I grandi marchi della moda virano verso la sostenibilità

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Creatività, stile, esclusività: sono i primi concetti che di solito si associano al mondo patinato della moda.

L’altra faccia della medaglia, meno luminosa, è quella del grande impatto ambientale generato dal comparto.

Per produrre una singola maglietta di cotone, ad esempio, sono necessari circa 2.700 litri d’acqua; più o meno la quantità che una persona dovrebbe bere in due anni e mezzo. Ogni anno il tessile contribuisce, inoltre, al rilascio di circa mezzo milione di tonnellate di microplastiche negli oceani. E poi ci sono le emissioni di CO2.

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Secondo le Nazioni Unite, l’industria della moda è responsabile di una quota di emissioni stimata fra l’8 e il 10% del totale.

Negli ultimi anni però le grandi maison, spinte dalla crescente consapevolezza dei consumatori, hanno intrapreso un percorso verso una maggiore sostenibilità dei processi produttivi.

Se un tempo lusso faceva rima con eccesso e spreco, oggi si sta realizzando un’importante inversione di paradigma.

Ecco come si stanno muovendo alcuni dei principali brand per adottare modelli di economia circolare e promuovere pratiche sostenibili.

Gucci

Il marchio capofila del gruppo Kering è stato uno dei pionieri della sostenibilità fra i grandi nomi della moda.

Nel 2018 ha lanciato Gucci Equilibrium, un portale che fornisce aggiornamenti puntuali sulle pratiche sociali ed ambientali dell’azienda.

Nel 2023 ha avviato in Toscana il primo hub italiano per il lusso circolare: un centro di ricerca e sviluppo e di formazione sulle soluzioni di riuso degli scarti di lavorazione.

La sfida è quella di trasformare l’intero ciclo produttivo del marchio in un’ottica di economia circolare, riducendo le emissioni e massimizzando l’utilizzo di materiali riciclati e la durabilità dei prodotti.

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Il progetto Denim, ad esempio, prevede l’uso di fibre rigenerative e riciclate. I capi che rientrano nel progetto sono accompagnati da un passaporto digitale che garantisce trasparenza e tracciabilità dell’intero percorso dalla materia prima alla produzione.

Un’iniziativa che è valsa a Gucci il ‘The Ellen MacArthur Foundation award for circular economy’ ai Sustainable Fashion Award 2023.

Dolce & Gabbana

Dall’abbattimento delle emissioni di CO2 al programma di recupero degli scarti, negli ultimi anni Dolce & Gabbana ha affrontato convintamente la sfida della sostenibilità.

L’impegno della maison è volto a ridurre l’impronta di carbonio, per passare a fonti energetiche rinnovabili al 100%.

Anche l’impegno di D&G è stato riconosciuto ai Sustainable Fashion Award 2023, organizzati dalla Camera nazionale della moda italiana, col riconoscimento di changemaker nella categoria ‘Craft & italian artisanship’.

Una conferma della vocazione del marchio all’artigianato e dell’impegno concreto nella direzione di una produzione sempre più sostenibile.

Prada

Negli ultimi anni, la storica maison italiana ha introdotto una linea chiamata ‘Re-Nylon’, composta da nylon rigenerato, un materiale riciclato ottenuto da rifiuti plastici, reti da pesca dismesse, tessuti usati e altri scarti industriali.

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Prada ha rafforzato la sua strategia di sostenibilità aderendo a iniziative globali, come il Fashion Pact e il Textile Exchange, che promuovono pratiche responsabili nella produzione e nell’approvvigionamento delle materie prime.

Nel 2023 ha lanciato un codice di condotta per i fornitori, per garantire che tutte le parti della sua filiera rispettino elevati standard ambientali e sociali.

Armani

Dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2030 e ridurre del 42% le emissioni legate all’acquisto di beni e servizi entro il 2029. È l’obiettivo che si è data Armani per il prossimo futuro.

Alcuni dei cambiamenti implementati dal Gruppo comprendono l’uso di energie rinnovabili per le sedi aziendali, come quella di Milano, alimentata da energia solare dal 2014.

Inoltre, Armani ha sviluppato collezioni realizzate con materiali sostenibili, come il nylon riciclato e il cotone organico.

Il marchio ha anche intrapreso iniziative che riguardano la biodiversità, come la collaborazione con Forestami per la piantagione di alberi a Milano e il sostegno alla protezione degli oceani in partnership con One Ocean Foundation.

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La sostenibilità  non è più un’opzione, ma una necessità per garantire il successo a lungo termine dell’industria della moda.

E i grandi brand stanno gradualmente contribuendo a ridefinire il lusso attraverso un approccio etico e innovativo, dimostrando che eleganza e responsabilità possono andare di pari passo.



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