Muore per aver mangiato un salume contaminato con la Listeria: chiesto il rinvio a giudizio per il produttore di Arezzo

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di Salvatore Mannino

L’insaccato contaminato conteneva il batterio Listeria monocytogenes oltre i limiti consentiti. La vittima aveva poco più di 60 anni ed è morta dopo un mese di sofferenze

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Si era sentita male dopo aver consumato una fetta di salume acquistata in un negozio di Umbertide, in Umbria. Un malore che un anno fa era stato fatale a una 60ennee della Valtiberina umbra per il quale adesso è arrivato il rinvio a giudizio per omicidio colposo al titolare, aretino, dell’azienda che quell’insaccato lo aveva prodotto e confezionato. 

Il salume è risultato contaminato da un batterio, la listeria monocytogenens, responsabile della morte della signora, come risulta dagli esami compiuti dall’istituto di zooprofilassi di Perugia, dai Nas dei carabinieri, dalla Asl Umbria 1, competente per territorio, e in ultimo dai consulenti d’ufficio.




















































Cosa è successo

L’odissea finita in tragedia della protagonista comincia dopo l’acquisto della coppa esposta sul bancone dell’esercizio commerciale, si tratta di un salume tipico della Toscana e dell’Umbria, noto anche come soprasata o soppressata. 

Che qualcosa non andasse la sessantenne, peraltro affetta anche da un’altra patologia, lo capisce quando dopo aver mangiato l’insaccato comincia ad accusare forti dolori addominali, accompagnati dal vomito. Un malessere persistente, che induce la donna a rivolgersi all’ospedale di Città di Castello, dove viene ricoverata d’urgenza

Il decorso, purtroppo per lei, non le lascia scampo: nonostante le terapie cui viene sottoposta, muore dopo un mese.

Le indagini

Un decesso di quelli nei quali sia i medici che i familiari vogliono vederci chiaro. Ecco dunque il sopralluogo a casa della vittima nel quale viene prelevato e sottoposto alle analisi il salume incriminato. Già quelle individuano il batterio, parte la segnalazione alla procura di Perugia, diretta da Raffaele Cantone, che si affida per ulteriori indagini ai Nas dei carabinieri, i quali a loro volta acquisiscono la cartella clinica e sentono come testimoni i familiari e altre persone sull’eventuale rapporto di causa effetto fra il consumo della coppa e il successivo malore fatale. 

Poi arrivano anche gli esami dell’istituto di zooprofilassi perugino, che confermano la presenza della listeria in quantità non consentite.

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A questo punto la procura dispone una consulenza tecnica d’ufficio (Ctu) affidata a un medico legale e un esperto in malattie di origine batterica. Anche loro arrivano alle stesse conclusioni: morte da ricondurre «a uno stato settico provocato da un’infezione di listeria presente nella coppa di suino». 

Ai Pm non resta che trarne le conseguenze: il salume era contaminato e la responsabilità risale al legale rappresentante dell’azienda aretina che l’ha prodotto, cui viene notificato un avviso di chiusura indagine.

Trascorso il termine di legge per eventuali memorie difensive, richieste di interrogatorio e di indagini integrative, senza che la difesa abbia sollecitato alcunchè, la procura ha inviato nei giorni scorsi all’ufficio Gup del tribunale di Perugia la richiesta di rinvio a giudizio per l’imprenditore aretino

Si andrà adesso all’udienza preliminare nella quale il titolare dell’azienda dovrà scegliere se affrontare il processo, difendendosi a tutto tondo, oppure chiedere un rito alternativo, tipo giudizio abbreviato o patteggiamento.

Listeria, che cos’è  

Si chiama listeriosi l’infezione provocata da un piccolo bacillo chiamato Listeria monocytogenes. La listeriosi è ritenuta una patologia relativamente rara, ma resta preoccupante perché, soprattutto nei soggetti immunocompromessi e nelle persone anziane, ha ancora un elevato tasso di mortalità. 

Nell’uomo la listeriosi è in genere contratta ingerendo cibi o bevande contaminati, un’evenienza che può generare anche focolai epidemici più o meno estesi.

Il microrganismo in questione è diffuso un po’ ovunque: nel terreno, nella vegetazione in via di decomposizione e nelle acque stagnanti. Molti alimenti (dalla verdura cruda al latte e ai formaggi non pastorizzati, dal pollame alle carni) possono risultare contaminati dalla Listeria.

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19 febbraio 2025 ( modifica il 19 febbraio 2025 | 15:02)

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