Il progetto Bike to work, che eroga incentivi ai cittadini lavoratori partecipanti che effettuano gli spostamenti casa-lavoro in modo sostenibile, quindi a piedi, in bicicletta o monopattino (elettrici o non) e con mezzi di trasporto pubblico, sarà prorogato anche per il 2025 e, a seguire, prenderà il via un nuovo progetto sempre finalizzato a incentivare la mobilità casa-lavoro in bicicletta.
Lo ha annunciato l’assessore alla mobilità Giulio Guerzoni nella seduta del Consiglio comunale di mercoledì 19 febbraio rispondendo all’interrogazione, trasformata in interpellanza, del consigliere Dario Franco (Fratelli d’Italia) sui risultati del progetto “Bike to work” 2021-2023.
Il consigliere, in particolare, ha chiesto quanti sono stati i cittadini che hanno aderito al progetto e che hanno ricevuto il cosiddetto Buono Mobilità, se il finanziamento erogato è stato sufficiente per rispondere a tutte le richieste pervenute dai cittadini e fino a che mese il progetto è stato attivo. Franco ha inoltre chiesto quanto è stato il chilometraggio medio effettuato dagli aderenti al progetto, quali sono stati i risultati ottenuti in termini di Co2 risparmiata e se c’è l’intenzione di prorogare il progetto o attuarne altri “che possano agevolare la mobilità sostenibile e l’utilizzo di biciclette elettriche”.
“La Regione – ha spiegato Guerzoni – ha deliberato una proroga del finanziamento in oggetto di un ulteriore anno ed è in corso l’iter per consentire il riavvio del progetto presumibilmente nel periodo aprile-agosto. La nuova fase di incentivazione sarà finanziata con i residui maturati nell’edizione 2024, circa 145 mila euro. Inoltre, l’Amministrazione potrà contare su un ulteriore finanziamento regionale, pari a 197 mila euro (80 per cento) a fronte di un impegno comunale al cofinanziamento, pari a 49 mila euro (20 per cento), per l’attuazione di un nuovo progetto, finalizzato all’erogazione di buoni mobilità per gli spostamenti casa-lavoro in bicicletta, del valore complessivo di 246 mila euro nel biennio 2025-2026”. L’assessore ha quindi precisato che sono in corso le procedure tecniche per la definizione dei criteri di gestione di tali risorse e che il nuovo periodo di incentivazione sarà attivato solo una volta esaurite le risorse dell’edizione precedente.
Rispetto all’edizione del Bike to work conclusa nel 2024, Guerzoni ha riportato una serie di dati: nel periodo di riferimento, dal 15 aprile al 30 settembre, i cittadini lavoratori partecipanti al programma sono stati 1.500 e in 1.255 hanno beneficiato del buono mobilità, con una media di circa 910 utenti attivi per mese. Il budget a disposizione (30 per cento a carico del Comune e 70 per cento a carico della Regione) ha coperto tutti i buoni mobilità e le spese tecniche di gestione per l’intero periodo. I chilometri percorsi dagli utenti nel periodo sono stati complessivamente oltre 472, con una media di 91km/utente per ciascun mese di progetto, e la CO2 che, attraverso il monitoraggio degli spostamenti dell’app Wecity, si stima sia stata risparmiata ammonta a oltre 66 tonnellate.
L’assessore ha poi ricordato che “il Comune è inoltre storicamente attivo nella promozione della mobilità sostenibile su diversi fronti. Le azioni nel Pums vanno dall’implementazione delle dotazioni infrastrutturali, che puntano a creare una rete sempre più interconnessa e ampia (oltre 248 chilometri di percorsi ciclabili e 126 chilometri di strade disciplinate a “Zona 30”), alle numerose iniziative di coinvolgimento attivate per far maturare maggiore consapevolezza e fornire un impulso al cambiamento (ad esempio i Piani spostamento casa-scuola e casa-lavoro di area, la Settimana europea della mobilità e altro)”.
Guerzoni ha infine richiamato la possibilità di una evoluzione del Bike to work frutto della proposta di studenti di scuola superiore: “A fine 2024 – ha spiegato – la Consulta provinciale degli studenti ha scritto alla Provincia, al Comune e ad altre città per chiedere un confronto in merito a una possibile nuova e futura declinazione del progetto non solo per i lavoratori, ma anche per gli studenti. Una bella idea ma non banale da tradurre in progetto amministrativo, visto che gli studenti sono per buona parte minorenni e quindi ci sono implicazioni di legge da rispettare in merito all’erogazione di agevolazioni. Abbiamo però preso subito contatto con i referenti della Consulta e abbiamo svolto i giorni scorsi un incontro operativo anche con gli Uffici per capire cosa si può costruire “dal basso”, per poi discuterne, in un secondo momento, con la Regione Emilia-Romagna”.
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