Dopo mesi di scontri e pretese, che avevano portato a uno stallo totale della Pisana, il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca ha deciso di mettere nero su bianco un mini-rimpasto, nonostante le continue smentite, che ridisegna gli equilibri della sua amministrazione e viene incontro alle richieste di Forza Italia. Il risultato? La Lega, che già da tempo si trovava in difficoltà all’interno della giunta, è costretta a cedere terreno. L’assessore leghista Pasquale Ciacciarelli perde la delega all’Urbanistica a favore di Giuseppe Schiboni, esponente di Forza Italia, mentre a Ciacciarelli come compensazione viene affidata la delega alla protezione civile, tenuta da inizio mandato da Rocca. Un avvicendamento che non sorprende, ma che segna comunque un’importante evoluzione nei delicati equilibri della giunta regionale.
Rocca, durante la conferenza stampa che ha tracciato un bilancio dei suoi primi due anni di governo, ha voluto minimizzare il significato del cambio, dichiarando che il rimpasto non è avvenuto prima perché non c’era “un tema di fretta” e che il clima all’interno della giunta è “tranquillo”. Nonostante queste parole concilianti, il rimpasto è chiaramente il frutto di un lungo e faticoso processo di rinegoziazione interna e soprattutto un benestare di Arianna Meloni. Il presidente della Regione ha infatti ribadito che la giunta resta “forte”, ma è evidente che dietro la decisione si celano le fratture tra le forze politiche che la compongono, in particolare tra la Lega e Forza Italia. Il passaggio dell’Urbanistica da Ciacciarelli a Schiboni non è un semplice cambio di incarichi: è l’esito di una crescente tensione all’interno della coalizione di centrodestra, a partire da Forza Italia che ha progressivamente aumentato il proprio peso politico alle nomine avvenute nelle ultime settimane, che hanno escluso la Lega.
Per compensare la Lega di questa perdita, Ciacciarelli ha ricevuto le deleghe alla Protezione civile e al Nue 112, che fino ad oggi erano direttamente sotto la supervisione del presidente. Nel bilancio dei due anni di governo, Rocca ha anche lanciato ufficialmente la sua candidatura per un secondo mandato, anticipando di parecchio la scadenza del 2028 e smentendo le voci di chi lo dava pronto a candidarsi al Parlamento nel 2027: “L’unica cosa che me lo potrà impedire è la salute”. A questo punto, il vero interrogativo è se il rimpasto avrà l’effetto di rafforzare la giunta o se, al contrario, alimenterà nuove frizioni tra le forze politiche coinvolte e continuerà a far rimanere la Regione nell’immobilismo.
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