nord Est di Torino. Secondo il sindacato, questa graduale riduzione dell’offerta potrebbe portare a una rassegnazione diffusa, dove i cittadini si abituerebbero alla mancanza di un ospedale pubblico, sostituito da ambulatori e cliniche private.

Sul fronte operativo, la direzione dell’ASL ha previsto un incontro per il prossimo martedì 25 febbraio con alcuni operatori, volto a discutere in maniera dettagliata la situazione e a definire i futuri interventi per il potenziamento del presidio. Giuseppe Summa, segretario territoriale di Nursind Torino, ha ricordato che già nel 2023 si era lanciato l’allarme sul pericolo di esternalizzazione della struttura, sottolineando come il depotenziamento progressivo dell’ospedale e la chiusura dei posti letto CAVS fossero problemi seri che necessitavano di interventi immediati.

Summa ha aggiunto che, nonostante le criticità – in particolare la carenza di personale – l’incontro programmato non lascia trasparire l’intenzione di chiudere la struttura. Al contrario, la direzione intende affrontare il tema con serietà, invitando i sindacati a evitare allarmismi eccessivi, sebbene restino in attesa di una convocazione formale per un confronto diretto.

La questione dell’Ospedale di Lanzo è simbolo delle difficoltà che affliggono un territorio caratterizzato da geografia complessa e risorse sanitarie distribuite in maniera disomogenea. Attualmente, l’unico punto di accesso pubblico per le Valli di Lanzo è l’Ospedale di Ciriè, struttura che, pur essendo fondamentale, non è progettata per gestire l’intero flusso di pazienti. Questa situazione, se non correttamente gestita, potrebbe esacerbare i disagi per la popolazione, costretta a rivolgersi a servizi privati in assenza di un’efficace offerta pubblica.

Il contrasto tra la visione della nuova direzione, che punta a rafforzare la rete sanitaria e a migliorare la sinergia tra i vari presidi, e l’instancabile denuncia dei sindacati, evidenzia un punto di rottura in un sistema sanitario messo a dura prova dalle pressioni economiche e organizzative. La prospettiva di un’eventuale cessione a privati resta un’ipotesi infondata, secondo Vercellino, ma le preoccupazioni dei sindacati continuano a riflettere timori reali su una possibile progressiva dismissione dei servizi pubblici.

Il dibattito si inserisce in un contesto più ampio, dove la sanità pubblica viene messa in discussione da scelte gestionali e dalla necessità di contenere i costi, spesso a discapito di una reale capacità di risposta ai bisogni dei cittadini. In questo scenario, l’incontro programmato per il 25 febbraio diventa cruciale per fare chiarezza e stabilire un percorso condiviso, che metta al centro il benessere della popolazione e la salvaguardia di un presidio sanitario essenziale.

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Il futuro dell’Ospedale di Lanzo dipenderà dalla capacità di instaurare un dialogo costruttivo tra istituzioni, operatori sanitari e sindacati, superando la retorica degli allarmismi e lavorando insieme per garantire un sistema sanitario solido, integrato e soprattutto accessibile. La sfida resta quella di difendere la sanità pubblica in un’epoca in cui la tentazione della privatizzazione sembra celarsi dietro strategie sottili e graduali, e di assicurare che il bene della collettività prevalga su interessi parziali.

Le parole di Vercellino e le richieste di incontro dei sindacati evidenziano la necessità di una trasparenza assoluta e di interventi concreti, perché il benessere di un’intera comunità dipenda da decisioni chiare e responsabili. La questione non è solo un tema amministrativo, ma un vero e proprio banco di prova per la capacità delle istituzioni di rispondere ai bisogni di una popolazione che non può più permettersi incertezze e compromessi sulla qualità dei servizi essenziali.





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