La storia delle Cooperativa Trafocoop è divenuta caso di studio

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La tesi di laurea presso l’Università degli Studi di Perugia di Vanessa Corallino 

Perugia, 19 feb. 2025 – Il Fenomeno dei Workers Buyout, ovvero delle cooperative costituite dagli ex dipendenti di imprese generalmente in stato di crisi reversibile per rilevare e rilanciare la loro azienda è stato oggetto di studio della tesi di laurea dal titolo “Crisi di impresa e workers buyout: tutele, interessi e ruolo dei lavoratori”.

La Tesi è stata discussa dalla neo dottoressa Vanessa Corallino presso l’Università degli Studi di Perugia, al Dipartimento di Giurisprudenza, nel Corso di Laurea triennale in Scienze dei Servizi Giuridici – curriculum Consulente del Lavoro, uno dei pochi corsi di laurea in Italia dedicati alla formazione di tale figura professionale.

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Il lavoro ha visto coinvolti e presenti come relatore il Professore Stefano Cairoli (Diritto della Previdenza Sociale) e come controrelatrice la Professoressa Mariangela Montagna (Diritto processuale penale). Il tema della tesi è, come si evince già dal titolo, la crisi di impresa e il processo di workers buyout e riporta al suo interno anche la bella storia della Cooperativa Trafocoop di Tavernelle nata dalle ceneri della storica Trafomec.

“Di questo lavoro dottrinale noi tutti soci di Trafocoop ne siamo doppiamente orgogliosi” ha dichiarato il Presidente della Cooperativa Federico Malizia. “In primis per essere stati oggetto di studio contribuendo con la nostra storia ad ispirare alcuni capitoli di una tesi di laurea.

Secondariamente, ma non certo per importanza, per il fatto che la dottoressa Corallino svolge la sua opera in maniera distinta in Confcooperative che è stata sempre al nostro fianco in tutte le fasi del percorso e continua ad assisterci con tutto l’eccellente staff tecnico coordinato dal Presidente Di Somma e dal Segretario Mariani”.

“Auspichiamo che la storia della cooperativa Trafocoop possa ispirare altri lavoratori – conclude Malizia – dimostrando come il WBO non sia solo una soluzione di emergenza, ma un’opportunità di crescita e sviluppo per chi ha il coraggio di reinventarsi pendendo in mano il proprio destino”.

“E’ proprio così” sottolinea il Presidente regionale di Confcooperative Carlo Di Somma. “Nonostante le difficoltà iniziali – inclusi periodi senza retribuzione e incertezze normative – i lavoratori di Trafocoop sono riusciti a rilanciare l’attività produttiva con il supporto di Confcooperative, degli strumento finanziari della cooperazione Fondosviluppo e CFI (Cooperazione Finanza Impresa), dell’INPS, della Regione dell’Umbria, della BCC Banca Centro, di Banca Etica, delle Organizzazioni Sindacali e in questo caso specifico della Cooperativa Vetreria Piegarese proprietaria degli immobili e il cui Presidente Bruno Gallo ha creduto come noi in questi ragazzi e nel loro progetto cooperativo volto a perseguire stabilità occupazionale nel territorio e nuove prospettive economiche.

Presidente Di Somma, il tema della crisi d’impresa come quello del ricambio generazionale sono sempre molto attuali. Quale è il ruolo delle cooperative in questo contesto?

La cooperazione si è dimostrata storicamente e si sta dimostrando uno strumento efficace per rispondere alle crisi aziendali così come per il ricambio generazionale. Il modello cooperativo permette ai lavoratori di appropriarsi della propria attività attraverso il workers buyout (WBO), garantendo continuità occupazionale e produttiva. In Umbria, come in altre regioni, abbiamo diversi esempi concreti di aziende salvate grazie all’impegno e alla determinazione dei lavoratori che hanno scelto di diventare imprenditori di sé stessi.

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Presidente, la normativa italiana ha introdotto strumenti innovativi per affrontare le crisi d’impresa. Come valuta queste misure?

Negli ultimi anni, il legislatore ha compiuto passi importanti per favorire il workers buyout, attraverso incentivi finanziari, defiscalizzazione e il sostegno di strumenti come il nostro Fondo per la promozione cooperativa Fondosviluppo o il Fondo Ministeriale CFI (Cooperazione Finanza Impresa). Tuttavia, resta fondamentale semplificare ulteriormente le procedure e garantire una attivazione più rapida degli strumenti per evitare che le crisi aziendali si trasformino in fallimenti senza alternative.

Segretario Lorenzo Mariani, il workers buyout rappresenta un’opportunità per i lavoratori, ma quali sono le principali difficoltà che incontrano nel passaggio da dipendenti a soci di una cooperativa?

Il cambiamento di mentalità è la prima grande sfida. I lavoratori devono acquisire nuove competenze manageriali e sviluppare un forte senso di responsabilità collettiva. Inoltre, la gestione finanziaria è un aspetto critico: i soci devono investire la loro Naspi e/o il loro TFR per attrarre capitali per acquisire l’impresa. È qui che il supporto delle Associazioni di categoria, e di Confcooperative, diventa fondamentale, offrendo consulenza, formazione e accesso al credito agevolato con i nostri Istituti di Credito Cooperativo.

Segretario, Trafocoop è un esempio virtuoso di workers buyout in Umbria. Quali elementi hanno reso possibile il suo successo?

Trafocoop è un caso emblematico di come il workers buyout possa rappresentare una soluzione concreta. I 28 soci lavoratori hanno dimostrato determinazione e capacità di adattamento, affrontando difficoltà iniziali con grande resilienza. Il loro successo è dovuto a diversi fattori: una forte coesione interna, il supporto delle istituzioni locali e l’accesso a strumenti finanziari specifici per le cooperative. Inoltre, l’esperienza maturata come dipendenti ha permesso loro di mantenere la qualità produttiva e rilanciare l’azienda sul mercato.

Segretario, quali strategie possono essere adottate per diffondere ulteriormente il modello del workers buyout?

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È fondamentale un sempre maggiore coinvolgimento delle istituzioni e del sistema bancario per garantire accesso al credito e consulenza strategica. Inoltre occorre promuovere la cultura cooperativa tra i professionisti, tra le altre associazioni di categoria, tra i sindacati, l’Università e i lavoratori, rendendo tutti consapevoli che il workers buyout non è solo una soluzione d’emergenza, ma un’opportunità per costruire un’impresa sostenibile e partecipata. Confcooperative Umbria sta lavorando per rafforzare le reti di supporto, offrendo formazione specifica e sensibilizzando le imprese in difficoltà su questa possibilità.

In conclusione Presidente Di Somma, qual è il futuro del workers buyout in Italia e in Umbria?

Il workers buyout ha il potenziale per diventare una soluzione strutturale in molti processi di crisi aziendale e faremo di tutto per coinvolgere la Giunta Regionale e l’Assessore De Rebotti affinché si focalizzi l’attenzione su questo importante strumento di politica attiva del lavoro.

In Umbria abbiamo un tessuto produttivo caratterizzato da piccole e medie imprese dove questo modello può fare la differenza per le crisi d’impresa come per i ricambi generazionali. Con il giusto supporto normativo e finanziario, e con un cambio culturale che valorizzi la cooperazione come alternativa sostenibile, possiamo garantire continuità produttiva e tutela dei posti di lavoro.

 

 

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