“Proroga delle concessioni al 2027 non è valida”

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Respinti i ricorsi di tre stabilimenti balneari di Zoagli che chiedevano il rinnovo dei contratti, in linea con l’orientamento del governo.

Genova – Balneari ancora nel caos. Una sentenza del Tar Liguria ha respinto il ricorso di tre stabilimenti balneari di Zoagli, in provincia di Genova, contro la delibera della Giunta comunale che aveva confermato la scadenza delle concessioni al 31 dicembre del 2023, dando il via alle gare previste dalla Bolkenstein. Quindi la proroga fino al 2027 non è ritenuta valida. L’approvazione del decreto-legge 131/2024 ha introdotto una proroga delle concessioni esistenti fino al 30 settembre 2027, prevedendo l’avvio delle gare pubbliche entro il 30 giugno 2027 e la loro conclusione entro il 30 settembre dello stesso anno. Questo cambiamento aveva già innescato un’ondata di incertezza tra i concessionari, in particolare tra i piccoli operatori turistici che gestiscono stabilimenti balneari, molti dei quali stanno valutando la vendita delle loro attività. E adesso?

Secondo il Tar “non vale invocare un accordo secondo cui le amministrazioni avrebbero l’obbligo di prorogare le concessioni balneari perché non risulta esistente un documento scritto e perché un simile accordo non potrebbe prevalere sulla pronuncia della Corte di Giustizia”. Secondo la sentenza del Tar Liguria “sulla base del quadro regolatorio attualmente vigente, in forza delle sentenze dell’adunanza plenaria del Consiglio di Stato, le concessioni demaniali marittime per attività turistico-ricreative, beneficiarie di plurime proroghe ex lege, hanno cessato i loro effetti in data 31 dicembre 2023, sicché le nuove assegnazioni devono avvenire mediante selezioni imparziali e trasparenti tra i potenziali candidati, ai sensi della direttiva Bolkestein”. Il tribunale amministrativo conferma la correttezza della delibera della Giunta comunale di Zoagli che “riconosciuta la scadenza dei titoli concessori in data 31 dicembre 2023, correttamente ha stabilito di esperire le selezioni per i nuovi affidamenti” e nega l’esistenza di un atto normativo su cui dovrebbe poggiarsi la proroga delle concessioni balneari.

“Per contro, non vale invocare un accordo tra lo Stato italiano e la Commissione europea, secondo cui le amministrazioni avrebbero l’obbligo di prorogare le concessioni balneari sino al settembre 2027: – è scritto nella sentenza – e ciò sia perché non risulta esistente un documento scritto racchiudente tale patto sia in quanto, in ogni caso, un simile accordo non potrebbe prevalere sul dictum della Corte di Giustizia in ordine all’incompatibilità unionale del rinnovo automatico delle concessioni demaniali per finalità turistico-ricreative, essendo la Curia europea l’organo deputato all’interpretazione autentica del diritto eurounitario, con effetti vincolanti sia nei confronti delle autorità nazionali che delle altre istituzioni dell’Unione”. 

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Maurizio Rustignoli, presidente di Fiba Confesercenti, commenta la decisione del Tar Liguria. “Ancora una volta si tira la palla in tribuna in un modo assolutamente non equilibrato. Qui non è accettabile che continuamente ci siano interventi da parte dei giudici che creano ulteriore confusione in una situazione già caotica”, ha evidenziato. “Noi riteniamo che il 2027” come obbligo di proroga delle concessioni balneari “abbia piena valenza, perché ovviamente è un accordo fatto con la Commissione europea che si rende conto di che cosa vuol dire applicare questa direttiva, ma io aggiungo ancora di più. Noi insistiamo su una cosa. Siamo convinti, alcuni ricorsi sono partiti ma ne partiranno altri, che ha piena valenza il 2033. Quindi questa sentenza del Tar non ci spaventa, ma ci preoccupa, perché questo stato di confusione ci fa capire con che leggerezza viene affrontata la nostra questione”, conclude.

Frits Bolkestein

Proprio nei giorni scorsi è morto l’ex commissario europeo, Frits Bolkestein, a Laren, nei Paesi Bassi, all’età di 91 anni. Il suo nome è legato alla direttiva sulla liberalizzazione dei servizi nel mercato interno, approvata definitivamente dopo la fine del suo mandato, nel 2006, e ribattezzata appunto ‘direttiva Bolkestein’. Una direttiva di cui si è molto parlato nella battaglia dei balneari italiani. E che ora ritorna. Assobalneari Italia, aderente a Federturismo Confindustria, insieme a La Base Balneare con Donnedamare, esprimendo cordoglio per il padre della ‘Direttiva Bolkestein’, lo hanno ricordato “per la sua testimonianza al Parlamento Italiano, quando, di fronte ai Parlamentari, spiegò come l’accanimento contro i balneari italiani non avesse nulla a che vedere con lo spirito della Direttiva, che anzi è stata – e continua ad essere – strumentalizzata a favore degli interessi di chi vuole favorire grandi multinazionali e investitori a svantaggio di un settore che, oggi, dà lavoro a 30 mila famiglie e 300 mila occupati e rappresenta l’eccellenza del turismo Made in Italy”. 



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