Il 61enne era conosciuto da tutti nel quartiere. L’ultima a vederlo vivo è stata la moglie cinese, domenica alle 17.30. Poi la scomparsa per 36 ore e la Golf bianca riapparsa in piazza Omegna
Le indagini sulla morte di Roberto Bolzoni, noto come «Rambo», proseguono senza sosta. I carabinieri stanno ricostruendo le ultime ore di vita del 61enne di Lodi e hanno intensificato i controlli in piazza Omegna, a pochi metri dalla sua abitazione di via Raffaello Sanzio. Qui, martedì, è stato ritrovato senza vita nella sua auto, dove si ipotizza possa trovarsi l’arma del delitto: c’era molto sangue e il corpo presentava ferite al volto e al collo. Per agevolare le ricerche, mercoledì il mercato rionale è stato sospeso, permettendo un’accurata ispezione dell’area, con particolare attenzione alla campana del vetro.
Bolzoni era una figura conosciuta nei quartieri di Sant’Alberto e Borgo Adda. Socievole e amante della compagnia, raccontava spesso delle sue vincite alle scommesse, pur giocando piccole somme. I carabinieri hanno ascoltato alcune delle persone a lui vicine. Dalle indagini emerge che conduceva una vita semplice: si era sempre dedicato ad assistere il fratello malato, fino alla morte di quest’ultimo avvenuta due anni fa. Nessun debito o frequentazioni sospette. Il suo omicidio resta un mistero.
Il corpo è stato ritrovato martedì alle 13 nella sua Volkswagen Golf bianca, parcheggiata sotto casa. Un dettaglio inquietante: l’auto era chiusa dall’esterno e le chiavi risultano scomparse. La scena del crimine suggerisce un’aggressione violenta, con macchie di sangue sulla portiera e una pozza tra i sedili. Il volto della vittima presentava gravi ferite e un foro al collo, ma l’unico coltello trovato era pulito e non compatibile con le lesioni letali. Anche il cellulare di Bolzoni è sparito: l’ultima cella agganciata è quella di Cascina Codazza, a tre chilometri da piazza Omegna, dove l’uomo amava passeggiare. Gli inquirenti stanno vagliando anche questa pista per capire se lo smartphone possa essere finito in mezzo alla campagna.
Inoltre, la moglie cinese, dipendente di un ristorante asiatico, ha riferito di non aver visto la Golf in piazza lunedì. È stata l’ultima persona a vedere Bolzoni vivo, domenica alle 17.30, quando lui l’aveva accompagnata al lavoro. Da allora, per almeno 36 ore, nessuno ha avuto sue notizie. Un altro dettaglio sorprende amici e conoscenti: al momento del ritrovamento, il suo cagnolino Messi non era con lui, cosa insolita perché l’uomo non se ne separava mai. «Perché ha lasciato il cane a casa? Da quanto tempo era lì la macchina? Com’è possibile che nessuno si sia accorto di nulla?», si chiedono gli abitanti del quartiere.
La procura di Lodi, guidata da Laura Pedio, ha aperto un fascicolo per omicidio. Gli investigatori valutano diverse ipotesi, dal regolamento di conti a un’aggressione improvvisa. Restano da chiarire il motivo per cui l’auto fosse chiusa dall’esterno e la sparizione delle chiavi. Bolzoni conosceva il suo aggressore? L’autopsia prevista per giovedì potrebbe fornire dettagli cruciali. Nel frattempo, le forze dell’ordine raccolgono testimonianze e analizzano le immagini di sorveglianza. «Lui è morto sicuramente nella macchina. Non è che l’hanno messo poi nella macchina: lo si evince da come era posizionato», ha spiegato il procuratore Pedio. Tutto il parcheggio di viale Omegna a Lodi, è stato cinturato con il nastro, allargando l’area che era stata delimitata appena ritrovato il cadavere.
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