Osservatorio del Valore Sport 2025: cresce la pratica sportiva, ma l’accessibilità è ancora troppo limitata

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Cala la sedentarietà di oltre il 5%, ma le disuguaglianze circa l’accesso allo sport permangono: di genere, anziani rispetto ai giovani, fra Nord e Sud, con rilevanti carenze strutturali scolastico-sportive nazionali

L’Osservatorio del Valore Sport è un appuntamento, la cui prima edizione risale al 2022, divenuto riferimento nazionale, molto atteso per gli approfondimenti e le evidenze che mette in risalto relativamente allo lo Sport nazionale e quello che esprime a livello sociale.

Come recita una nota dell’organizzazione: “La 3^ edizione del Forum si è svolta il 18 e il 19 febbraio 2025 presso la Sala Autorità dello Stadio Olimpico di Roma e in videoconferenza al cospetto dei principali stakeholder dell’ecosistema sportivo nazionale, tra istituzioni pubbliche, politici e amministratori locali, federazioni e associazioni, atleti/ex-atleti, esponenti della filiera estesa, enti del terzo settore.”

Nei prossimi giorni, sulla base di quanto riterremo rilevante considerare, torneremo sulle indicazioni e i contenuti significativi emersi nel corso delle due giornate e dal report Osservatorio del Valore Sport 2025.

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Questo il comunicato diffuso da The European House Ambrosetti, che organizza tale evento di cartello:

TERZO FORUM OSSERVATORIO VALORE SPORT

Lo sport come leva per il benessere e la crescita del Paese: il Forum Osservatorio Valore Sport 2025 rilancia il dibattito con istituzioni, imprese e stakeholder del settore

  • Prosegue il percorso verso la Visione “2050 – Italia In Movimento”: gli italiani che non praticano mai sport nel Paese sono in diminuzione, ma i livelli di sedentarietà sono ancora superiori ai benchmark internazionali
  • Alla terza edizione del Forum, organizzato da TEHA allo Stadio Olimpico di Roma, hanno partecipato le più alte cariche istituzionali sportive (CIP, CONI, Sport e Salute, Istituto per il Credito Sportivo e Culturale), insieme a una forte rappresentanza del Governo, con 5 Ministeri coinvolti (Sport e Giovani, Salute, Istruzione, Affari Esteri, Imprese e Made in Italy). L’obiettivo: promuovere un approccio “Sport in All Policies”

LA SEDENTARIETÀ IN ITALIA È IN CALO, MA PERSISTONO DISUGUAGLIANZE NELL’ACCESSO ALLA PRATICA SPORTIVA

Negli ultimi anni, in Italia, la consapevolezza sull’importanza dell’attività fisica sembra in crescita e i dati Istat mostrano segnali positivi: la quota di italiani che non praticano mai sport, oggi pari al 35% della popolazione, è in calo di -5,6 punti percentuali tra il 2001 e il 2023.

Tuttavia, permangono importanti disparità nell’accesso alla pratica. Se consideriamo chi non pratica mai sport scopriamo che sono molto di più: gli anziani rispetto ai giovani, le persone con basso livello di istruzione rispetto ai laureati, le donne rispetto agli uomini, i residenti nel Sud e Isole, nei piccoli comuni e nelle periferie rispetto a quelli nel Nord, nelle aree metropolitane e centrali.

L’accesso alla pratica sportiva resta un tema da attenzionare anche guardando ai bambini, in particolare alle infrastrutture sportive scolastiche: quasi il 60% degli edifici scolastici italiani non dispone di una palestra, con punte superiori al 75% in alcune regioni del Mezzogiorno.

LO SPORT FAVORISCE ALTRI STILI DI VITA SANI, MA LA SEDENTARIETÁ CONTINUA APESARE SUL SISTEMA SANITARIO

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Quest’anno, l’Osservatorio ha posto al centro delle analisi e del dibattito il legame tra sport, salute, prevenzione e qualità della vita, analizzando le correlazioni tra sedentarietà e altri stili di vita a rischio – come il consumo di tabacco e alcol e la scarsa aderenza a una dieta equilibrata. Dalle elaborazioni emerge come le persone fisicamente attive hanno una propensione al fumo inferiore del -12% rispetto ai sedentari, al consumo abituale di alcol inferiore del -2%, al consumo abituale di frutta e verdura del +42% e di carni bianche del +37%.

La sedentarietà contribuisce all’insorgenza di numerose patologie, tra tumori, malattie cardiovascolari, diabete, ma anche malattie psicologiche e neurodegenerative. Le conseguenze di questa tendenza sono rilevanti non solo in termini di salute pubblica, ma anche dal punto di vista economico: il costo della sedentarietà per il sistema sanitario italiano è stato stimato in 6,7 miliardi di euro.

VERSO UN MODELLO “SPORT IN ALL POLICIES” E “SPORT FOR ALL”

Alla luce di queste evidenze, è stata ribadita la necessità di un approccio integrato alla promozione della cultura del movimento, ispirato al modello “Sport in All Policies”, che vede la pratica sportiva come un fattore trasversale da integrare nelle politiche del Paese. “Come Osservatorio, portiamo avanti con forza il principio guida di “Sport in All Policies”: lo sport è un ambito altamente interdisciplinare, che incide sulla salute pubblica, sull’educazione, sull’integrazione sociale, sullo sviluppo economico, sull’attrattività turistica e sulla proiezione internazionale del Paese, solo per citare alcune delle principali direttrici di impatto che rappresentano responsabilità e competenze di (almeno) 13 degli attuali Ministeri”, ha dichiarato Valerio De Molli, Managing Partner e CEO di The European House – Ambrosetti. “Allo stesso modo, è fondamentale che la promozione dell’attività fisica segua un secondo principio, quello di “Sport for All”: le politiche sportive devono far sì che la pratica sia accessibile a chiunque, senza distinzioni di età, genere, provenienza, estrazione sociale e condizione socioeconomica, a maggior ragione da quando lo sport è entrato ufficialmente nella Costituzione Italiana”.



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