«Ricordiamo le vittime del Covid. Il Veneto continua a prepararsi alle emergenze»

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«Era il 21 febbraio del 2020 quando in Veneto e in Lombardia furono identificati i primi due casi di Covid-19, con la prima vittima in Italia di Coronavirus nel Comune di Vo’ Euganeo. Di quelle notizie ricordo di aver percepito l’interruzione di un’attesa e la sensazione che si aprisse una guerra. Tutto l’evento, infatti, ha profondamente segnato la nostra comunità e i sistemi sanitari di tutto il mondo, scrivendo pagine indelebili della nostra storia. Nel quinto anniversario dall’inizio dell’emergenza da Covid-19, è un dovere ricordare le vittime della pandemia e rendere omaggio all’impegno straordinario di medici, infermieri, operatori sanitari, volontari, lavoratori dei trasporti e dei servizi essenziali e cittadini che, con dedizione e sacrificio, hanno contribuito a fronteggiare la gravissima situazione. Un pensiero di riconoscenza e gratitudine voglio dedicarlo in particolare a tutti i camici bianchi, che con altruismo eroico e professionalità sono stati in prima linea. Vorrei che i sentimenti e la considerazione che in quella circostanza abbiamo avuto per i nostri professionisti della sanità non venissero mai dimenticati. A pochi anni di distanza, invece, assistiamo increduli a un cambio di atteggiamento nei confronti di chi lavora in corsia, sempre più spesso oggetto di aggressioni o di scarsa considerazione».

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Sono le parole con cui il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, ricorda il quinto anniversario della pandemia da Covid-19, che nella nostra regione ha provocato oltre 17mila vittime.

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«In quell’occasione il Veneto ha dato prova di senso di responsabilità e grande capacità organizzativa adottando provvedimenti sperimentali replicati successivamente su scala nazionale. Optò ad esempio per la sorveglianza attiva, decidendo, a partire da Vo’, di sottoporre a tampone non solo i pazienti sintomatici, ma l’intera popolazione, effettuando 13mila tamponi al giorno; scelte che trovarono contestazioni ma si rivelarono modelli. A marzo era già attivo il Piano emergenza Ospedaliera: vennero attivati 825 posti letto in terapia intensiva, diventati 1000 nel mese di giugno. Per fronteggiare la situazione sono state investite risorse ingenti: per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale, per apparecchiature e anche per interventi strutturali nella paura che gli ospedali non bastassero».

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«Quel senso di guerra che avevo paventato si è fatto realtà in lunghi mesi – prosegue Zaia – in cui ogni giorno sembrava interminabile l’elenco dei decessi che mai avrei pensato di dover affrontare nella mia esperienza di amministratore pubblico. Alla fine i morti furono più di 17mila: un numero incredibile di nostri concittadini, che non possiamo e non dobbiamo dimenticare. A marzo del 2021 prese avvio il progetto “Rete Scuola Sentinella” per registrare l’andamento dei casi Covid nelle classi. Un mese dopo nacque il portale unico per le prenotazioni delle vaccinazioni: ad oggi quasi l’80% dei veneti è immunizzato, il 62% dei ragazzi tra i 12 e i 19 anni. La campagna vaccinale, insieme all’adozione di misure di prevenzione non farmacologica e all’intensa attività di contact tracing per la tempestiva individuazione dei focolai – ha sottolineato Zaia – ha svolto un ruolo decisivo nella riduzione dei decessi e nell’alleggerimento del carico sui reparti ospedalieri».

«Ma in questi anni la Regione del Veneto non è stata ferma e, guardando al futuro, ha avviato un programma di esercitazioni SIMEX (Simulation Exercise) per testare la capacità del sistema sanitario di reagire rapidamente a potenziali nuove pandemie e altre emergenze infettive. Si tratta di simulazioni avanzate, che coinvolgono operatori sanitari, istituzioni e tutti gli attori chiave della sanità pubblica, che permettono di provare e migliorare la capacità di risposta del sistema sanitario in caso di nuove pandemie o altre emergenze. Nel biennio 2023-2024, il Veneto ha organizzato ben 37 esercitazioni, di cui 6 a livello regionale e 31 coordinate a livello locale dalle Aziende Sanitarie. La Regione Veneto – conclude Zaia – conferma il proprio impegno nel consolidare la resilienza del sistema sanitario attraverso la formazione continua, la cooperazione intersettoriale e il dialogo costante con la popolazione. Solo attraverso una preparazione costante e condivisa sarà possibile affrontare efficacemente eventuali future emergenze sanitarie, con l’obiettivo prioritario di tutelare la salute e il benessere dell’intera comunità», conclude Zaia.



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