Negli ultimi quindici anni tutte le Regioni e le Province autonome d’Italia sono intervenute con leggi ad hoc per regolamentare il gioco pubblico, componendo, un pezzo alla volta, il puzzle dell’ormai ben nota “questione territoriale”, che si spera venga superata quanto prima con la concretizzazione del riordino del comparto fisico in ossequio alla Delega fiscale approvata nel 2022.
Ma quanti di questi enti territoriali, come previsto dalle normative da loro stessi varate, hanno dato sempre conto del loro stato di attuazione, e anche del loro effetto nel contrasto alla ludopatia?
Tale domanda è tornata recentemente d’attualità in Calabria, dove il consigliere regionale Pietro Molinaro (Fratelli d’Italia), in qualità di presidente della commissione consiliare contro il fenomeno della ‘ndrangheta, ha chiesto ai sindaci di “essere informato sullo stato di attuazione della legge” regionale n. 9 del 2018 (per la prevenzione della legalità, con un articolo specifico dedicato al gioco), poi modificata alla fine del 2022, con l’entrata in vigore delle nuove norme dal 1° gennaio 2023, per tutelare le attività autorizzate prima del 3 maggio 2018, eliminando il distanziometro retroattivo e sancendo lo stop al funzionamento degli apparecchi comma 6 dalle ore 24 alle ore 9 e dalle 12.30 alle14.30.
Partiamo proprio da lui per saperne di più su cosa sta accadendo nel tacco dello Stivale, grazie a uno speciale pubblicato sul numero di febbraio della rivista Gioco News (consultabile integralmente online a questo link), del quale proponiamo la prima parte.
LA LETTERA INVIATA AI SINDACI CALABRESI – “L’applicazione della legge regionale n. 9/2018, nella parte che disciplina gli interventi per la prevenzione dell’usura connessa al gioco d’azzardo patologico, ovvero l’articolo 16, è stata più volte prorogata anche per effetto delle pressioni operate dagli imprenditori del settore, che si sentivano eccessivamente penalizzati dall’introduzione del distanziometro, e dalla limitazione degli orari di apertura. Pertanto, l’attuale consiglio regionale, piuttosto che continuare a procastinare l’entrata in vigore della norma, ha ritenuto di correggere la norma preesistente, e di sancire la necessità che una regolamentazione regionale entrasse in vigore. Dopo due anni dall’entrata in vigore della legge, ritengo si possa procedere nella realizzazione di un monitoraggio su quanto sta accadendo. In questa direzione va inserita la lettera che ho inviato ai sindaci calabresi nelle settimane scorse, chiedendo loro di comunicare alla commissione regionale che presiedo quali attività hanno svolto a seguito dell’entrata in vigore dell’articolo 16 della legge n. 9/2018″, puntualizza Molinaro.
La legge attribuisce ai Comuni le funzioni di accertare, irrogare e riscuotere le sanzioni amministrative previste dalla norma. Inoltre ai Comuni è riconosciuta la facoltà di individuare, ulteriori luoghi di aggregazione sociale, oltre a quelli già previsti dalla legge, ai quali applicare il distanziometro.
Per il 2025 poi sono già in agenda alcune iniziative della Regione nell’ambito della prevenzione del gioco patologico. “Sarà celebrata la prima ‘Giornata contro i rischi del gioco d’azzardo’, per aumentare la consapevolezza sui fenomeni di dipendenza correlati al gioco per i giocatori e le loro famiglie, nonché sui rischi relazionali e per la salute. L’evento è previsto dalla legge regionale, pertanto sarà ripetuta annualmente ogni 28 maggio. Riteniamo possa essere una giornata di mobilitazione generale, nella quale coinvolgere le aziende sanitarie, i comuni, le fondazioni antiusura, gli enti del terzo settore, le diocesi e le parrocchie, per fare conoscere la reale portata del fenomeno del gioco con vincite in denaro e sensibilizzare sui rischi di dipendenza patologia a cui vanno incontro i giocatori.”
In parallelo le Aziende sanitarie calabresi stanno attuando il programma di prevenzione, informazione e cura secondo le linee guida del ministero della Salute. “L’impegno finanziario annuale è di oltre 1 milione e 300mila euro e nel corso della Giornata contro i rischi del gioco d’azzardo saranno illustrati i risultati conseguiti”, afferma il consigliere, che offre quindi la sua ricetta per il riordino nazionale del gioco fisico: “Credo che occorra attuare ogni iniziativa possibile di contrasto alla dipendenza dal gioco e che il distanziometro e i limiti di orario, determinati in modo equilibrato, possano essere utili. A mio avviso occorre andare verso norme e prassi che, anche con l’utilizzo dell’informatica, permettano di mettere un tetto alle giocate ammissibili per il singolo giocatore. Giocare occasionalmente somme compatibili con il proprio reddito è vero intrattenimento. Giocarsi lo stipendio di un mese in mezza giornata, come pure accade, non può lascare indifferenti le autorità pubbliche. Quanto alla compartecipazione degli enti territoriali al gettito erariale derivante dal gioco (caldeggiata anche dalla Conferenza delle Regioni, Ndr) affinché sia reinvestito in iniziative di prevenzione e informazione sul gioco, credo che sia una buona idea ma occorre evitare che si trasformi in un alibi per attenuare l’impegno a disciplinare il settore in modo rigoroso”.
LA RACCOLTA DOPO LA LEGGE N. 9/2018: GIÚ GLI APPARECCHI, SU TUTTE LE ALTRE TIPOLOGIE – A fornire un quadro degli effetti della legge calabrese per il contrasto al gioco patologico sul comparto è l’avvocato Francesco Badolato, consulente dell’associazione Sapar.
I numeri da cui partire sono quelli sull’online (secondo il report presentato nell’autunno 2024 da Cgil, Federconsumatori e Isscon sul gioco a distanza nei piccoli comuni italiani) e sul confronto della raccolta tra i vari giochi tra il 2018 (data dell’entrata in vigore della prima legge sulle distanze in Calabria per le nuove installazioni) e il 2019: nel Libro blu curato dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli si evidenziano la diminuzione del gioco a mezzo apparecchi – con una raccolta di 1.055 milioni di euro nel 2018 e di 963 nel 2019 – ed il contestuale aumento delle altre tipologie di gioco con vincita in denaro.
In particolare, per il 2018 la raccolta del Lotto è pari a 338 milioni, mentre per il 2019 ammonta a 342; la raccolta dei giochi a base sportiva nel 2018 è a quota 150 milioni, e per il 2019 sale a 159; quella dei giochi numerici a totalizzatore è di 45,85 milioni per il 2018 e di 53,06 per il 2019, e quella delle scommesse virtuali di 42 e 47 milioni per i due anni presi in esame.
Inoltre, dai dati sull’online (Report Cgil-Federconsumatori-Isscon) emerge che la Calabria è tra le prime regioni per la raccolta pro capite nei comuni sotto i 10mila abitanti, con 2.792,28 euro nel 2023, a poca distanza da Campania e Sicilia, mentre la media nazionale è pari a 1.925,83.
Dunque si può concludere che i limiti orari, soprattutto quando prevedono fasce spezzate all’interno della giornata, come rimarcato anche dall’istituto di ricerca Eurispes, hanno l’effetto di far migrare l’utenza verso altre tipologie di gioco. Badolato a tal proposito afferma: “Contrariamente a quanto recentemente sostenuto già prima della modifica della legge nel 2022 ovviamente rientrava nella competenza dei sindaci regolamentare gli orari di funzionamento degli apparecchi in base al Testo unico degli enti locali; quindi prima della suddetta modifica non è che ci fosse il Far west”.
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