Il labirinto dei Fondi europei

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 


La Regione è ferma al palo, Schifani attiva una task force. In passato non sono mancati sprechi e flop enormi

Ci risiamo. La Sicilia non sa spendere i fondi europei. La programmazione del Fesr 2021-27 – tecnicamente i fondi comunitari per lo sviluppo regionale – vale poco meno di 6 miliardi. Ma soltanto l’11 per cento dei progetti, a febbraio 2025, ha visto la luce. Gli altri sono rimasti incagliati nella burocrazia e il rischio è di veder sfumare i primi traguardi da rendicontare entro la fine di quest’anno: l’obiettivo, infatti, è spendere 700 milioni entro la fine del 2026. A queste voci, che costituiscono il target minimo di spesa, contribuiscono due assessorati di peso: quello alle Infrastrutture e quello all’Energia, Acqua e Rifiuti per i restanti.

Il primo ha in pancia 1 miliardo e 100 milioni di dotazione. La maggior parte delle risorse dovrebbe finanziare il potenziamento della ferrovia Catania-Palermo e la Circumetnea, progetti che riscontrano “criticità oggettive” secondo Schifani, soprattutto a causa della crisi idrica ed energetica che hanno messo in difficoltà le aziende. Persino più complicata la situazione nell’assessorato dell’autonomista Roberto Di Mauro, in cui l’avanzamento della spesa è nullo. Da qui la profonda distanza coi due dirigenti interessati: Arturo Vallone, a capo del Dipartimento Acqua e Rifiuti, è stato di fatto sfiduciato per la gestione della crisi riguardante la Diga Trinità, nel Trapanese; l’altro, Calogero Burgio (Energia), non gode di fiducia incondizionata. I contratti di entrambi sono in scadenza la prossima estate.

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

Ma nel frattempo serve una svolta che non arriva. Ieri il presidente della Regione ha istituito un gruppo di lavoro incaricato di svolgere un monitoraggio costante e rigoroso sullo stato di avanzamento della spesa del Fesr per gli anni 2025 e 2026 e di individuare le soluzioni per accelerare le procedure. L’incontro, come riporta una nota di Palazzo d’Orleans, si è reso necessario a seguito di alcune criticità nell’attuazione del programma e, in particolare, delle difficoltà nella spesa di circa 700 milioni di euro, 200 quest’anno e 500 nel 2026. “Gli assessori e i dirigenti generali dei dipartimenti coinvolti – sottolinea il presidente Schifani – saranno chiamati a prestare maggiore attenzione, a superare le lentezze burocratiche che stanno rallentando la regolare esecuzione dei piani di spesa e a profondere il massimo sforzo per impedire il disimpegno delle risorse. Sull’impiego dei fondi europei si gioca una grande partita per lo sviluppo della Sicilia. Ulteriori ritardi ed esitazioni non saranno più consentiti”. La task-force si insedierà nei prossimi giorni e farà capo direttamente alla Presidenza della Regione.

Ciò per evitare che Schifani, come già accaduto in passato, si trovi ad elaborare un piano d’emergenza per rimodulare le somme ed evitare di perderle. Non sarebbe un bel segnale per l’isola, la cui fama – in questo ambito – non è delle migliori: come dimostra il sito “Open Coesione” che fa capo al dipartimento per il Sud, analizzando tutti i cicli di programmazione dei fondi comunitari, a partire dal 2000 a oggi, i pagamenti complessivi ammontano a oltre 45 miliardi. Ma -come riferisce Repubblica – potevano essere molti di più, visto che i progetti conclusi sono meno di un quarto di quelli previsti dai vari programmi.

Eppure le dotazioni messe a disposizione dai vari programmi, in passato, sono serviti a finanziare iniziative di dubbia utilità. Come nel caso di SeeSicily, il mastodontico progetto di rilancio del turismo dopo la pandemia. La concezione “provincialistica” con cui la Regione maneggia le risorse comunitarie ha messo a rischio la dotazione da circa 39 milioni, su cui originariamente si reggeva il programma: sul mega piano dell’ex assessore Manlio Messina, che intendeva garantire la ripresa post-Covid agli albergatori attraverso la concessione di voucher ai turisti, la Commissione europea aveva investito complessivamente una cifra di 70 milioni (a valere, anche questi, sul Fesr). Ma i soldi sono stati utilizzati per lo più allo scopo di foraggiare i grandi network della comunicazione – da Publitalia ’80 al Gruppo Cairo passando per Raicom – che potessero pubblicizzare il brand Sicilia.

Poi la Direzione generale della Politica regionale e urbana della Commissione europea, ha inviato a Schifani un documento che minacciava la possibile interruzione “dei termini di pagamento”. Bisognava “effettuare verifiche supplementari”, in base a “informazioni” sulla “possibilità che le spese siano connesse a irregolarità con gravi conseguenze finanziarie”. Sulle operazioni di SeeSicily sono stati effettuati controlli a campione sul periodo contabile 2020/21: su 2.720.473 euro imputati alla voce «Pernottamenti» sono state individuate «irregolarità» pari 735.089,25 euro; sulla «Promozione del programma» sarebbero illegittimamente spesi 680.118 euro su 2.813.159 verificati. Bruxelles ha chiesto di “riesaminare le verifiche di gestione delle operazioni connesse a SeeSicily al fine di garantire che siano stati selezionati solo progetti in possesso dei requisiti di ammissibilità”, poi ha deciso di chiedere la restituzione di dieci milioni ed evitato di versare l’ultima tranche (dello stesso importo). Un danno finanziario e d’immagine con pochi precedenti (anche se dalla corrente turistica di FdI non l’hanno mai ammesso). Pure la Corte dei Conti e la Procura di Palermo hanno messo gli occhi sulle pratiche del Turismo, aprendo inchieste parallele.

Poco meno di 4 milioni sono andati bruciati, inoltre, con lo scandalo di Cannes: il ritiro in autotutela del provvedimento con cui l’assessorato al Turismo, senza bando, affidava a una società lussemburghese (senza certificato antimafia) la realizzazione di uno shooting fotografico su donne e cinema, infatti, è costata la restituzione dei soldi “impegnati” (circa 3,7 milioni) all’Europa. Con tanto di figuraccia in mondovisione. L’evento è passato di mano al sultano dell’Oman, mentre a Schifani è rimasta la briga di sostituire l’assessore Scarpinato con l’assessore Amata, altro esponente di spicco della corrente turistica.

Ma senza addentrarsi troppo nelle torbide pratiche del turismo, ci sono altri esempi – anche più recenti – di finanziamenti bruciati per l’ignavia di qualcuno all’interno degli uffici regionali. Nel novembre 2023, la Commissione Europea ha approvato la riprogrammazione di 823,5 milioni di euro di fondi europei del Programma Operativo Regionale (POR) Sicilia 2014-2020: una manovra correttiva necessaria per evitare la perdita di tali risorse, destinandole a misure di sostegno per piccole e medie imprese colpite dal caro-energia e per famiglie vulnerabili.

Nel dicembre 2024, la Regione ha subito il definanziamento di 104 milioni di euro da parte del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (CIPESS). Questi fondi, parte dei 338 milioni di euro complessivi persi dalla Sicilia, erano destinati a 45 progetti che non hanno raggiunto le “obbligazioni giuridicamente vincolanti” entro la scadenza del 31 dicembre 2022. Tra i progetti che avrebbero beneficiato di questi finanziamenti, si segnalano il consolidamento della diga Disueri nel Gelese (20 milioni di euro destinati all’ammodernamento di un’infrastruttura cruciale per combattere la siccità nel nisseno): gli interventi sulle dighe Olivo e Villarosa nell’Ennese (450.000 euro previsti per la manutenzione di vasche e canali); e la messa in sicurezza della diga di Rosamarina. Chissà perché, a fare una brutta fine sono sempre le opere irrigue.

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *