«Salvaguardare l’olivicoltura a tutti i costi»

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Donato Pentassuglia

L’assessore all’Agricoltura della Regione Puglia illustra la sua strategia per rilanciare il comparto olivicolo-oleario gravemente colpito dalla Xylella

L’ultimo anno del Psr 2014-22 e il primo del Csr 2023-27. I ritardi nella lotta al batterio risalito dal Salento fino alle porte di Bari. I piani finanziari per ripristinare il patrimonio olivicolo distrutto. Le organizzazioni agricole che chiedono più fondi, i reimpianti di ulivi, poco più di tre milioni di piante contro i 21 infetti, le sfide sulla qualità dell’olio evo, la sua valorizzazione sui mercati internazionali, la novità di Evolio, prima fiera dedicata al settore olivicolo-oleario dopo 30 anni e la legislatura regionale che volge al termine. Per Donato Pentassuglia, alla guida dell’assessorato regionale all’Agricoltura da ottobre 2020, le sfide sono molte, in qualche caso le stesse all’origine della sua nomina decisa dal presidente Michele Emiliano ancor prima dell’insediamento del consiglio regionale.

Cinque anni dopo, per l’olivicoltura pugliese – la più grande fabbrica green del Mezzogiorno d’Italia con 60 milioni di ulivi, il 40% della superficie del Sud, quasi il 32% di tutta quella italiana e l’8% di quella europea che genera un miliardo di euro di Plv – molte emergenze sono ancora le stesse, ricevute in eredità dalla precedente consiliatura. Ovvero contrasto alla Xylella con il primo piano straordinario di rigenerazione delle aree colpite dal batterio che però ha lasciato fuori 115mila ettari di oliveti, perché i 300 milioni di euro di fondi statali previsti non bastano. E ancora, il buco nero dei consorzi di bonifica, l’eccesso di burocrazia, la perdita di competitività per le imprese agricole e agroalimentari. Il ripristino del potenziale produttivo è la priorità delle priorità e non a caso il primo bando a valere sul Csr 2023-27 pubblicato nei primi giorni di febbraio stanzia fondi proprio per questo. «Il bando – spiega Pentassuglia – prevede interventi per ricostituire il potenziale produttivo con nuovi impianti e per il 2025 potrà contare su risorse per quasi 40 milioni di euro, il 50% di tutto il plafond della misura, che comprende anche cerasicoltura e uva da tavola. Previste risorse a fondo perduto pari ad almeno il 60% dell’investimento candidato al sostegno, con una premialità per le aree colpite dalla Xylella».

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Lo stanziamento di 40 milioni sull’olivicoltura fa parte di una dotazione più ampia della misura?

«Questa misura ha una dotazione finanziaria complessiva di 220 milioni di euro destinati anche a cerasicoltura e uva da tavola».

Quante sono state finora le aziende che hanno beneficiato di fondi a questo stesso titolo di ripristino dei potenziali produttivi?

«Finora le aziende agricole beneficiarie di fondi a questo titolo perché danneggiate dalla Xylella sono state 1.039 e l’impegno per il comparto ha riguardato anche la misura sull’ammodernamento dei frantoi finanziata fino a 70 milioni dal Pnrr, procedura di cui la Regione ha curato l’istruttoria. La graduatoria sarà completata entro marzo e nel momento in cui il governo dovesse concedere altre risorse sapremo come poter far scorrere la graduatoria e chi ne sarà beneficiario. I progetti che scorreranno saranno 150».

Dopo il primo piano straordinario contro la Xylella, finanziato per 300 milioni da risorse statali con un decreto del Governo del 2019, è di queste settimane la richiesta di un secondo piano straordinario. Le risorse?

«Ho chiesto aiuto al Governo per questo disastro. Non pretendiamo di avere tutte le risorse in un’unica tranche, ho proposto un accordo decennale. Ma intanto partiamo perché prima di chiedere aiuto agli altri quello che posso lo metto in campo per fare tutto il possibile con la mia programmazione».

Come vorrebbe muoversi?

«Intanto ampliare il plafond, messo a disposizione per gli interventi compensativi di cui all›art. 9 del D. Interministeriale 2484 del 6.3.2020 per gli olivicoltori che hanno proseguito nelle attività agricole per le campagne successive alla prima nella quale hanno ottenuto il contributo. Di questo decreto la Puglia è soggetto attuatore per 240 milioni dei quali ne restano solo 32 da impegnare e 179 sono già stati pagati.  Il 14 gennaio è scaduto il termine per comunicare se è avvenuto o no il prosieguo delle coltivazioni oltre il primo anno di indennizzo, perciò, gli uffici stanno inviando agli imprenditori agricoli una lettera nella quale si chiede di far sapere entro dieci giorni se la coltivazione prosegue o scatta la revoca del finanziamento. In più sto recuperando quasi 18 milioni del vecchio Fondo di Sviluppo e Coesione che intendo spostare su questo obiettivo».

Oltre alle risorse dello Sviluppo rurale la Regione pensa di stanziare altri fondi?

«Si potrebbero recuperare fondi per altri 100-120 milioni, ma occorre capire come rimodulare misure e risorse esistenti. Per esempio, sto pensando a un bando per le aree colpite da Xylella e uno per le aree non colpite. Il bando deve essere distinto altrimenti sarebbe concorrenza sleale».

In questa strategia che spazio hanno i piani di promozione e valorizzazione, a cominciare da Evolio, il salone specializzato che ha colmato un vuoto di 30 anni?

«Una fiera internazionale come Evolio significa per la prima volta, un’apertura verso i Paesi euromediterranei, un confronto sull’extravergine e, in fatto di operatività e competenze, vuol dire anche poter stare in termini concorrenziali, scegliere la battaglia della qualità e rilanciare il nostro olio. A Evolio abbiamo portato la rete degli istituti agrari, occorre fare tesoro di questa esperienza. Mi auguro che la prossima governance regionale apprezzi lo sforzo fatto e prosegua in questa direzione».

E l’oleoturismo?

«Abbiamo messo in campo con l’agriturismo anche le nuove misure sull’oleoturismo. Sto provando a chiudere sull’oleoteca regionale con l’individuazione dei percorsi provinciali, e quindi di oleoteche provinciali, puntando molto sui sistemi turistici locali, come fanno a Vieste, a Peschici e a Mattinata in termini di promozione dell’olio, con grande appeal e un impatto turistico forte. Secondo me questo format deve riguardare la macroarea barese e dialogare con la Valle d’Itria e il Salento. Quindi almeno tre o quattro macroaree che abbiano al loro interno percorsi condivisi, integrati e integrabili nelle politiche per il turismo».


Primo insediamento, ad aprile il nuovo bando

Ad aprile 2025 dovrebbe essere pubblicato il bando del Csr Puglia per il primo insediamento dei giovani agricoltori. Un’opportunità da cogliere anche per gli aspiranti olivicoltori. Il ricambio generazionale è un problema sentito anche nel settore olivicolo-oleario, nel quale servono forze fresche per affrontare sfide come la polverizzazione produttiva e impianti per buona parte da ammodernare. Questioni che rimangono nonostante tre campagne con prezzi di olive e olio finalmente remunerativi.

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