Tasse non pagate per 70 miliardi in Veneto, Bitonci: «La Lega non difende furbetti ed evasori. Molti di quei crediti sono già andati persi»

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Finanziamenti e contributi

 


di
Silvia Madiotto

Nella regione 14 mila euro pro capite di tasse non versate, il sottosegretario del ministero delle Imprese: «Il magazzino fiscale va ripulito. Aiutiamo chi può a rialzarsi»

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Onorevole Massimo Bitonci, sottosegretario al ministero delle Imprese del Made in Italy, l’Agenzia delle entrate ha calcolato in Italia un magazzino fiscale di 1,2 miliardi, dei quali 70 in Veneto. Oltre 14 mila euro a testa di tasse non pagate per abitante. Siamo cattivi pagatori? Che tipo di crediti sono?
«Bisogna fare una premessa. Buona parte dello stock di magazzino sono crediti inesigibili. Comprende anche 156 miliardi di debiti di soggetti falliti, 170 miliardi di ditte cessate o soggetti deceduti, 135 miliardi di soggetti nullatenenti. Sono 460 miliardi. Lo dico da anni, ho anche scritto due libri sul tema: non ci sono strumenti per ridurre il magazzino, nell’ultimo biennio è aumentato di 150 miliardi. Quei crediti vanno esclusi».

E quindi che si fa?
«Le rottamazioni passate hanno un limite: un pagamento iniziale più elevato e una rateizzazione troppo breve. Non danno la possibilità, a chi è in difficoltà, di recuperare. Per questo abbiamo proposto un emendamento al Milleproroghe: l’operazione, che verrà fatta a breve dal ministero dell’Economia e che darà il via alla proposta presentata da me e Gusmeroli, prevede di stralciare quei crediti inesigibili. Ovviamente, devono rimanere nel calcolo i furbetti, coloro che nascondono i redditi. Ma quel magazzino va ripulito».




















































Qual è la vostra proposta di rottamazione delle cartelle?
«I soggetti che non sono in grado di pagare non vanno confusi chi evade le tasse. Nella rottamazione “cinque” ci sono dieci anni, non più cinque, per pagare, e senza sanzioni né interessi. Chi non è in grado di pagare oggi, non sarà in grado nemmeno domani. Ma con 120 rate in dieci anni, tutte uguali senza esborso iniziale, può sanare la propria posizione».

Insomma, un condono.
«No, non è un condono. Vuol dire verificare la possibilità delle famiglie o delle aziende di rientrare del debito, senza far saltare l’azienda o il bilancio della famiglia. Cento euro al mese o diecimila in una rata sono molto diversi».

E qual è il vantaggio per cittadini e imprese?
«Possono pagare in tempi consoni senza sanzioni. È un sistema meno punitivo e coercitivo. Con le rottamazioni precedenti, per chi saltava una rata “decadeva” la rottamazione e doveva pagare tutto con sanzioni e interessi. Dobbiamo lasciare tempo al soggetto in questione perché possa rispondere e superare un periodo di difficoltà. Se non ritorna a pagare entro otto mesi, decade».

Ma così non si va a scovare gli evasori.
«Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza continuano a scovare evasori, anche totali, ed aumentano le entrate derivate da accertamento e riscossione. Ma le cartelle non possono essere confrontate con l’evasione. Chi riceve una cartella ha fatto la dichiarazione dei redditi: è un mancato pagamento e nel magazzino c’è tutto, tributi, imposte, tasse locali e statali. L’evasione è di chi nasconde al fisco le imposte, è omessa dichiarazione. Se qualcuno non paga il tributo non l’ha evaso».

La Ragioneria di Stato stima che possa costare 5 miliardi all’anno, alle casse pubbliche… È sostenibile?
«All’interno del magazzino fiscale ci sono anche contenziosi molto datati che non hanno bisogno di copertura. La rottamazione non va a toccare la parte corrente, ma al massimo dal 2023 agli anni precedenti».

L’opposizione dice che più che una rottamazione è un favore agli evasori. Si finisce per tollerare l’evasione?
«No. Non è una sanatoria. Sono persone che hanno pagato in passato, che ora non riescono più a farlo. Non sono i furbetti che potrebbero pagare e non lo fanno».

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Ma perché le rottamazioni partono sempre dalla Lega?
«Per noi è un elemento importante dell’agenda. Vogliamo trovare soluzioni per persone incipienti, famiglie, piccole imprese.. Per contrastare l’evasione servono verifiche anche puntuali. Ma l’azienda in difficoltà va aiutata».

I prossimi passi?
«I conti pubblici migliorano, a fine mese dovrebbe nascere un “tesoretto” da maggiori entrate rispetto alle uscite. Noi, come Lega, puntiamo alla rottamazione cinque, insieme a un’altra modifica a favore dei redditi medi. Sono quelli che pagano le tasse e la maggior parte di Irpef, nella fascia di reddito fra 25 e 50 mila euro, per lo più lavoratori dipendenti. E personalmente credo che serva anche un’operazione di contrasto alla denatalità: reintrodurre le detrazioni per i figli a carico, ma non dal terzo: credo si debba partire dal primo. Bene l’assegno unico per i meno agiati, ma per chi lavora è importante introdurre una misura, un vantaggio fiscale».

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18 febbraio 2025

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