Nuova stangata in arrivo per le famiglie: aumenteranno – e di molto – i costi relativi alla tassa sui rifiuti a causa di un servizio aggiuntivo. Vediamo che cosa cambierà.
La TARI la conosciamo tutti ormai da anni: insieme all’IMU è – ammettiamolo – una delle imposte che paghiamo meno volentieri in quanto, spesso, ci sembra di pagare un costo eccessivo. Questa imposta riguarda i rifiuti ed è una tassa che dobbiamo versare annualmente – anche in più rate – al Comune nel quale viviamo.
Fin qui nulla di nuovo insomma. Come tutti sappiamo già l’importo di questa imposta varia non solo in base al nostro Comune di residenza ma anche in relazione alle dimensioni della nostra abitazione e al numero di componenti della nostra famiglia come, del resto, è giusto e logico che sia.
Sarebbe assurdo, infatti, che una persona che vive da sola pagasse lo stesso importo di una famiglia composta da 5 o 6 persone. Salvo eccezioni straordinarie, infatti, più si è all’interno di un nucleo familiare e più rifiuti vengono prodotti. Da quest’anno le novità relative alla TARI saranno tante e, purtroppo, non tutte piacevoli.
I cambiamenti più salienti saranno due: la sostituzione della TARI con la TARIP in molti Comuni e, soprattutto, l’introduzione di un servizio aggiuntivo a pagamento. Molte famiglie saranno praticamente obbligate a pagare un mucchio di soldi in più tutti i mesi o quasi.
TARI: ecco cosa cambia per le famiglie
La TARI è la tassa sui rifiuti che ciascuno di noi è tenuto a pagare ogni anno al Comune in cui vive. Fino ad oggi l’importo dipendeva da due fattori: dimensioni del proprio appartamento e numero di componenti della famiglia ma d’ora in avanti un cambiamento radicale comporterà una grossa spesa aggiuntiva in più per le famiglie.
Partiamo con il dire che, talvolta, anche le scelte e le politiche messe in atto per arrivare ad un fine positivo e lodevole, possono portare a risultati tutt’altro che positivi per molti cittadini. Questo è il caso della sostituzione della TARI con la TARIP, cioè la “tariffa puntuale” che viene già applicata in molti Comuni e potrebbe estendersi a molti altri se non a tutto il Paese.
La TARIP nasce con l’obiettivo di essere un’evoluzione della TARI, di essere più equa permettendo a chi spreca meno di pagare anche meno. In pratica l’imposta viene calcolata non più in base al numero di metri quadrati di un’abitazione né in base al numero di componenti di una famiglia ma in base al peso dei rifiuti prodotti. Questo sistema, per poter funzionare, naturalmente, si basa sulla raccolta porta a porta che è attivo in alcuni Comuni piuttosto piccoli.
Fin qui insomma l’idea sembrerebbe buona se non per il fatto che, inevitabilmente, la raccolta porta a porta già di per se ha fatto lievitare i costi di gestione dei rifiuti. La brutta notizia, tuttavia, non è ancora questa: l’iniziativa nata per premiare i cittadini “virtuosi” ora rischia di “punire” milioni di famiglie.
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TARI: ecco quanto pagheremo in più da quest’anno
Come anticipato nel paragrafo precedente, molti Comuni hanno già sostituito la TARI, la tassa sui rifiuti, con la TARIP, cioè la tassa “puntuale”, puntuale in quanto l’importo dell’imposta si baserà sull’effettiva quantità di rifiuti prodotti da ciascun nucleo familiare. Questa iniziativa nata con lo scopo di promuovere il riciclo e la riduzione degli sprechi, ora rischia di trasformarsi in una stangata per tante famiglie.
Alcuni Comuni, infatti, hanno fissato un numero massimo di sacchi per cui ogni famiglia ha diritto al ritiro gratuito. Il numero stabilito varia di Comune in Comune e, soprattutto, varia in base al numero di componenti della famiglia. Superata tale soglia, affinché vengano a ritirarci i sacchi dell’immondizia dovremo pagare. E la cifra potrebbe non essere da poco.
Per fare un esempio, il Comune di Bientina, in provincia di Pisa, ha stabilito che una famiglia composta da 6 persone può avere il ritiro gratuito per massimo 23 sacchi all’anno di rifiuti indifferenziati. Ma 23 sacchi all’anno sono meno di 2 sacchi al mese: una famiglia composta da ben 6 persone supera molto facilmente questo limite.
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Per ogni sacco di rifiuti indifferenziati in più, si pagherà 8,5 euro per il ritiro. Dieci sacchi in più rappresenteranno, pertanto, una spesa aggiuntiva di 85 euro. Questa politica- nata sicuramente con le migliori intenzioni – rischia di mettere in ginocchio milioni di famiglie.
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